Un blog creato da Azzurro_Blu il 28/01/2008

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PICCOLO DIZIONARIO REGGIANO

Alcuni termini dialettali sono spesso utilizzati in questo blog. Ecco un piccolo dizionario per una più immediata comprensione del testo:

- Bimblòn = fannullone. Spesso utilizzato anche come sinonimo di sempliciotto, tatone, susinone.
-
Nani = piccina, tesorino, termine affettuoso utilizzato dalle nonne.
- Nèsi = sempliciotto, cretino... termine meno affettuoso del primo.
- Pita = tacchino. Questo termine si usa soprattutto nell'espressione "Fèr la pita" (traducibile più o meno con "fare l'oca") quando si vuole indicare un essere femminile particolarmente petulante e poco sveglio. Curiosamente anche l'aquila raffigurata sull'asso di denari delle carte da briscola piacentine è denominata "La pita".
- Rezdòra o Resdora (italianizzato) = donna di casa, "reggitrice" della dimora e signora dei fornelli... insomma: quella che comanda!

Se volete allenarvi nella pronuncia potete seguire anche qualche lezione on line.

 
 
 
 
 
 
 

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« Piccolo mondoDevozione popolare »

Grazie Giovannino, altri cento di questi anni!

Post n°38 pubblicato il 28 Maggio 2008 da Azzurro_Blu
 
Foto di Azzurro_Blu


“Sono un uomo comune e quindi mi pare, parlando di me e dei miei, di fare un po’ la storia dei milioni e milioni di uomini comuni che, con la loro assennata mediocrità, tengono in piedi la baracca di questo mondo. Quella baracca che gli uomini “eccezionali”, gli uomini “fuor dal comune” tentano di scardinare con la loro genialità.”

(Dalla premessa al volume “Corrierino delle famiglie” – 1954)



A conclusione di questa piccola celebrazione personale del centenario della nascita di Giovannino Guareschi (vedi anche messaggi dal 30 al 37), forse una domanda vi sorgerà spontanea (o forse no!): ma tra i tanti problemi e accidenti che imperversano in questo pazzo mondo, perché impuntarsi proprio su un umorista/scrittore/vignettista/disegnatore della Bassa?


Perché Guareschi?


Potrei rispondervi semplicemente: leggetelo!



“Se i preti si sentono offesi per via di don Camillo, padronissimi di rompermi un candelotto in testa; se i comunisti si sentono offesi per via di Peppone, padronissimi di rompermi una stanga sulla schiena. Ma se qualcun altro si sente offeso per via dei discorsi del Cristo, niente da fare: perché chi parla nelle mie storie, non è il Cristo, ma il mio Cristo: cioè la voce della mia coscienza.

Roba mia personale, affari interni miei.

Quindi: ognuno per sé e Dio per tutti.”


(Dalla premessa a “Don Camillo” – 1948)



Ma non vorrei essere maleducata, quindi vi dirò cosa ne penso io.

Guareschi è uno degli autori italiani più letti al mondo e più sottovalutato in Italia. Di fronte all’indifferenza supponente dei grandi intellettuali, solo l’amore dei suoi figli e l’infinito affetto di tutti i suoi “ventitrè lettori” sono riusciti a mantenere sempre vivi e attuali i suoi insegnamenti.

La sua acuta capacità di osservazione della vita e della società, l’onestà intellettuale, l’indipendenza di giudizio, la coerenza dimostrata, sono per noi un esempio importantissimo e uno stimolo che ci sprona a non appiattirci alle logiche della società odierna.

Guareschi ci invita a guardare con speranza al futuro pur tra le mille difficoltà della vita presente.

E quando lo dice lui possiamo credergli perché è riuscito a mantenere un lucido umorismo persino nel lager, ad avere la forza di non cedere alla disperazione continuando a rimanere vivo nell’animo, cercando di allietare le giornate dei suoi compagni con le sue storie e riportando a casa, dopo quasi due anni di prigionia, una carcassa di 45 chili, un paio di baffi e la consapevolezza che ogni uomo (al di là dei titoli più o meno prestigiosi, del mestiere o del credo religioso e/o politico) “valga sempre per uno” e la sua rispettabilità dipenderà solo il suo valore personale e morale.

Il che è bello e istruttivo!


“Signora Germania, tu mi hai messo fra i reticolati, e fai la guardia perché io non esca.

È inutile signora Germania: io non esco, ma entra chi vuole. Entrano i miei affetti, entrano i miei ricordi.

E questo è niente ancora, signora Germania: perché entra anche il buon Dio e mi insegna tutte le cose proibite dai tuoi regolamenti […].

L’uomo è fatto così, signora Germania: di fuori è una faccenda molto facile da comandare, ma dentro ce n’è un altro e lo comanda soltanto il Padre Eterno.”


(“Diario clandestino “, dalla conversazione “Baracca 18” – Lager di Beniaminovo 1944)



N.B. Immagine tratta da www.giovanninoguareschi.com

 
 
 
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Azzurroblu è un progetto fatto in casa come le buone torte di una volta.

A volte serio, molto spesso ironico e allegro,

si propone di allietare con semplicità le tue giornate.

Ciò che trovi scritto è frutto dei due neuroni

che rimbalzano nel mio cervello.

Se ti piace passalo agli amici

come i giornaletti di quando eravamo piccoli.

Se hai voglia di contribuire aggiungi pure le tue creazioni.


Ti ringrazio per l’attenzione.

Buona lettura.

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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