Un blog creato da Azzurro_Blu il 28/01/2008

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PICCOLO DIZIONARIO REGGIANO

Alcuni termini dialettali sono spesso utilizzati in questo blog. Ecco un piccolo dizionario per una più immediata comprensione del testo:

- Bimblòn = fannullone. Spesso utilizzato anche come sinonimo di sempliciotto, tatone, susinone.
-
Nani = piccina, tesorino, termine affettuoso utilizzato dalle nonne.
- Nèsi = sempliciotto, cretino... termine meno affettuoso del primo.
- Pita = tacchino. Questo termine si usa soprattutto nell'espressione "Fèr la pita" (traducibile più o meno con "fare l'oca") quando si vuole indicare un essere femminile particolarmente petulante e poco sveglio. Curiosamente anche l'aquila raffigurata sull'asso di denari delle carte da briscola piacentine è denominata "La pita".
- Rezdòra o Resdora (italianizzato) = donna di casa, "reggitrice" della dimora e signora dei fornelli... insomma: quella che comanda!

Se volete allenarvi nella pronuncia potete seguire anche qualche lezione on line.

 
 
 
 
 
 
 

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Post n°43 pubblicato il 24 Giugno 2008 da Azzurro_Blu
 
Foto di Azzurro_Blu

“L’halimenthazione hè una hosa himportanthe!” diceva quel toscanaccio che dava sempre Pal ai suoi “Hani” in una famosa pubblicità degli anni ’80.

Ed effettivamente bisogna ammettere che il cibo desta non poche preoccupazioni a chi deve prepararsi per andare in montagna.

Fino a due giorni di trasferta tutti i santi aiutano e, al limite, si può anche improvvisare. Ma quando si programmano escursioni un po’ più lunghe è necessario calcolare attentamente cosa portare e cosa tralasciare per non appesantire inutilmente lo zaino.

Si potrebbero scrivere pagine e pagine sulle diete più corrette in base alla tipologia del percorso e alla durata dell’escursione, sulle proprietà di ciascun alimento e sui benefici di cui è apportatore, sulla necessità di mantenere in ottimo stato stomaco, fegato e intestino attraverso un corretto mix di proteine e carboidrati, grassi saturi e insaturi…

Ma siccome per questo ci sono gli scienziati che si divertono a studiare esemplari no limits di esseri umani in condizioni proibitive (forse in vista di un’imminente glaciazione), vi dirò solo che nel sacco del perfetto escursionista emiliano non mancano mai: un salame, del formaggio (rigorosamente Parmigiano-Reggiano, già grattugiato o che verrà progressivamente distrutto all’interno dello zaino) e molto probabilmente dei tortellini.

In breve: “Ok, fatico come un mulo, ma quando è ora che si mangi!”

Questo, in sostanza, è il motto di noi della Bassa che ci avventuriamo sui monti: disposti a trascinarci dietro macigni targati Deuter, Vaude o Ferrino pur di non rinunciare al ragù della mamma!

Ad esempio, mio marito, da ragazzo, era un vero studioso di cucina da montagna.

Con una cipolla, olio, concentrato di pomodoro e un goccio d’acqua sapeva ricreare un sugo per la pasta molto realistico. Inoltre, aveva trovato un modo per conservare e trasportare il burro e, tramite successive sperimentazioni, arrivò a constatare come sedano e finocchio (se opportunamente custoditi) si mantengano discretamente freschi e risultino molto più pratici della più coriacea carota (spesso pesante da digerire).

Un anno, addirittura, provò a far essiccare della carne (alcune povere bistecche innocenti), sentendosi molto Mallory e rivivendo le emozioni dei primi grandi esploratori (all’epoca eravamo all’università e avevamo tempo da perdere). Il risultato non era male, ma l’aspetto era decisamente “Alive” (nel senso del famoso film sui sopravvissuti al disastro aereo sulle Ande).

Al supermercato, inoltre, venivano accuratamente analizzati contenitori di varie fogge e misure entro cui sigillare a tenuta stagna alcuni beni fondamentali: olio, sale, zucchero, the, caffé, marmellata…

Ricordo che, per avere un vasetto di plastica con tappo a vite (il vetro era bandito perché pesante e a rischio di rottura), un anno dovemmo sorbirci ben 250gr di immangiabile “Skippy” (vero burro d’arachidi americano, buono solo per i Peanuts).

Ma anche gli amici non erano da meno!

Ci fu chi si specializzava nello studio degli alimenti energetici: passando dai Fruttini Zuegg al latte condensato, senza però mai superare in stile ed efficacia la vecchia e pratica uva passa.

C’era anche chi, per non farsi mancare niente, si portava dietro la moka, che spesso veniva appesa fuori dallo zaino come un luccicante trofeo…

Ora una domanda vi sorgerà spontanea: “Ma non potevate risolvere tutta la faccenda con le buste Knorr?!!”

Argh! Vade retro! Assolutamente da pivelli!

O, al limite, da serbare come “Razione K” per eventuali emergenze (salvo poi finire immancabilmente in mezzo ai calzini sporchi, per poi finire altrettanto immancabilmente nella spazzatura a fine vacanza).

Insomma devo dire che ci siamo divertiti e che non mi sono mai pentita di aver portato tre o quattro chili in più di roba nello zaino.

Il primo giorno di cammino in genere era micidiale, ma (riprendendo una nota pubblicità) gustare con gli amici una bella cena in bivacco, gomito a gomito, a 2000 metri, in posti incredibili e in cui mai sarei potuta arrivare se non con i miei piedi, non ha prezzo!

Per tutto il resto… che dire… c’è sempre Pal!


N.B. Nell'immagine: bivacco Goitan (prealpi carniche)

www.sentierinatura.it

 
 
 
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Azzurroblu è un progetto fatto in casa come le buone torte di una volta.

A volte serio, molto spesso ironico e allegro,

si propone di allietare con semplicità le tue giornate.

Ciò che trovi scritto è frutto dei due neuroni

che rimbalzano nel mio cervello.

Se ti piace passalo agli amici

come i giornaletti di quando eravamo piccoli.

Se hai voglia di contribuire aggiungi pure le tue creazioni.


Ti ringrazio per l’attenzione.

Buona lettura.

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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