Un blog creato da Azzurro_Blu il 28/01/2008

Azzurroblu

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PICCOLO DIZIONARIO REGGIANO

Alcuni termini dialettali sono spesso utilizzati in questo blog. Ecco un piccolo dizionario per una più immediata comprensione del testo:

- Bimblòn = fannullone. Spesso utilizzato anche come sinonimo di sempliciotto, tatone, susinone.
-
Nani = piccina, tesorino, termine affettuoso utilizzato dalle nonne.
- Nèsi = sempliciotto, cretino... termine meno affettuoso del primo.
- Pita = tacchino. Questo termine si usa soprattutto nell'espressione "Fèr la pita" (traducibile più o meno con "fare l'oca") quando si vuole indicare un essere femminile particolarmente petulante e poco sveglio. Curiosamente anche l'aquila raffigurata sull'asso di denari delle carte da briscola piacentine è denominata "La pita".
- Rezdòra o Resdora (italianizzato) = donna di casa, "reggitrice" della dimora e signora dei fornelli... insomma: quella che comanda!

Se volete allenarvi nella pronuncia potete seguire anche qualche lezione on line.

 
 
 
 
 
 
 

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Contessa Miseria

Post n°53 pubblicato il 19 Settembre 2008 da Azzurro_Blu
 
Foto di Azzurro_Blu

Contessa Miseria

la vita prima o poi

estingue il suo debito…


(Carmen Consoli, Contessa Miseria)


Contessa Miseria veste di stracci: logore maglie di lana sovrapposte ad involontario effetto patchwork, sottane e sottovesti, calze e calzettoni e una cuffia di lana gialla perennemente sulla testa.

Primavera – estate, autunno – inverno, un unico abbigliamento multistrato multicolore per ogni stagione.

Contessa Miseria puzza, non è bella da vedere e gira con le borse piene di roba raccattata in giro.

Molti la evitano, qualcuno la deride, i più caritatevoli cercano di aiutarla: “Perché fai così? – le dicono – Perché non ti lavi? Perché non ti cambi?”… ma tutti, indistintamente, mormorano che sia ricchissima.

Contessa Miseria non si cura del giudizio degli altri perché ha ben altro a cui pensare.

Nobile e bella, venne rapita da un vascello pirata durante una crocera nei mari del Sud.

Non si seppe più nulla di lei e, dopo vani tentativi, anche i suoi famigliari smisero di cercarla.

Fu maltrattata, patì il freddo e la fame, perse ogni attitudine nobiliare. Poi lentamente, vivendo fianco a fianco con quegli uomini rudi e senza scrupoli, poco avvezzi al galateo ed alla galanteria, iniziò ad adattarsi a quella convivenza.

Copo di mille balene! Tra una virata a dritta, un “Issate le vele!” e una bottiglia di rum, vide i posti più strambi ed incantevoli del mondo.

Finchè un giorno la sua nave affondò, e Contessa Miseria fece naufragio nella vita.

Ma rimase la corsara di sempre e come frutti di un mare pescoso accettava ciò che la strada le dava: una scarpa rotta, un vecchio maglione e una bottiglia di rum.

Non ha smesso il turno di ronda e, come sempre, naviga a vista. Sa che torneranno a prenderla ed è già pronta a partire, con tutto un baule di roba addosso.

Dalle paludi nebbiose spunterà finalmente il vascello fantasma: bandiera nera, teschio ed ossa incrociate.

Contessa Miseria con i denti che le rimangono stapperà l’ultima bottiglia di rum. Scolerà l’ultimo goccio, asciugandosi le labbra con il braccio e, da non si sa dove, tirerà fuori un foglio unto e ingiallito.

Ritapperà la bottiglia e l’affiderà alle acque inquiete del grande fiume.

Con una grossa croce ha indicato dove scavare tra il sudiciume e le mille borsine accatastate ovunque nel suo covo.

Qualche fortunato potrà così trovare il suo tesoro: un forziere ricolmo di monete d’oro sotto a cui si celerà un altro scrigno più piccolo, tempestato di pietre preziose, con all’interno i tanti santini che si faceva regalare dalla gente, un vestito da sposa e una bottiglia di rum.

 
 
 
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Azzurroblu è un progetto fatto in casa come le buone torte di una volta.

A volte serio, molto spesso ironico e allegro,

si propone di allietare con semplicità le tue giornate.

Ciò che trovi scritto è frutto dei due neuroni

che rimbalzano nel mio cervello.

Se ti piace passalo agli amici

come i giornaletti di quando eravamo piccoli.

Se hai voglia di contribuire aggiungi pure le tue creazioni.


Ti ringrazio per l’attenzione.

Buona lettura.

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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