Creato da nagel_a il 27/12/2008

la finestra

gli scenari dell'anima

 

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confine

Post n°511 pubblicato il 25 Marzo 2013 da nagel_a

 

Vorrei essere un viaggiatore di confine, la sagoma risoluta che si staglia all'orizzonte tra cielo e terra, pietra miliare allo sguardo e sfuggente obolo tra le dita del vento.
Vorrei la forza di seguire le tracce delle mie illusioni, la cieca fede nei mulini a vento e risalire la storia nelle vibranti lingue di fuochi notturni, ritrovando ancestrali abitudini (sono forse stata un lupo?).
Vorrei dar voce alla fatica dell'urgenza, quella che chiede di dare nutrimento al sangue e di scavare nei meandri del giorno trovando il senso dei miei movimenti.
Vorrei la caparbietà sognante di Don Chisciotte, senza le zavorre chimeriche di passatempi annoiati.

 

 
 
 
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IL REGNO DEL SENSO PROFONDO

"Oltre alla realtà empirica e banale c'era l'ambito dell'immaginazione, costituito da quello stesso mondo percepibile grazie alla vista, al tatto e all'odorato, ma con in più le schiere infinite degli spiriti e delle ombre. [...] Allora non mi capacitavo del fatto che la maggioranza assoluta dell'umanità appartiene al regno del senso profondo non in virtù del proprio sapere - dono assai raro -  bensì della vita, della raggiante, viva sostanza, e che, dunque, accusarli di ignoranza era sciocco e assurdo. Invece di interrogatori, inquisizioni e tormenti, avrei dovuto osservarli e comprenderli. Osservarli con tenerezza e comprenderli con intelligenza"
A. Zagajewski - Due città

 

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