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Lino e temporale

Post n°513 pubblicato il 31 Marzo 2013 da nagel_a


"Ci sono uomini che amano molte cose e dividono il loro amore - essi sono dolcemente attratti da tutte le cose; altri ne hanno una sola e devono rivolgerle tutta la forza del loro sentimento per poter fare a meno degli altri mille soavi fili di seta della felicità, da cui il cuore degli altri ogni giorno è dolcemente irretito e distratto."
(A. Stifter, Abdia)

Rotolano lontani i rombi dei tuoni e si scuote l'aria serale avvolgendo le foglie frementi. L'azzurro del lino incupisce sotto il grigio delle nuvole basse.
Si attende quel segno che la natura trattiene, nel canto dell'allodola poco lontano. Quella felicità quieta e insperata che come una coperta leggera riscalda appena, tiepida. Quello scorrere regolare senza picchi nè scosse... e quel senso di sgomento e di incredulità che avvolge ogni equilibrio raggiunto, come un'ansia sottile che aspetta un sovvertimento, il precipitare di un giorno a spezzare la catena dei mesi e degli anni.

Il bacio di un temporale ad annientare ogni scopo. Senza quello scopo ogni azione perde senso, l'attesa perde ogni sofferenza, ogni gioia, il tempo perde misura.

 

 
 
 
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IL REGNO DEL SENSO PROFONDO

"Oltre alla realtà empirica e banale c'era l'ambito dell'immaginazione, costituito da quello stesso mondo percepibile grazie alla vista, al tatto e all'odorato, ma con in più le schiere infinite degli spiriti e delle ombre. [...] Allora non mi capacitavo del fatto che la maggioranza assoluta dell'umanità appartiene al regno del senso profondo non in virtù del proprio sapere - dono assai raro -  bensì della vita, della raggiante, viva sostanza, e che, dunque, accusarli di ignoranza era sciocco e assurdo. Invece di interrogatori, inquisizioni e tormenti, avrei dovuto osservarli e comprenderli. Osservarli con tenerezza e comprenderli con intelligenza"
A. Zagajewski - Due città

 

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