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Rifugio Mezzalama - Rifugio Guide d' Ayas - 3420 slm

Post n°115 pubblicato il 02 Agosto 2008 da maxpao1977
 

Scheda tecnica :

Località di partenza : St. Jacques

Meta       : rifugio Mezzalama e Guide d' Ayas

Dislivello : 3464 a/r

Difficoltà : escursionisti esperti alpinisti

Si parte dalla solita piazzetta di Saint Jacques seguendo ormai con gli scarponi ai piedi la via principale del paese  lasciando a sinistra un primo ponte (c'è una piccola edicola votiva in mezzo alla strada) che da accesso al vallone del Tornalin, fino a superare la frazione di Blanchard  ove un altro ponte in legno ci porta sulla sinistra in questa frazione mentre sulla destra da accesso al sentiero per Fiery. Poco prima del ponte sulla destra si lascia la poderale che sale al Pian di Verra inferiori che viene percorsa solo dai mezzi autorizzati (tra cui il servizio jeep-taxi, con partenza durante la stagione estiva dalla piazzetta della cappella). Saliamo dunque seguendo quello che era un antico sentiero walser lasciando a sinistra il cartello per Blanchard  seguendo invece i bolli gialli n° 7/8, sino a raggiungere la frazioncina di Fiery (mt. 1878) dove una serie di segnali ancora prima delle case ci indica a destra per il Pian di Verra, il Lago Blu e la Valle di Tzere mentre a sinistra per il Vallone delle Cime Bianche.

Il bosco si apre leggermente superiamo un'altra deviazione verso l'antico albergo di Beau bois ove si individua anche un antico rascard e dal quale ci si può portare al villaggio Resy (sentiero 8a, poi al Palon). Superata una  baita si continua a salire  in bosco di larici con diversi tornanti finchè il percorso svolta decisamente verso destra a mezza costa immettendoci in un valloncello che regalerà più tardi una vera e propria apparizione del Monte Rosa, raggiungendo il Pian di Verra inferiore in corrispondenza di un grosso masso triangolare  e della poderale che proviene da destra (mt. 2050).
Si percorre per intero il pianoro al termine di cui si individua il bivio per il magnifico Lago Blu i cui segnali indicano anche Rif. Mezzalama - Rif. Quintino Sella ed i numeri 7/8. E' possibile salire per questa via (che poi è quella da noi percorsa) per poi ricollegarsi al percorso originale tramite due ponticelli in legno che scavalcano il torrente di Verra fra le due morene che scendono ai lati del Gran Ghiacciaio di Verra. Viceversa seguendo la via originale, si svolta a destra su di un ponte, lungo la poderale, ma il tracciato risulta decisamente più monotono e non permetterebbe all'escursionista la visita al Lago Blu.  Si prosegue dunque nuovamente in bosco fino a raggiungere il laghetto dai coloro glaciali, ove l'evidente  traccia porta poi in corrispondenza dell'attraversamento del torrente (tramite i due ponti sopracitati) e conducendoci sulla morenica cresta del Rifugio Mezzalama.
La salita si fa decisamente più ripida, il percorso inizia ad esser maggiormente aereo  ed assolato poichè anche gli ultimi larici sono oramai scomparsi. Si sale seguendo la cresta (è possibile comunque un mezzacosta ben traccciato ed è ovvio e consigliatissimo percorrerle entrambe, una in salita e l'altra per la discesa).  Risulta piuttosto lungo e faticoso questo tratto (alternato anche da alcuni saliscendi) che lascia alla nostra destra i Piani di Verra superiore portandoci poi al rifugio Mezzalama; ovviamente già a metà percorso una pioggia copiosa ci accoglie tra i ghiacci del Rosa. Lo scenario diventa terrificante, suggestivo e ammaliante al tempo stesso. Il tuonare del crollo dei seracchi incute timore, il Gran Ghiacciaio di Verra ed il piccolo omonimo appaiono come per incanto in un dedalo di crepacci e seracchi, Castore, Polluce, Punta Perazzi, Roccia Nera, Punta e colle Felix, Gobba di Rollin, potrei non finire mai....alcune schiarite regalano magici giochi di luce...
Siamo a 3036 slm, thè caldo e si prosegue  sulla morena in direzione dei ghiacciai superando la piccola piazzola per l'elicottero.
Si incontrano quindi le prime roccette, che richiedono passi di semplice arrampicata, nulla di difficile sia chiaro, ma sempre massima attenzione;si giunge quindi alla lingua di ghiaccio del Grande Ghiacciaio di Verra, ove si calzano i ramponi e la picozza (quest'ultima non indispensabile bastano i bastoncini), e su traccia molto battuta si traversa questa piccola lingua di deiezione del ghiacciaio; al termine del facile attraversamento si inizia la salita al rifugio, che svetta sopra le nostre teste. Ci attende ora il tratto più difficile e ostico visto che circa la metà del dislivello tra un rifugio e l'altro è concentrato in questo tratto, nonchè il fatto che già molto dislivello pesa sulle nostre gambe.
Qui il terreno diviene ghiaioso e instabile, ogni passo va affrontato con estrema attenzione, anche per via della traccia che è molto vaga ( alcuni segni di vernice sulle roccette ma quasi mai evidenti, se poi si aggiunge le nebbie che spesso circondavano!!). In linea generale lo si affronta tenendosi  sulla sinistra e qui la piccozza serve come utile appoggio ed aiuto a mantenere l'equilibrio.
Un tratto attrezzato con passerelle di legno permette  di togliere i ramponi e alcune corde fisse aiutano non poco anche in considerazione della pendenza davvero notevole e del terreno qui friabilissimo. La terrazza del Rifugio Guide d'Ayas infine ci accolgie. E' magia...

In foto la seraccata terminale del piccolo ghiacciaio di Verra

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