Creato da black_rose_and_moon il 21/07/2011

Astral Night Reverie

Stargazers ride through virgin oceans...

 

 

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Say It Again

Post n°31 pubblicato il 07 Febbraio 2012 da fading_of_the_day
 

Appena prima di varcare la soglia del White Chair, Richard Glance diede un bel respiro, prese una boccata d'aria familiare, lasciando che quel groviglio di odori gli invadesse i polmoni. Erano diversi giorni che non si faceva vedere e quel sentore un po' stantio da sala corse gli era mancato. Forse era per il buonumore ereditato dai giorni passati, ma tanti aspetti di quel locale, tanti particolari, ora gli apparivano irrinunciabili.

Così Richard Glance si trovava di nuovo lì, in compagnia della sua birra al sidro, del tabellone delle freccette, del chiacchiericcio di sottofondo, fattosi insolitamente tenue, non molesto. E rifletteva, rifletteva sui soldi, su quelle banconote da cinquanta sterline che gli erano passate davanti agli occhi il giorno prima, come un fotogramma ininterrotto, un striscia di pellicola lunga un chilometro. Quelle banconote dall'aspetto così vivido, definito: metà nere e metà rossicce. Ne poteva avvertire ancora la consistenza rugosa, l'odore consunto, da macero. Non ne aveva mai viste tante così tutte insieme.

Gli venne in mente la possibile genealogia di quei pezzi di carta, la loro provenienza, tutte le mani che li avevano toccati. Gli affari che avevano visto concludere. Pensò che, in fondo tutto il danaro era, in una qualche misura, inquinato, corrotto. Fu attraversato da immagini di carghi di schiavi dal Senegal, di mani avide di dittatori sudamericani, di miniere di diamanti sudafricane. Ma forse non era necessario andare troppo lontano, nè figurarsi istantanee tanto estreme. Era sufficiente rimanere a casa propria, nella vecchia Britannia, aprire un quotidiano e leggera la cronaca nera locale. Si giungeva alla conclusione che, in fin dei conti, la capillarizzazione della malavita, dei traffici illeciti, non rendevano immuni nemmeno le categorie più insospettabili. In definitiva, anche il danaro che giungeva nelle mani delle infermiere più dedite, dei medici più preparati, dei poliziotti più solerti, anche quello era stato testimone di qualche mascalzonata, era frusciato tra mani equivoche. Anche quello era danaro sporco.
E forse anche il suo lo era o, chissà, lo sarebbe stato.

Quella nuvola di cotone in cui galleggiava la testa di Richard Glance, ad un tratto, si sciolse come zucchero filato. Qualcosa lo distrasse. Ad un tratto avvertì l'acuirsi del suo sesto senso, percepì la presenza, lo spostamento d'aria. La porta che si chiudeva ed i passi che si avvicinavano.

-Ho provato a chiamarti ma non ti prendeva il cellulare. E, così, ho pensato che potevi essere qui. E, a quanto pare, ci ho indovinato...

Il volto di Andrea Leitner riapparve, si manifestò di nuovo candido e voluttuosamente ingenuo. E questa volta il tono della sua voce, il suo tono era familiare, sorprendentemente confidenziale. Andrea si materializzò alle spalle di Richard. Poi, spostandosi di lato, lasciò scorrere una mano sulla sua spalla.

-Posso sedermi un po' con te?

Richard si distrasse qualche secondo, guardandola concentrò la sua attenzione sullo spazio tra il mento ed il labbro inferiore di lei. Non emise alcun suono, ma con gli occhi la invitò a sedersi. Ed i loro campi di forza si toccarono.

Andrea prese posto e si vedeva lontano un miglio che voleva parlare apertamente, aprire il torace e lasciar fluire fuori tutto quello che aveva. Ma all'ultimo si represse, decise di trattenere il torrente oratorio, di restare chiusa su sè stessa. Di respirare poco alla volta.

-Richard volevo, innanzitutto, ringraziarti di cuore. Perchè..... perchè sei stato importante.... Davvero importante..... Abbiamo sistemato quella faccenda....... Ed è solo grazie a te. E ti prometto.... ti assicuro, che riavrai i tuoi soldi quanto prima.

Mani giunte, Andrea allungò i gomiti sul tavolo e si avvicinò, con il busto proteso in avanti. La camicetta aveva gli ultimi bottoni maliziosamente lasciati aperti.

La stanza si fece improvvisamente più buia e Richard fu punto dal pensiero, dal vivace sospetto, che quell'intimità avrebbe potuto ucciderlo, che quella pressione che sentiva sul petto avrebbe potuto arrestare il suo cuore.

Richard non potè far nulla, perchè giunse senza preavvisi, giunse quella sensazione di burrasca, quel rivolo di lava che gli saliva dallo stomaco fino alla gola.

No, questa volta non si trattava dell'amore. Era qualcosa di ancora più fulmineo, lacerante. Perchè se l'amore viaggiava alla velocità del suono, quel sentimento di impotenza, di rassegnazione alla beatitudine che regalava la vista di Andrea Leitner, era un gas che evaporava, attraversava gli strati del corpo alla velocità della luce. Che partiva dalla pozza ribollente del cuore e ascendeva fino alla troposfera dei pori cutanei. Per poi rilasciare, con la morbidezza di un mantice, spore nel'aria calda che stazionava appena sopra la pella umida.

-Andrea non...non devi dirlo nemmeno per scherzo. Io....io avevo la possibilità di aiutarti e l'ho fatto. Ecco tutto. Sono sicuro che, a parti invertite, avresti fatto lo stesso anche tu.

Richard sorseggiò la sua Magners e tentò di riassemblare i pezzi della sua figura scomposta.

-Vedì
- proseguì lei abbassando lo sguardo - ho ripensato a questa situazione molto spesso nelle ultime ore e mi è parso che, quasi, tu mi abbia scelto. Per tirarmi fuori dalla buca. per traghettarmi dall'altra parte. Richard, per me sei stato un benefattore.

Andrea gli prese la mano. Richard socchiuse lentamente gli occhi come per aiutarsi, per radunare le forze, per ritornare padrone di sè stesso.

-Richard io ti devo molto e quasi....quasi mi vergogno per quello che sto per chiederti. Insomma, Richard, oltre per ringraziarti sono qui anche per un altro motivo....

-Andrea, sarei entusiasta di poterti aiutare ancora

-Vedi, l'altro giorno, durante la nostra conversazione, mi sei sembrato una persona molto addentro all'economia, al mercato delle materie prime, ai cambi valutari. Ecco, avrei proprio bisogno di uno come te....

 
 
 
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