Astral Night Reverie

Beginning

La giornata lavorativa era appena cominciata, nonostante fossero solo le 8 del mattino l'aria era già un po' calda, preludio di un'estate afosa.
Michael dava le spalle alla finestra, appoggiato al davanzale fissava la sua collega lavorare alla propria scrivania, all'improvviso sorrise e diede voce ai suoi pensieri "Mya, voglio i tuoi capelli"
Lo sguardo della ragazza si alzò per un attimo, sorridendo per quel buffo desiderio del collega, e ritornò a posarsi sullo schermo "Lasciali crescere e poi ti dirò come trattarli"
"C'è un modo più veloce per averli..."
"Ah, hai ragione, farti metterti delle estensioni" e questa volta Mya rise di gusto immaginandoselo con i capelli lunghi e mossi come i suoi.
"No, esiste un modo ancora più veloce e non artificiale"
"Quale?"
"Ecco, la soluzione sarebbe..." interrompendosi prese coraggio per avvicinarsi a lei "avere te..." fu così che le disse guardandola fissa negli occhi.
Mya rimase sorpresa dalle parole, ma ancora di più quando lui iniziò a baciarla dolcemente, spalancò gli occhi ma non si mosse; un desiderio nascosto in fondo al cuore era stato risvegliato ed ora emergeva facendola rispondere d'istinto a quel bacio inaspettato ma che, si rese conto solo in quel momento, bramava da tanto. Chiuse gli occhi e si alzò in piedi, lasciandosi andare all'abbraccio e ai baci di Michael, abbandonandosi alla sua delicatezza e sicurezza. E, all'improvviso, fu pervasa da una gioia immensa.

***

Fu questo il ricordo che travolse Michael, quell'episodio aveva dato inizio a tutto: un'estate bellissima, fatta di tenerezza e di passione forte; di amore vero, quello che lo aveva trascinato fuori dal mondo e racchiuso in una bolla fluttuante tra le onde di un oceano remoto, lontano da tutto e da tutti che non fossero la sua lei... e che, purtroppo, era scoppiata, seguendo la sua natura di fragilità.
Il risultato? Un presente ben diverso.

Michael spense la luce sopra quel quadro e su altre tele, fin quando un altro dipinto lo costrinse a fermarsi per farlo affogare nei ricordi. Il quadro raffigurava un tramonto con una coppia abbracciata sulla battigia, chiuse gli occhi e un lacrima solitaria disegnò una scia di acqua marina sulla sua guancia. I ricordi erano stati portati a galla dalla presenza di lei in quella stanza fino a poco prima, come se un vulcano dormiente fosse stato risvegliato dai passi mistici di una dea.
Gli tornò in mente la prima volta a mare con Mya e, in particolare, quando al tramonto la spiaggia si era svuotata ed erano rimasti soli a guardare il sole sparire dietro l'oceano, lui l'aveva stretta a se per tutto il tempo e, quando l'ultimo raggio era andato a nascondersi dietro quell'enorme massa d'acqua, l'aveva baciata. Il quadro raffigurava proprio quel momento, giusto un attimo prima che tra loro esplodesse la passione, dapprima violenta poi calma, di chi scopre il corpo e l'anima della persona amata, dopo averla tanto desiderata.

E ora, guardando il quadro, alla mente di Michael tornavano tutte le emozioni e le sensazioni di quella volta: sentiva l'odore della salsedine nell'aria e sul corpo di lei; sentiva la sabbia ruvida in contrasto con la morbidezza della sua pelle; vedeva brillare i suoi magnifici occhi del bagliore degli ultimi raggi di sole della giornata; sentiva il sapore delicato dei suoi baci.

Riaprì gli occhi e con le dita scacciò via le lacrime. Aveva da spegnere le luci di un altro quadro ancora, l'ultimo, quello che faceva più male: una distesa d'acqua fuori dalla finestra con un davanzale innevato e l'ombra di un uomo che si specchiava nel vetro, un quadro dipinto il giorno stesso in cui aveva consegnato a Mya una lettera. Pochi giorni dopo che la loro storia era finita.

Spense quell'ultimo faretto e si recò verso l'uscita, chiuse la porta blindata a custodia delle sue opere e corse lontano da quel tempio del passato.