Astral Night Reverie
Stargazers ride through virgin oceans...
fading_of_the_day (Black_Rose) & oltre_ogni_suono (Moon)
Messaggi di Maggio 2014
Tornato a New York, fui messo al corrente di due delle novità che il capo aveva in serbo per me: quando andai nel suo ufficio a recuperare la chiave del mio, mi disse che ero stato promosso e quindi il mio ufficio era stato spostato ai piani più alti. La terza novità mi piombò letteralmente addosso: mentre andavo verso il mio nuovo ufficio, una donna abbastanza in carne, sbucò correndo da un corridoio che si intersecava con quello in cui stavo camminando; mi atterrò, si rialzò velocemente e si scusò imbarazzatissima, poi andò via quasi correndo. La ritrovai accanto alla scrivania nella sala d'attesa del mio nuovo ufficio: appena mi vide arrossì violentemente e si torse nervosamente le mani ma, quando le dissi chi ero, credo abbia desiderato ardentemente di sparire per sempre sotto terra; fu con un filo di voce che si presentò e mi disse di essere la mia assistente, Julia. Julia non lavorava da poco come segretaria, ma era una di quelle ragazze un po' impacciate perché estremamente rispettose del prossimo, che vogliono dare il meglio di sé per far andare tutto liscio al proprio capo e che hanno sempre paura che qualcosa non vada per il verso giusto, risultando così molto ansiose. Per il suo primo giorno di lavoro con me, aveva scelto di indossare un tailleur pantalone grigio scuro e décolleté nere a tacco basso, era molto elegante e professionale; i suoi capelli rossi, leggermente ondulati, incorniciavano un viso rotondo sorridente, occhi verdi scurissimi e un tocco di rosa pallido sulle labbra. Ispirava simpatia e semplicità da tutti i pori, quella tipica persona di cui sai che puoi fidarti anche alla cieca. Stavo per farmi raccontare la sua carriera per rompere il ghiaccio, quando arrivò una bionda in tailleur-gonna con tacchi a spillo, borsa e gioielli, tutto in rosso corallo, il trucco era naturale ma sofisticato ad incorniciare i suoi occhi azzurro ghiaccio posti su zigomi perfetti, leggermente colorati di terra bruna. Mi tese la mano "Buon giorno Mr Neri, sono Catherine, la sua assistente personale, sarà un onore lavorare per lei". Le strinsi la mano e guardai prima lei e poi Julia, addirittura due assistenti personali? In quel momento pensai a che razza di generosa promozione mi aveva dato Mr Honney. Cathie e Julia si guardarono, quest'ultima fu la prima a distogliere lo sguardo, le presentai e si strinsero la mano con indifferenza. Si era creata un'atmosfera pesante, certamente mi era sfuggito, o stato omesso di dirmi, qualcosa. Chiamai Mary, l'assistente del mio capo, per chiederle se potevo parlare con lui. |
A Natale tornammo entrambi in Italia per trascorrerlo con la nostra famiglia, era poco più di un anno e mezzo che mancavamo da casa. In quella rimpatriata portò con lei John, era una bella occasione per presentarlo a tutti. Era il loro primo Natale come coppia, sembravano felici, lui un bravo ragazzo. Non avevo occhi che per Francesca, era come cambiata, maturata, sembrava un fiore sbocciato sotto i raggi tiepidi della primavera dopo aver trascorso un inverno schiacciato dalla neve, lottando con tutte le sue forze per sopravvivere alla rigidità dell'inverno. Era felice. *** Anche il Natale successivo ci vide tornare di nuovo tutti in Italia. Rivedere mia sorella fu una sorta di shock: provavo ancora un forte sentimento per lei, ancora quell'amore al di là del rapporto fraterno che avrebbe dovuto esserci tra noi; in quegli anni oltreoceano nessuna donna era riuscita a penetrarmi nel cuore quanto lei; il silenzio che ci gravitava attorno marcava ancora di più quanto mi mancava. La grande differenza rispetto al Natale precedente fu che Francesca e John erano un po' più freddi tra di loro, come avvizziti. Francesca mi sembrava stanca, stressata dal tanto studio. John stava facendo tirocinio in un grosso studio di avvocati e anche lui era come sbiadito. Andarono via subito dopo Capodanno, dovevano tornare ai loro impegni. Però credo che tornarono a Londra un po' più rilassati rispetto a quando erano arrivati, li vidi salire in taxi tenendosi per mano. *** Rimanendo, quando mio padre mi chiese di portarvi gli scatoloni del presepio, dell'albero e di tutte le decorazioni natalizie, dovetti fare i conti con la soffitta. Mi sentivo come un sopravvissuto alla guerra che, tornato alla sua casa, ne vede solo macerie: un uomo che cammina dove prima c'erano le stanze e accarezza gli spezzoni di muro superstiti, i resti di una porta o di un mobile, tutte le cose acquistate con tanti sacrifici o ricordi di persone care, di cui non era rimasto altro che la cenere. Camminai sulle tavole di legno dove mi sedevo da bambino a giocare in solitudine e quelle accanto, dove poi venne a sedersi Francesca e dove mi abbracciò mio padre quel giorno in cui la accettai. Quelle stesse tavole, avevano sorretto i nostri corpi quando facevamo l'amore o mentre ci coccolavamo e consolavamo; tavole che avevano accolto le nostre lacrime; accarezzai le travi che ci avevano visti crescere e ridere, che conoscevano i nostri segreti di bambini, adolescenti e giovani adulti. Mi accovacciai difronte alla finestra, travolto da quei mille ricordi, scoppiai in lacrime. Ognuna di esse sembrava una lama che si faceva strada fino al mio cuore, erano anni che tacevo quell'amore, che combattevo contro il dolore di saperla nelle braccia di un altro, che cercavo di convincermi che era meglio così. Ma la amavo da quando era nata, non riuscivo a smettere di farlo, non sapevo non amarla con tutto me stesso in modo disinteressato. Avrei voluto stringerla tra le braccia e dirle di venire via con me, lasciare John che la trascurava, troppo occupato a far carriera, un cieco che non si accorgeva dello stress della sua compagna. "Francesca" avrei voluto gridare, "non è giusto non averti". Si aprì la botola della soffitta, cercai di asciugare velocemente le lacrime con le maniche del maglione, come un bambino che vuole sembrare forte, ma che in fondo non lo è. Mio padre si avvicinò a me e, con una mano, si appoggiò alla mia spalla per sostenersi mentre si sedeva sul pavimento, mi accorsi di come la sua agilità di un tempo andava svanendo. Mi mise un braccio attorno alle spalle e mi attirò a sè, mi rividi bambino, ma non cercai di sottrarmi a quel contatto. Capii che, se volevo, potevo smettere di soffrire e trovare anche io la mia felicità. Così come aveva fatto Francesca, anche io potevo, e dovevo, voltare pagina. |
A New York fui risucchiato dagli impegni lavorativi, da un mondo e una lingua nuova da gestire, da nuovi amici e colleghi. Francesca, dopo l'anno sabbatico in cui stavamo insieme, era riuscita ad entrare in una prestigiosa università di Londra, come aveva sempre sognato. All'inizio fu dura, complici la lontananza e il suo vivere in una città in cui avevamo dato inizio al nostro amore clandestino. Dentro, Francesca serbava tutto il suo dolore e la voglia di lottare. Infatti, ogni volta che la sentivo mi diceva, convinta, che finiti gli studi mi avrebbe raggiunto, che avremmo trovato un modo per amarci ugualmente, che i nostri genitori avrebbero capito. Piano piano però accettò la nostra separazione: ne ebbi la conferma quando mi disse che aveva conosciuto un ragazzo simpatico, John, un nuovo amico che la aiutava a distrarsi e con il quale, insieme ad altre persone, passava serate o giornate spensierate. Si erano conosciuti in biblioteca, entrambi appartenevano a due gruppi di studio che poi si erano uniti e avevano cominciato a studiare insieme, me li immaginavo, una decina di ragazzi di varie età che si aiutavano a vicenda nello studio e nella vita. New York mi teneva molto impegnato e sapere che Francesca si stava abituando all'idea della lontananza mi rendeva più tranquillo, soffrivo meno anche io. *** Poi, una sera come tante, Francesca mi telefonò. Com'era ovvio, Francesca e John si misero insieme pochi mesi dopo quella telefonata: ogni volta che la chiamavo mi diceva che si stava preparando per uscire o studiare con lui. Lui la portava al cinema, al ristorante, al museo, al parco... Tutti luoghi in cui avrei voluto portarla per vivere come una coppia qualsiasi. Ovviamente ero geloso, ci stavo male, ma, al tempo stesso, ero contento per lei, per la sua rinascita, per la sua ritrovata felicità. Io me la sarei cavata, anche se non sapevo come. |
Era da un anno che la nostra storia andava avanti, ma non potevamo continuare in eterno a fare i clandestini. Lei non meritava una vita segreta con me, senza la speranza di poterci mai costruire un futuro. Prima finiva questo sogno, prima saremmo riusciti a ricucire le ferite che ci avrebbe lasciato. Presi una decisione importante e uscii dall'ufficio del mio capo con un sorriso triste nell'anima e il cuore sigillato. Perché era capitato a me un amore così bello ma proporzionalmente impossibile? Sì, Francesca, stavo scappando, separarci era la cosa giusta da fare. Da quel momento cercammo di non avere più contatti fisici, forse per abituarci piano al cambiamento. Cercai di partire il prima possibile. *** Nonostante avessimo fatto di tutto per anestetizzarci alla mia partenza, fu comunque molto doloroso salutarci. Lo facemmo in soffitta, era il nostro posto, non lo avevamo deciso di proposito, era stato il nostro istinto a portarci automaticamente lì. Francesca guardava fuori dalla finestra come in trance, la sua voce mi arrivò come un flebile sospiro "Staremo ancora insieme?" |
Le passeggiate, i pasti, il relax, ogni singolo momento, presero un altro sapore, quello dell'amore che avevamo tenuto nascosto persino a noi stessi e che, finalmente, avevamo trovato il coraggio di accettare. *** La sala da tè era gremita, fuori piovigginava e non ci sembrava estate, ma uno di quei giorni grigi alle porte dell'autunno. Guardai Francesca. Quel giorno aveva scelto di indossare dei jeans semplici, un paio di scarpe da tennis e una maglietta azzurra con la stampa di un bacio di labbra carnose dipinte di viola. Allungai il braccio verso di lei e subito pose una sua mano tra le mie. Salii lungo il suo braccio con le dita solleticandole l'interno del gomito, lei mise sul mio polso l'altra mano e iniziò a giocare con i miei braccialetti. Li fissava sorridendo, sognante e felice, e io sorridevo tra me e me, ammaliato dalla sua semplicità; liberai il braccio e portai le mie dita alle sue labbra pizzicandole e il suo sorriso si trasformò in un soffio di riso. *** Tornati a casa, c'era una sorta di barriera insormontabile che non ci permetteva di "violare" con l'intimità di coppia le nostre camere, troppo intrise della nostra infanzia e adolescenza. Inevitabilmente, la soffitta si trasformò nella nostra alcova. Quando non eravamo impegnati ad amarci e nei momenti di razionalità, le dicevo di smetterla, che se lo avessero saputo i nostri genitori sarebbero morti di crepacuore, che non era concepibile una cosa del genere nonostante non avessimo alcun legame di sangue. Vergavo, con le parole, una lista infinita di aspetti negativi che odiavo, erano solo scuse che volevano soffocare il nostro amore. Fosse stato per me e Francesca, avremmo fatto tutto alla luce del giorno. Lei avrebbe voluto gridare al mondo che, quando ci si ama davvero nella nostra situazione, non esiste perversione e non esistono barriere. Ma non poteva. A volte ce ne fregavamo di tutti questi ragionamenti e gioivamo del nostro amore amplificato da quel brivido di paura misto all'eccitazione del segreto; altre volte, Francesca si disperava per l'assenza di un futuro ed entrambi soffrivamo. Cedevo proprio per questo: se le stavo accanto stava un po' meglio; anche solo se la tenevo stretta, la sua anima non si spegneva; se la "allontanavo" si aggrappava a me con tutte le sue forze. Mi sentivo terribilmente in colpa. In bilico tra ciò che volevo e ciò che non potevo fare, incatenato a Francesca anche dalla sofferenza. E per lei era lo stesso. Ma, nonostante tutte le difficoltà, quel periodo fu, forse, uno dei più belli della mia vita. |
DALLE NOSTRE PENNE....
"Te Quiero"
(fading_of_the_day)
By Chance:
"Meet"
"Princess Tower"
"Broken Love"
"Dangerous Joke"
"Sunset"
(oltre_ogni_suono)
"Beyond Belief"
(fading_of_the_day)
"Sueños Baratos"
(fading_of_the_day)
"Nyota wa Maisha"
(oltre_ogni_suono)
"Angel's Punishment"
(fading_of_the_day)
"Promesse Da Marinaio"
(oltre_ogni_suono)
Magic Desire:
"Blackberries And Flute"
"Start"
"The First Oracle"
"Abyss"
(oltre_ogni_suono)
"The Drowning Age"
(fading_of_the_day)
"The Ghost Woman And The Hunter"
(fading_of_the_day)
Waterlily In The Soul:
"Storm"
"Mosaic Of Life"
(oltre_ogni_suono)
Attracted By Her Laughter:
"Wrong Love"
"Thanks"
(oltre_ogni_suono)
DALLE NOSTRE PENNE (II)...
White Chair Tales:
"Focus On The Black"
"The West Pole"
"Artful Plan"
"Uplifting"
"As The Past Withers"
"The Unbearable Lightness Of Money"
"What Lies Beneath"
"Stay It Again"
"Of Love And Death"
(fading_of_the_day)
Reflection Of Gold:
"Lived at night"
"Painted Sky"
"Extinguished"
"Reflection Of The Moon"
(oltre_ogni_suono)
The Real Things:
"Whisky And Ice"
"Luxury"
"Hypothesis"
"Golden Curls"
"Investigation"
"Investigation2"
"A New Emotion"
"I'm Changed"
"The Letter"
"Research"
"That Weight On His Legs"
(oltre_ogni_suono)
DALLE NOSTRE PENNE (III)...
Passion:
"Starting Fires"
(fading_of_the_day)
"Gazza Ladra"
(oltre_ogni_suono)
Passion:
"Celtic Dreams"
(fading_of_the_day)
Tell Me About The Ocean:
"Decision"
"Beginning"
"Fears"
"Ending"
(oltre_ogni_suono)
Passion:
"Tides Of Time"
(fading_of_the_day)
War:
"La Nebbia Purificatrice"
(oltre_ogni_suono)
DALLE NOSTRE PENNE (IV)...
Il Fiore Sbocciato:
"Alessandro"
"Francesca"
"Incomprensioni"
"A spasso per Londra"
"Follia"
"Non arrendersi"
"Decisioni (prima parte)"
"Decisioni (seconda parte)"
"Nido"
"Nuova Vita"
"Mary"
"Carl"
"Grattacapi"
"Cathie"
"Imbarazzo"
"Sorpresa"
"Perchè..."
"Fratello e Sorella"
"Russel"
"Centrare il bersaglio"
"Julia"
"Eva e Diabolik"
"Ritorno alle origini"
"Nessuno"
"Asce di guerra"
"Ingressi"
"Sposi"
"Tango"
"Taxi"
"Flashback"
"Gocce d'acqua"
"Fuggire"
"Epilogo"
(oltre_ogni_suono)
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