Creato da luvif il 12/06/2008

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« IL CLEBBE CAP 4AMICI PER SEMPRE »

IL CLEBBE CAP.5

Post n°51 pubblicato il 20 Marzo 2012 da luvif
 

Questo per sicurezza non lo dico, ma lo penso ormai da tanto tempo. A me il deputato non va giù per niente. Di questo son sicuro. I ragazzi non sono riusciti a invalidà i sindacalisti, se la sono cavata co le gambe rotte a sprangate;

trenta giorni d’ospedale

dice er Paese Sera. Così risparmio boni ottanta milioni. So pensieroso mentre aspetto Valeria fuori dalla stanza. Giunge anche suo fratello assieme a un tipo che non mi piace per niente. Sembra un armadio tant’è grosso, monta la tuta de jeans tutta sporca de grasso. Andrea me viene vicino sorridendo:

 - ciao Amedeo, te presento zio Rico lo sfasciacarrozze. – allungo la mano per niente soddisfatto.

 - piacere de conoscete Rico.-

me guarda truce:

- io te conosco, tu sei quello del clebbe. Comunque grazie per aver salvato a nipote mia. -

 – figurate, è stato un piacere.- 

ribatto senza sorridere, registrando la brutta aria che inizia a tirare. Rico continua a dire:

- forse è mejio se Valeria viene via con me e suo fratello.-

- chiedete a lei. –

ribatto facendo le spallucce. In quel mentre la bella nipote esce prendendomi sottobraccio.

– ciao zio Rico, non dovevi disturbarti, io vado con lui.-

felice di quelle parole mi avvio lungo il corridoio tenendomela stretta. Quel gigante mi urla dietro:

- attento a quello che fai pariolì, che so cazzi tua.- 

   A volte rimpiango di esse un bravo ragazzo sensibile e bene educato. Naturalmente fori che te trovo? Er camion de Rico lo sfasciacarrozze. Mentre passo me slitta l’anfibio e finisce sur valvolino della ruota anteriore. Che peccato, er trippa avrà un bel po da faticare a cambià la gomma.


Er clebbe ha gia aperto. La guido dentro, tenendola sottobraccio lungo il locale mezzo vuoto, ci sono solo un paio di giocatori d’azzardo che si giocano le bevute a briscola. Stecca è dietro il bancone che legge er corriere dello sport. Appena ci vede se precipita:

- Piacere di conoscerti Valeria, io so Pino.-

- stecca per gli amici.-

concludo io dandogli una manata sulla spalla.

– senti stè, oggi il clebbe e chiuso. Caccia fori sti alcolizzati e vattene a spasso, e nun te fa vede prima de stasera.

– porto Valeria  sul soppalco che nel frattempo ho ampliato, ricavandoci quasi un appartamento. Si lo so, tutta colpa dei soldi. Ho finito per comprare anche il garage. Il proprietario non era tanto d’accordo ma si sa, con le buone maniere si ottiene tutto. So bastate du sberle alla moglie, na vera cornacchia sapete. Comunque ora mi vogliono vendere pure il resto della casa, quattro bei appartamenti più l’attico dove abitano.  A madama dite voi? E chi li conosce, noi semo bravi regazzi, molto attenti a quello che facciamo.

 

Na notte a macchina der figlio loro ha fatto er botto, nantra vorta alla figlia le hanno strappato la gonna, certi tipacci in motorino, due capelloni dicono… artro che quei quattro stoccafissi de Roma violenta o quer mezza sega der commissario Girardi. Ce vojiono le palle pe fa certe cose, e tanto cervello.

Certo che Valeria è davvero bella, veste ancora la minigonna e la camicetta a fiori bianchi e verdi. Ha i capelli lunghi e lisci, fin sotto le spalle di un bel biondo cenere, tutto naturale. Ci à pure du belle bocce e a giudicà dalle curve sotto la minigonna a quadri, ha pure un bel mandolino. Per un attimo er core me se strigne a pensà agli stivaletti invernali che porta ai piedi,

pure con la sola bucata”

me ricordo scurendomi ancora de più. Non ci vole molto pe  ricordamme il motivo per cui sono quello che sono. Ancora me sveglio de notte co l’incubo delle ruelle merdose der  mi padre. Vorrei tanto somiglià ar Gobbo der Quarticciolo, nonostante la brutta fine che jie fecero fà.

M’è passata pure la vojia de scopà. Lo so ce vole poco e nu mè va che la mi ragazza susciti pena a chi la guarda.

– viè co me.-

dico tirandola per un braccio. Dieci minuti e parcheggio sulla tuscolana a far compere.

– te vojio fa un regalo –

specifico guidandola nel primo negozio che incontriamo. Tempo tre quarti d’ora e l’ho rimessa a novo, peccato pe le fasciature. Comunque le mani riesce ad usalle quasi bene e così la porto a magnà in un localino chic.  Valeria non fa che sorridere, annuisce se qualcosa le piace, storce il nasino se non le garba. Alla fine le ho speso un milione fra vestiti giacche e via dicendo.

Lei cerca di non fasse vedè, ma si compra pure calze, biancheria intima, prende addirittura delle calze da uomo, in filo di scozia. - Andrea - penso distratto dar suo sorriso felice. Abbiamo riempito il sedile posteriore della macchina. Me bacia all’orecchio mentre mi sussurra:

- ora possiamo tornare a casa tua.-

non ha voluto gioielli, e la capisco bene. A un certo punto esclama:

 

- fermati qui per favore.-

ubbidiente me fermo scodinzolante come un cocher. Lei indica na profumeria. Sorrido e le allungo un biglietto da centomila. Vicino casa c’è un negozio de mobili, e capisco anche d'avè bisogno de n'armadio novo. Insomma quel giorno vado in bianco, però ho reso davvero felice la mia donna. Sur tardi Arriva Andrea, stecca mi fa l’occhiolino indicando fori e fa un gesto con la mano. Fori ci sono una decina di compagni. Bella cosa il coraggio. Devo ammette che ha del fegato però. È entrato da solo. Gli vado incontro sulle scale:

- vieni, tua sorella è dentro.-

titubante mi segue, e vede Valeria seduta sul divano, che guarda la televisione, le mani fasciate in grembo, coi palmi in aria. L’avvicina e la bacia sulla guancia.

– come stai? –

le chiede. Lei lo sorride:

- mai stata meglio in vita mia. –

lui assume un’aria preoccupata:

- allora non torni a casa? –

le sfugge un sospiro e torce le labbra:

- no. Ora casa mia è questa.- 

finarmente il rosso sbotta:

- ma lo sai chi è sta gente? Avanti Amedeo, digli cosa fai per vivere.-

faccio le spallucce sorridendo,

- gestisco questo locale, -

dico con aria innocente. Lui non ci casca;

- diglielo a mi sorella che razza di gente sete tutti quanti.-

guardo Valeria dritto egli occhi, che noto sono verdi.

- tuo fratello è convinto che siamo dei sporchi fascisti, ma non è vero. Tu che sei comunista, non vai con la falce e martello sulla giacca, e i democratici non portano lo scudo crociato sulle spalle, come io ci porto la svastica.-

fa una smorfia schifata.

– allora perché la porti? E perché andate sempre in giro a spaccare teste? –

ora sta esagerando;

- io non vado in giro a spaccare niente, siete sempre voi che venite ad attaccarci, e la svastica la porto perché è un simbolo di potenza, incute paura e rispetto, ma non sono politicamente impegnato con nessuno. Guardati intorno, vedi forse qualche insegna del nuovo partito fascista? –

 sono furbo, molto furbo. Ma lui non molla.

– tu ti voi fa bello co mia sorella, ma sotto, sotto sei solo uno sporco fascista.-

- a ridajie! – sbotto, - ma sei de coccio! Io non sono fascista, e neanche nazista!-

si mette a urlare:

- allora porco mondo che cazzo sei? –

interviene Valeria,

- smettila Andrea, se ti dice che non è fascista perché non gli credi?-

si alza la maglietta, sullo stomaco, c’è ancora il tatuaggio della catena der Suzuki.

 

Questo me frega!

Penso allarmato. Di scatto alzo la gamba del pantalone a campana  fino ar ginocchio segnato da na lunga ferita e dico:

- tu allora che sei, n'infirtrato fascista nelle file dei bolscevichi? Perché questo se nun sbaglio me lo hai fatto tu, mentre un tuo amico mi teneva per le spalle. –

Valeria corre ad abbracciarmi inorridita e si scaglia contro il fratello:

- sei davvero una bestia sei. Guarda che ferita gli hai fatto al povero amore mio. Vattene via, che non ti voglio più vedere.- non gli resta che capitolare. Io però non intendo farmelo nemico e gli vado dietro dicendo a Valeria:

- lo accompagno alla porta che sennò qui stasera finisce tutto a puttane.-

appena fuori lo prendo sottobraccio e gli dico:

- senti. Smettila di comportarti così,  è vero ce le siamo date di santa ragione, ma con tua sorella è una cosa seria. Facciamo una tregua, ti va? –

 
 
 
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DISTRAZIONE, IL RACCONTO A QUATTRO MANI

NASCE "DISTRAZIONE" IL RACCONTO A QUATTRO MANI, DALLA GENIALE INVENTIVA DI LOSCRIGNO10 E LUVIF.

SEGUITE GLI SVILUPPI E CERCATE DI CAPIRE QUALE DEI DUE ARTISTI DI VOLTA IN VOLTA INTERVIENE A DARE VITA AGLI INTRECCI DELLA TRAMA.

QUANDO VEDRETE RISTAGNARE L'OPERA, PUO' ESSERE CHE GLI AUTORI ACCETTINO SUGGERIMENTI, MA NON E' DETTO...

 

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PRIMA RECENZIONE A PICCOLE PERLE

 
ScarpetteRosse.60 il 14/03/09 alle 17:24 via WEB
Bel libro, molto scorrevole. Quando lo inizi hai voglia di leggere tutte le storie, in ognuna ti pare di trovarti dentro e di viverla. Davvero bravo al mio amicone Nicoletta

 

IL BLOG SI RINNOVA

I° chiedo scusa per la moderazione; tranne le frasi offensive, pubblicherò tutte le risposte.

II° Via via sto eliminando quei post che mi sembrano superflui o non in tema con tutto il resto.

III° Non nascondo a nessuno che lo scopo di questo blog è di far conoscere a più gente possibile il mio libro "PICCOLE PERLE". Quale padre non è orgoglioso di mostrare al mondo intero il proprio figliolo?

IV° I post pubblicati su questo blog sono  l'aperitivo offerto dalla casa.

buona permanenza a tutti.

 

 

 

 

 
 
 

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