Creato da psike830 il 19/11/2005

1,nessuno&centomila

Le mie contraddizioni: vivo spegnendo incendi con la benzina

 

Messaggi di Gennaio 2008

Post N° 1255

Post n°1255 pubblicato il 30 Gennaio 2008 da psike830

Non ho molta voglia di fare, dondolerei sulle punte dei piedi per il resto della settimana se non temessi crampi improvvisi.

E' Carnevale, di nuovo.

Andrò nella vecchia soffitta e tirerò fuori vestiti di carnevale degli anni passati che mi ricorderanno-per la maggior parte-serate di libertà pura, di alcol e di amici.

Quest'anno invece mi rode, ho quello scazzo che deriva da troppe cose che non saprei definire e so già che qualcuno riuscirà a rovinarmi il carnevale e io glielo lascerò fare.

L'unica idea che mi fa andare avanti è che quasi sicuramente ti rivedrò, aspetterai che io capisca da cosa ti sei mascherato, sorriderai, mi lascerai due baci sulle guance e i tuoi occhi mi correranno dietro per tutta la sera, ma solo gli occhi perchè di più non avrò e non avrai.

E' carnevale, di nuovo.

 
 
 

Post N° 1254

Post n°1254 pubblicato il 28 Gennaio 2008 da psike830

ci sono molti tipi di attese

e tanti modi di attendere

 
 
 

Post N° 1253

Post n°1253 pubblicato il 25 Gennaio 2008 da psike830

Atlante

Ho solo bisogno di sentire ancora la vita che mi pulsa nelle vene.
Forse non eri tu, ma come riuscivi a farmi sentire, sarà stato il momento in cui sei arrivato, le cose che ti sei preso e quelle che hai dato, sarà che uscivo da quasi due anni di torpore e oppressione, sarà che tu eri pieno di idee e di iniziative, sarà che ne avevo bisogno.

Adesso invece è di nuovo tutto grigio e ovattato, le ali le sento di nuovo  legate dietro la schiena e non arrivo a sciogliere il laccio e più ci provo più diventa stretto.

Ho solo bisogno di sentire di nuovo la voglia di fare, di andare, di mangiare, di sognare, di studiare, di viaggiare e non solo di scappare e rinchiudermi, di isolarmi fuori da un mondo che sento troppo estraneo, in cui non trovo nemmeno un angolo da chiamare "casa".

Sarà che non mi sembra possibile siano già passati quasi tre anni dai batticuori e dagli appuntamenti, da ogni prima volta e dalle emozioni. Le emozioni quelle vere, quelle in cui il cuore continua a correre anche il giorno dopo al solo pensiero.

Ho solo bisogno di avere qualcuno con cui "condividere" perchè il mondo pesa troppo per portarlo su una sola spalla.

 
 
 

Post N° 1252

Post n°1252 pubblicato il 25 Gennaio 2008 da psike830

C'è il sole oggi, quel sole d'inverno che ti fa venir voglia di toglierti il maglione e sdraiarti su un prato appena umido a guardare le nuvoe che corrono in cielo.

ogni volta che rivedo la mia ex collega mi viene la malinconia, è un po' come specchiarsi, ritrovarsi, come vedere le cose dalla stessa angolatura.

La verità è che oggi ho capito di avere tante porte aperte davanti in cui non ho il coraggio di entrare e non avere il coraggio ti fa sentire inutile.

Claudio a reparto ci parlava del governo che è caduto, della voglia di fare qualcosa e dell'impossibilità di farla, degli anni che passano, delle generazioni che cambiano, della sfiducia che cresce, della precarietà delle cose.

io vorrei solo andarmene, ecco cosa vorrei: andarmene.

 
 
 

Post N° 1251

Post n°1251 pubblicato il 22 Gennaio 2008 da psike830

Apprezzo il tuo lottare ma non puoi pretendere che io faccia lo stesso. Ormai è qualcosa in cui non credo più e non ho abbastanza energia per combattere anche contro i mulini a vento.

 
 
 

Post N° 1250

Post n°1250 pubblicato il 12 Gennaio 2008 da psike830

Certi luoghi sembrano mantenere i ricordi che la tua mente non può più contenere.

Questo posto è sempre lo stesso,
io qui son sempre la stessa.

San Pellegrino, Viterbo.

Il bar Lucio, le sue scale, la mia ingenuità e un 2005 ormai troppo lontano.

 
 
 

Post N° 1249

Post n°1249 pubblicato il 09 Gennaio 2008 da psike830

Avere delle chiavi significa aver accesso ad un mondo, significa poter entrare ed uscire, chiudersi dentro, decidere quando andarsene o tornare.

Io ho perso le chiavi della mia vita, non so come sia successo, all'improvviso non riesco più a decidere, non riesco più a scegliere, ho perso di nuovo il controllo.

Desidero ciò che non posso avere e non lotto per ottenere quello che invece mi spetta e che mi piacerebbe possedere.

Lo so, me ne rendo conto, ma non riesco a fare nulla per cambiare le cose, sono come paralizzata e so che all'improvviso esploderò, come ho sempre fatto.

Devo sempre toccare il fondo per tirarmi sù, ed ogni volta è sempre più profondo.

Praticamente vivo la maggior parte della mia vita scendendo le scale del pozzo di San Patrizio e ho l'impressione che qualcuno continui a spingermi più e io glielo lascio fare.

Si può morire tante volte.
Troppe.

 
 
 

Post N° 1248

Post n°1248 pubblicato il 05 Gennaio 2008 da psike830

Guardarti attraverso il vetro di un bicchiere velato degli archetti di vino rosso, quello buono, una pizza a metà e una sera da vivere.
Mi mancano le piccole cose, i tuoi gesti morbidi, quella lieve inflessione dialettale, gli occhi marroni e vivaci come quelli di un bambino.

Chissà se l'altra notte è successo così anche a te.

Non riuscire a dormire perché il pensiero di te non se ne vuole andare e sentire quasi la tua pelle e l'odore, sentirsi di nuovo vivi.

E' una mancanza fisica, la sento nello stomaco, tra le dita, non è solo malinconia e ricordi, sei tu, non può essere qualcosa di semplice.

 
 
 

Post N° 1247

Post n°1247 pubblicato il 01 Gennaio 2008 da psike830

"... ho preso un bicchiere e l'ho spostato sul bordo del tavolo.
"Cadrà," ha detto lui.
"Esatto. Voglio che tu lo faccia cadere."
"Rompere un bicchiere?"
Si, rompere un bicchiere. Un gesto in apparenza semplice, ma che implica terrori che non giungeremo mai a comprendere appieno. Che cosa c'è di sbagliato nel rompere un bicchiere di poco valore, quando tutti noi, senza volerlo, abbiamo già fatto la stessa cosa nella vita?
"Rompere un bicchiere?" ha ripetuto. "Per quale motivo?"
"Posso spiegartelo," ho risposto. "Ma, in verità, è solo così, per romperlo."
"Per te?"
"No, è chiaro."
Lui guardava il bicchiere sul bordo del tavolo, preoccupato che cadesse.
"E' un rito di passaggio, come dici tu stesso," avrei voluto spiegargli."E' la cosa proibita. Non si rompono i bicchieri di proposito. In un ristorante, o nelle nostre case, ci preoccupiamo che i bicchieri non finiscano sul bordo del tavolo. Il nostro universo esige attenzione, affinchè i bicchieri non cadano per terra."
"Eppure," pensavo ancora, "quando li rompiamo senza volerlo, ci accorgiamo che non è poi tanto grave. Il cameriere ci dice: "Non ha importanza", e io non ho mai visto includere un bicchiere rotto nel conto di un ristorante. Rompere bicchieri fa parte del caso della vita e non provoca alcun danno reale: nè a noi nè al ristorante nè al prossimo."
Ho dato uno scossone al tavolo. Il bicchiere ha ondeggiato, ma non è caduto.
"Attenta!" ha detto lui, d'istinto.
"Rompi quel bicchiere," ho insistito io.
"Rompi quel bicchiere," pensavo, "perchè è un gesto simbolico. Cerca di capire che io, dentro di me, ho rotto cose ben più importanti di un bicchiere e ne sono felice. Pensa alla lotta che divampa dentro di te e rompi questo bicchiere. Perchè i nostri genitori ci hanno insegnato a fare attenzione con i bicchieri e con i corpi. Ci hanno spiegato che le passioni dell'infanzia sono impossibili, che non dobbiamo distrarre gli uomini dal sacerdozio, che gli individui non fanno miracoli e che nessuno parte per un viaggio senza una meta precisa. Rompi questo bicchiere, per favore, e liberaci da questi maledetti preconcetti, dalla mania che sia necessario spiegare tutto e fare solo quello che gli altri approvano."
"Rompi questo bicchiere," gli ho ripetuto.
Mi ha fissato negli occhi. Poi, lentamente, ha fatto scivolare la mano sul piano del tavolo, fino a toccare il bicchiere. Con un movimento rapido, lo ha spinto giù.
Il rumore del vetro infranto ha richiamato l'attenzione di tutti. Invece di mascherare il gesto chiedendo scusa, lui mi ha guardata sorridendo e io ho ricambiato il gesto.
"Non ha importanza," ha esclamato il ragazzo che serviva ai tavoli...."

Paulo Coelho

 

Dopo mezzanotte ho rotto un bicchiere.
Ho picchiato con la lama del coltello sul calice finché non s'è rotto.
Non l'avevo mai fatto.

Ma non mi ha aiutato molto.

 
 
 

JO

perché forse più bello che descrivere una grand’amicizia, è averne una.

 

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"...perchè le canzoni non ti tradiscono.
Anche chi le fa può tradirti,
ma le canzoni,
le tue canzoni,
quelle che per te han voluto dire qualcosa
le trovi sempre lì,
quando tu vuoi trovarle.
Intatte.
Non importa se cambierà chi le ha cantate.
Se volete sapere la mia,
delle canzoni,
delle vostre canzoni vi potete fidare..."

 
 

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