Stultifera Navis

Non sono ubriaco, ma diversamente sobrio

 


Vado alla ricerca della felicità naturale e possibile
sapendo che la felicità non è una meta,
ma un modo di viaggiare

 

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Mannaggia!

Post n°432 pubblicato il 08 Settembre 2016 da hieronimusb

Amo il mio lavoro, mi permette di viaggiare in Italia, in Europa e nel mondo , di non avere orari (e non sempre è un bene), di conoscere persone, di essere autonomo e spesso solo con i miei pensieri.

Lascio casa il lunedì e difficilmente torno prima del venerdì, poi lavatrici, stendino, stiro e sono pronto a ripartire, non faccio il camionista, ma ogni anno chiudo con circa 100.00 Km all'attivo.

Da qualche anno però sentivo la necessità di avere un aiuto, non riuscivo più a fare i lavori bene come avrei voluto, ma soprattutto ero stressato, la pressione era andata alle stelle .

Finalmente a Luglio di quest'anno l'azienda ha assunto un collega che è apparso subito entusiasta di questo lavoro. "Voglio andare, voglio fare", mi diceva ed io gli ho promesso che avrebbe potuto andare e fare finchè avrebbe voluto, ma prima un po' di affiancamento.

Abbiamo lavorato un po' insieme, l'ho portato con me a conoscere i clienti, ma soprattutto a vedere il mio metodo di lavoro che, da buon capricorno, richiede precisione ed affidabilità.

Paladino del concetto per cui l'esempio vale più della grammatica, gli ho mostrato che è importante tenere pulito ed ordinato il sito in cui si lavora, ma soprattutto che ogni cosa deve essere fatta con metodo.

"Si, certamente, è anche il mio modo"

Bene!

Questa settimana era previsto un lavoro di quasi routine da un cliente, uno di quelli molto esigenti.
Ci troviamo insieme il lunedì mattina a Modena ed iniziamo a lavorare, quando mi arriva una chiamata dalla Fiat di Torino. Il giorno dopo devo essere là.

"Guarda", gli dico, "Finiamo di smontare e facciamo la manutenzione, poi si tratterà solo di rimontare i pezzi nell'ordine segnato"

"Si si, va bene, stai tranquillo"

"Devi anche cambiare la valvola di destra a quella macchina e le sei valvoline sotto"

"Si, si va bene, stai tranquillo"

Era un lavoro che richiedeva non più di quattro-cinque ore.

Me ne vado a Torino, faccio i miei lavori, mi arriva la prima telefonata.
"Sai qeul raccordo bianco che c'è sulla valvola..."
"Si",

"Si è rotto"

Rotto? Come si è rotto? Va bene. gli dico di prenderne uno da una valvola che non lavora...

Da quel momento è iniziato il mio calvario decine di telefonate, centinaia di WhatsApp, alla fine sono le 9 di martedì sera, ed io sono già a Verona per tenere un corso di tre giorni ad un cliente e stremato gli dico che la mattina dopo sarò li.

Mercoledì mattina faccio Verona Modena ad ore antelucane e scopro che
a) Ha fatto scoppiare l'alimentatore di un PC
b) Ha scollegato dei cavi, ma non li ha segnati ed ora non sa dove e come collegarli
c) Per sostituire le valvoline di cui sopra ha scollegato i tubi e poi li ha ricollegati come gli pareva

Ci metto la mattina , sistemiamo tutto, avviso il cliente che finalmente potrà ripartire con solo mezza giornata di ritardo, e torno a Verona 

Inizio a fare il corso squilla il telefono, arrivano whtasapps e via dicendo. Finisco il corso e fino alle 19.30 sto al telefono finchè gli dico che il giorno dopo alle otto sarò di nuovo li

Stamattina, di nuovo Verona Modena, di nuovo trovo che non ha avvitato un paio di viti che sono finite in un ingranaggio e basta così...
La macchina sta funzionando ma lui inavvertitamente preme il pulsante di emergenza, tutto bloccato, ripartiamo da zero
A Mezzogiorno di nuovo torno a Verona, faccio il corso, di nuovo telefonate, adesso sono le otto di sera del quarto giorno, il cliente è incavolato come una biscia e mi ha detto che
1) Il mio collega se ne deve tornare a casa
2) domani mi vuole li e se la macchina non funziona ci passiamo li insieme il weekend

No, un aiuto così proprio non mi serviva

 

 
 
 
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INFO


Un blog di: hieronimusb
Data di creazione: 10/12/2008
 

UANDEO (E SE) MORIRÒ

Quando , (e se), un giorno morirò
non voglio un prete che mi parli di un dio in cui non credo
o di paradisi che non mi interessano,
di inferni che non ho meritato
e se un purgatoriò ci deve essere
non sarà diverso dal mondo in cui ho vissuto

quando , (e se), un giorno morirò,
non voglio tombe costruite come casa
nè che si estirpino  fiori
se il senso della vita deve essere
nel tornare da dove son venuto
sarà l'utero della terra la mia ultima casa

Quando, (e se) morirò
sarà perchè ho vissuto
in un lungo istante senza tempo
raccolto come seme che diventa albero e poi frutto
come il fiume che corre e corre per tornare al mare
senza pensare neppure un momento
che questa vita possa finire

Se e quando morirò,
sarà perchè ho cercato nell'ultimo viaggio
la chiave segreta del tutto

 Alex

 
 

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