Stultifera Navis

Non sono ubriaco, ma diversamente sobrio

 


Vado alla ricerca della felicità naturale e possibile
sapendo che la felicità non è una meta,
ma un modo di viaggiare

 

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« Ars Moriendi26 Marzo »

Quel maledetto aereo per Lahore

Post n°541 pubblicato il 22 Marzo 2017 da hieronimusb

Nessuna imprecazione, solo un rimando ad un celebre western dove c'erano un treno e Yuma.

Sono finalmente arrivato a Lahore al quarto tentativo, dei primi due ho già dato notizia, ma il più clamoroso è stato il terzo.

Tutti presenti come scolaretti alla partenza per la gita noi che avevamo già fallito gli appuntamenti 1 e 2, rispettivamente domenica sera e lunedì mattina, ci siamo presentati alle 19.30 fuori dall'hotel con le nostre brave borse in mano e tanta, tanta speranza.

Siamo arrivati all'aeroporto di Abu Dhabi, fatte tutte le procedure di sicurezza per cui è stato grazioso vedere le hostess togliersi le scarpine e saltellare sui piedini nudi per oltrepassare il metal detector , ci hanno imbarcati, quando l'aereo ha rollato sulla pista e si è alzato, tra me e me ho pensato "E' fatta! Arriverò là alle cinque di mattina, ma almeno ci sono".

Ci hanno ovviamente offerto la cena e mentre mi stavo gustando il mio momento di relax provando a schiacciare un pisolo, la mappa che riporta lo stato del volo è improvvisamente cambiata, da una spezzata a due frammenti si è trasformata in un triangolo.
Subito dopo, quasi a volermi togliere ogni speranza su un presunto baco del software, l'aeroplanino ha iniziato a virare ed anche la percezione sui movimenti dell'aeromobile è stata la stessa.
"scusate è il capitano che vi parla, stiamo tornando ad Abu Dhabi perchè l'aeroporto di Lahore è impraticabile a causa nebbia."

Così alle 2.30 del mattino eravamo di nuovo tutti al punto di partenza, ci hanno dato i pass provvisori, abbiamo nuovamente passato le misure di sicurezza ed ognuno si è organizzato per passare la notte.

C'era una ragazza molto bella, alta, occhi neri profondi, naso importante che indossava un bellissimo sari bianco e arancione. Lei è stata seduta cinque ore composta ed in silenzio al tavolino di un bar. Questa è signorilità. Aveva le mani ed i piedi decorati con l'hennè, che è un segno di festa per gli islamici, ma mi ha davvero colpito perchè un portamento così regale può solo avere sangue di principessa nelle vene.

C'erano poi famiglie con bambini che hanno corso come matti tutta la notte su e giù per i corridoi dei gates

E poi c'ero io stravaccato per terra, tra l'ultima fila di poltroncine e la vetrata dove sono riuscito ad appisolarmi e dormire un paio d'ore.
Non mi hanno disturbato gli annunci emanati ad alto volume , il problema vero è stata l'aria condizionata a manetta che ha sparato tutta la notte e che mi ha procurato un mal di testa feroce, per cui alle 5.30 vagavo per l'aeroporto che non chiude mai a cercare una pastiglia perchè le mie erano nella valigia nella pancia dell'aereo.
Ci conoscevamo ormai tutti, almeno di vista, una grande famiglia di zombie che stamattina era assolutamente rincoglionita, non appena chiudevo gli occhi mi addormentavo.

Poco prima di atterrare mi consegnano la l'immigration form, metto la mano nella taschina della giacca dove , insieme al passaporto tengo la penna ed improvvisamente mi sono svegliato di botto.

Azz... dove è il passaporto? L'ultima volta che me lo ricordo ce lo avevo in mano quando sono salito sullì'aereo. Che mi sia caduto mentre mettevo su la valigia? Che mi sia scivolato?
Il problema è che non sto atterrando in un posto qualsiasi della cara vecchia Europa, ma in un paese che da anni convive con terrorismo ed altro per cui non hanno alcuna voglia di scherzare.

Sto già sudando freddo quando una forma da sotto il maglione mi fa tirare un sospiro di sollievo, avevo mancato il taschino, ma si era fermato tra la panza e la cintura, pericolo scampato.

L'aereo rulla sulla piasta di atterraggio e finalmente un applauso liberatorio si leva da questa massa di disgraziati, ci stringiamo la mano congratulandoci a vicenda per avercela finalmente fatta a raggiungere questa località che non è molto distante dall'ubicazione dello Shangri-la, ma a quanto pare è irraggiungibile allo stesso modo.

Ed ora sono qui, in camera, con due guardie armate fuori dalla porta, sulla sicurezza i miei committenti non scherzano per nulla

 
 
 
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Un blog di: hieronimusb
Data di creazione: 10/12/2008
 

UANDEO (E SE) MORIRÒ

Quando , (e se), un giorno morirò
non voglio un prete che mi parli di un dio in cui non credo
o di paradisi che non mi interessano,
di inferni che non ho meritato
e se un purgatoriò ci deve essere
non sarà diverso dal mondo in cui ho vissuto

quando , (e se), un giorno morirò,
non voglio tombe costruite come casa
nè che si estirpino  fiori
se il senso della vita deve essere
nel tornare da dove son venuto
sarà l'utero della terra la mia ultima casa

Quando, (e se) morirò
sarà perchè ho vissuto
in un lungo istante senza tempo
raccolto come seme che diventa albero e poi frutto
come il fiume che corre e corre per tornare al mare
senza pensare neppure un momento
che questa vita possa finire

Se e quando morirò,
sarà perchè ho cercato nell'ultimo viaggio
la chiave segreta del tutto

 Alex

 
 

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