Stultifera Navis

Non sono ubriaco, ma diversamente sobrio

 


Vado alla ricerca della felicità naturale e possibile
sapendo che la felicità non è una meta,
ma un modo di viaggiare

 

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« FineC'era un tempo sognato.... »

Pensieri di sera

Post n°531 pubblicato il 15 Febbraio 2017 da hieronimusb

La micia è sdraiata sul divano, abbandonata con le zampe avanti a se, la testa appoggiata a lato e gli occhi aperti fissi nel vuoto , l'impressione che mi da è di una tristezza infinita.
E' insolito questo atteggiamento! Di solito ha un'aria molto signorile, ti guarda e non favella oppure scatta a destra e sinistra o ancora resta ad osservare ciò che accade attorno a lei con l'aria distaccata di chi appartiene ad un altro pianeta.

Questa sera invece mi sembra che abbia dentro un dolore profondo, quasi una sorta di pensiero metafisico che va oltre il suo lato animale, guardare quegli occhi, quello sguardo è guardare un'anima, quel buio scuro degli occhi sono lo specchio di un'anima consapevole di se.

Quasi automaticamente la accarezzo, prima dalla schiena alla coda, poi sulla testa ed infine sotto il collarino. Le piace un sacco, abbassa le orecchie, chiude gli occhi ed assume un'aria che può solo essere deinita goduta.

Mi sdraio e faccio per prendere il libro, ma lei mi sale sul petto, le zampe avanti a se, il muso ad un centimetro dal naso e mi guarda come a dire "beh? Che fai? hai già smesso?"; allora riprendo ad accarezzarla e lei riattacca con il suo roon roon, si allunga verso di me, mi lecca il naso, per un attimo ho l'impressione che voglia baciarmi. E' lo stesso meccanismo che accade con una donna, lo stesso atteggiamento, lo stesso sguardo ed io mi chiedo se sia proprio solo istinto animale.

Mentre Meecha mi guarda ho la netta impressione che lei sappia esattamente cosa accade, quale sia il nostro rapporto, lei è venuta a chiedere affetto , lei aveva bisogno di amore, perchè questa sera stava sperimentando la solitudine.

E mi torna in mente il "Canto del pastore errante dell'Asia", dove il Leopardi rivolgendosi alla Luna si interroga sulla sua tristezza,  sulla sua solitudine , sul tormento che gli da la vita ed invidia il gregge , che può stare ore ed ore, senza provare noia, inconsapevole del suo destino, rapido a dimenticare ogni dolore, ogni danno, ogni timore.

Affrontando lo sguardo della gatta sono certo che lei non  sia inconsapevole del mondo e di ciò che ci circonda, lei che qualcuno aveva deciso dovesse morire appena nata e che invece si è salvata. Questo animale non si muove solo per istinto, questo essere vivente ha dentro di se un'anima vera che la rende differente da ogni altro essere vivente, non solo un ammasso di cellule ed impulsi elettrici, ma una forza vitale che sottende ad ogni operazione e coordina , qualcosa che rende il tutto maggiore della somma delle sue parti.
E sicuramente è questo ciò che chiamiamo anima, la differenza tra un essere vivente ed il suo corpo inerte che non per niente viene detto "inanimato".

Anche la mia gatta porta con se un pezzettino di eternità, un pezzettino di Dio, anche la mia gatta, come me, sente a volte la solitudine di essere separata dal tutto.

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Commenti al Post:
gigliodamore
gigliodamore il 16/02/17 alle 18:03 via WEB
Mai nà gioia!! ^_*
 
 
hieronimusb
hieronimusb il 16/02/17 alle 21:27 via WEB
Ma no? Perchè? In fondo esistere è anche questo. Essere consapevoli di essere soli, ma non per sempre :)
 
lab79
lab79 il 18/02/17 alle 04:31 via WEB
(Che sia allora la solitudine, la condizione naturale della vita? E vivere in fondo non sia altro che cercare di spezzare questa solitudine?)
 
 
hieronimusb
hieronimusb il 18/02/17 alle 07:52 via WEB
Credo di si! !Credo che la condizione generale dell'uomo sia la solitudine, come sarà di fronte all'ultimo viaggio, potranno esserci cento intorno a noi, ma la porta la varcheremo da soli.
In alcuni casi si sperimenta prima questo passaggio
A me sembra chiaro che gli'esseri viventi, almeno la maggior parte, sono sociali per necessità, perchè l'istinto naturale di ognuno è l'egoismo.
Ma egoismo vorrebbe appunto dire solitudine, misantropia e questo fa più paura ancora della socialità e del rinunciare ad occuparsi solo di se stessi
E qui ci sono varie reazioni.
C'è chi riesce ad occupare il proprio spazio vivendo in pace con se e gli altri, chi diventa un parassita chi subisce questa socialità diventando alienati ed altri invece sono animati da una spinta differente che li fa andare verso gli altri.
 
Stolen_words
Stolen_words il 18/02/17 alle 10:28 via WEB
diciamocelo : la canzone è bella *
 
 
hieronimusb
hieronimusb il 18/02/17 alle 11:35 via WEB
Se ti riferisci a Fossati, molto :o)
 
   
Stolen_words
Stolen_words il 18/02/17 alle 15:57 via WEB
Alla canzone di Fossati , a chi sennò?
 
     
hieronimusb
hieronimusb il 18/02/17 alle 17:07 via WEB
Vabbè, era sotto al post della meecha :o)
 
     
Stolen_words
Stolen_words il 18/02/17 alle 18:04 via WEB
oddio che sbadata mi sono accorta adesso ..che figura di beeepppp :)
 
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Un blog di: hieronimusb
Data di creazione: 10/12/2008
 

UANDEO (E SE) MORIRÒ

Quando , (e se), un giorno morirò
non voglio un prete che mi parli di un dio in cui non credo
o di paradisi che non mi interessano,
di inferni che non ho meritato
e se un purgatoriò ci deve essere
non sarà diverso dal mondo in cui ho vissuto

quando , (e se), un giorno morirò,
non voglio tombe costruite come casa
nè che si estirpino  fiori
se il senso della vita deve essere
nel tornare da dove son venuto
sarà l'utero della terra la mia ultima casa

Quando, (e se) morirò
sarà perchè ho vissuto
in un lungo istante senza tempo
raccolto come seme che diventa albero e poi frutto
come il fiume che corre e corre per tornare al mare
senza pensare neppure un momento
che questa vita possa finire

Se e quando morirò,
sarà perchè ho cercato nell'ultimo viaggio
la chiave segreta del tutto

 Alex

 
 

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