Stultifera Navis

Non sono ubriaco, ma diversamente sobrio

 


Vado alla ricerca della felicità naturale e possibile
sapendo che la felicità non è una meta,
ma un modo di viaggiare

 

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Messaggi del 04/08/2016

04/08/2016

Post n°406 pubblicato il 04 Agosto 2016 da hieronimusb

Ad un amica che è stata importunata sul web ho consigliato di ignorare gli idioti che approfittano dell'anonimato per insultare, scrivere volgarità, scaricare le proprie frustrazioni o pulsioni su soggetti che in quel momento non si possono difendere...

... poi apro il giornale e ci trovo due ennesimi casi di femminicidio, una donna data alle fiamme ed un altra accoltellata ed allora mi accorgo che l'idiota sono io che penso da maschio, agisco da maschio e affronto le cose da maschio.

.. essere una donna è diverso, molto diverso.

Una donna non può affrontare il suo antagonista a brutto muso, stringendo i pugni e portandosi contro l'altro, una donna non può, solitamente far uso della forza fisica perchè la sua natura chiede che le sue caratteristiche siano altre, una donna può solo usare la parola, la persuasione e sperare...

Sul suo Buongiorno oggi Gramellini scrive "Nel medioevo si bruciavano le streghe , oggi le donne che dicono no".

Credo che le etnie, le culture, le religioni siano importanti per lo sviluppo dell'individuo sociale, ma sono sempre più convinto che la nostra programmazione di base sia il nostro lato animale.
Forse è vero, come scrive Mancuso nel suo libro sull'anima, che noi ci siamo evoluti, che il progetto che sta alla base dell'Universo e che porta ad una crescita costante, ad un'evoluzione costante ci conduca verso il bene, la giustizia, come sommi valori , ma poi non appena distolgo gli occhi dalle pagine del libro vedo che in realtà siamo da sempre fermi o peggio stiamo tornando indietro.

Gli stupri di branco , come quello della quindicenne casertana, non erano neppure pensabili nella mia adolescenza, maschi e femmine andavamo a scuola insieme, si giocava insieme, si facevano attività insieme, ma sempre con quel misto di meraviglia, timore, speranza, emozioni che nascevano da qualche punto nel profondo e che sapevamo si sarebbero manifestate un giorno in un rapporto d'amore profondo.

Ora so che anche quella era utopia, l'amore non è qualcosa che esiste a prescindere, ma è fuoco che brucia le carni di chi lo alimenta, se non essitono due persone che si amano o si rispettano l'amore non esiste.

Quello che non so è che cosa provano, su cosa basano il loro vivere insieme i ragazzi oggi quali sono le loro speranze, in un mondo dove lo stupro di gruppo viene definito in gergo "passaggio", dove sparisce la connotazione individuale e personale della vittima diventata solamente un oggetto, come fosse una canna o una sigaretta.

La rivoluzione sessuale degli anni 60 e 70 ci ha solo illusi di entrare in una nuova epoca, una donna che diceva "io sono mia" suonava ai nostri orecchi come qualcosa di bellissimo, di rivoluzionario appunto, eppure se si ascoltano le interviste fatte alle ragazze di allora ci si accorge dell'errore grossolano alla base.

"L'amore libero", tanto decantato allora, veniva vissuto in due modi: Dalle donne come segno di emancipazione, esco dal semplice ruolo di procreatrice per riappropriarmi della mia sessualità, del mio piacere, che metto al servizio della mia crescita personale ed anche della coppia che formerò quando avrò trovato l'uomo giusto.
I maschi lo vivevano invece come un sistema per cui ogni donna dovesse essere disponibile SEMPRE e per chiunque lo desiderasse.

Non scopi? Non sei emancipata!

Ora ditemi che differenza c'è tra il troglodita che picchiava la clava in testa alla futura moglie e la nostra società di oggi.

Una differenza c'è o almeno mi pare di vederla ed è il fatto che le donne hanno continuato sul loro cammino, o almeno ci provano a continuare, gli uomini, non tutti per fortuna, sono rimasti indietro senza più il ruolo che credevano la natura avesse dato loro, senza alcuna base per potersi innalzare , uscire dalla buca in cui hanno voluto restare e riprendere il cammino con le compagne.

Va da se che se non si cammina insieme non si va più da nessuna parte.





 
 
 
 
 

INFO


Un blog di: hieronimusb
Data di creazione: 10/12/2008
 

UANDEO (E SE) MORIRÒ

Quando , (e se), un giorno morirò
non voglio un prete che mi parli di un dio in cui non credo
o di paradisi che non mi interessano,
di inferni che non ho meritato
e se un purgatoriò ci deve essere
non sarà diverso dal mondo in cui ho vissuto

quando , (e se), un giorno morirò,
non voglio tombe costruite come casa
nè che si estirpino  fiori
se il senso della vita deve essere
nel tornare da dove son venuto
sarà l'utero della terra la mia ultima casa

Quando, (e se) morirò
sarà perchè ho vissuto
in un lungo istante senza tempo
raccolto come seme che diventa albero e poi frutto
come il fiume che corre e corre per tornare al mare
senza pensare neppure un momento
che questa vita possa finire

Se e quando morirò,
sarà perchè ho cercato nell'ultimo viaggio
la chiave segreta del tutto

 Alex

 
 

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