Stultifera Navis

Non sono ubriaco, ma diversamente sobrio

 


Vado alla ricerca della felicità naturale e possibile
sapendo che la felicità non è una meta,
ma un modo di viaggiare

 

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Messaggi del 07/08/2016

Bottiglie

Post n°409 pubblicato il 07 Agosto 2016 da hieronimusb

"Posso esserle utile?", il commesso dell'enoteca mi si avvicina mentre con lo sguardo scorro le file di bottigle disposte ordinatamente sugli scaffali.
"Sto cercando una bottiglia per un'occasione speciale" dico, e aggiungo subito, "ma non vorrei farle perdere tempo, do' solamente un'occhiata".

Scartando gli champagne, e gli spumanti che non corrispondono alla mia idea di occasione speciale, mi aggiro nel negozio... leggo le etichette.

Ho deciso che il prezzo non sarà un parametro fondamentale nei criteri di scelta, deve però corrispondere a determinate mie sensazioni, difficile spiegare quali, ma per un occasione speciale, non ci può essere un vino qualunque, sono convinto che quando avrò in mano la bottiglia giusta si accenderà una lampadina.
Faccio tre volte il giro del negozio, ma la lampadina continua a rimanere spenta e abbandonata in qualche punto della mia mente.
Esco sotto lo sguardo annoiato del commesso, non ho acquistato nulla, ma almeno non sono un rompiballe che mette a soqquadro il negozio senza acquistare nulla.

Per me è diverso è il quarto negozio che visito oggi e non ho ancora trovato
ciò che cerco.
Guardo l'ora , cavoli , devo andare a pendere Giulia al catechismo. Salendo le scale tra i palazzi bellavista posso passare sotto al municipio e sbucare in piazza della parrocchia.
Detto fatto abbandono Via Palestro e mi addentro nel vicoletto senza nome che porta alla scalinata.
Un'insegna cattura la mia attenzione, "BOTTIGLIERIA".
Cavoli, ma qui è dove c'era  il garage di Claudio, con cui andavo a lavorare ai tempi della
Westinghouse, per anni lo ho aspettato qui davanti, da quanto tempo c'è questo negozio? e chi mai sapeva che qui ci fosse un negozio!
D'accordo è praticamente in centro al paese, ma io ad esempio lo ho trovato proprio per
sbaglio.
In fondo alla mia mente una piccola luce inizia a brillare. In vetrina ci sono alcune bottiglie di aspetto strano, grappe aromatizzate al segno zodiacale. Simpatiche confezioni che riportano sul vetro i simboli dello zodiaco nella rappresentazione stilizzata.
.
"Ad ogni segno il suo sapore", recita un cartello esposto. I prezzi non sono decisamente popolari, ma decido di entrare lo stesso.
Un campanello suona mentre apro la porta. Dal fondo del negozio dietro una tenda che copre la parete, mi giunge una voce, "Arrivo subito, guardi pure se trova qualcosa che la soddisfa."
Obbediente mi guardo attorno. Il locale non è grande, ovviamente un garage, Claudio doveva fare manovre particolari per entrare, però è stipato fino all'inverosimile di bottiglie dalle forme più strane, a collo lungo ,lunghissimo, a stelo, a torciglione.
Anche i liquidi contenuti in esse hanno aspetti leggermente fuori dal comune, i nomi poi.
"Malinconia d'autunno" leggo su un etichetta, la bottiglia è panciuta in basso, poi il collo improvvisamente sottile si piega a formare un solenoide, quattro cinque spire, poi di nuovo in verticale chiusa da un minuscolo tappino di sughero.
Non posso fare a meno di fare mentalmente i complimenti ai creatori di questa opera d'arte.
Dentro si agita una sostanza che pare fumo, o nebbia, evoca una sensazione di freddo, di umidità.
Convinto che qui troverò ciò che cerco telefono ad Annamaria in parrocchia per dirle di tenere presso di se Giulia quando uscirà dal catechismo, tarderò di un quarto d'ora al massimo.

"Chi abbiamo qui?", la voce mi sorprende mentre sto riponendo il cellulare, mi volto e mi trovo di fronte un uomo abbastanza anziano, completamente calvo, con un elegante vestito grigio, camicia azzurra e cravatta pure grigia.
Su tutta questa eleganza indossa un grembiule da lavoro completo di pettorina che stona un po' con il vestito.
Dietro gli occhialini rotondi si agitano due pupille di un azzurro profondo che mi guardano furbette..
"Buondì giovanotto", sentirmi definire giovanotto mi provoca un moto di ilarità "in cosa la posso servire?"
Ripeto la mia solita solfa "Sto cercando una bottiglia per un occasione speciale!"

"E' un po' vago! tutte le occasioni sono speciali!", la risposta mi lascia un po' disorientato, e il negoiante continua "Se vuole che l'aiuti mi deve dire che tipo di occasione vuole festeggiare, qui ne abbiamo per tutti i tipi!"

Come faccio a spiegargli che l'occasione non si è ancora verificata, ma che
spero vivamente accada un giorno e che per quel giorno voglio essere preparato?

 Come faccio a spiegare a qualcuno che un'amica si sta arrendendo? Forse per troppe delusioni, forse perchè troppi hanno approfittato della sua voglia di amare o forse ... e adesso vuole chiudere le porte alla possibilità di innamorarsi ancora ?

Come faccio a spiegare che lo strano rapporto che mi lega a lei non è amore, cioè si è una forma di amore, ma non proprio quel tipo di amore..., ma..... insomma ho promesso che avrei cercato una bottiglia speciale per festeggiare con lei la prossima volta che sarà innamorata, perchè sono sicuro che accadrà.

Soprattutto come faccio a spiegare  tutta questa angoscia, queste emozioni, per una donna che non ho mai incontrato?

"E' un po' difficile da spiegare" inizio.
"Beh se vuole parlarmene .. personalmente ho un mucchio di tempo, se lei non ha fretta, mi racconti pure, anzi venga di là in laboratorio le offro qualcosa da bere e intanto chiaccheriamo", e aggiunge "sà non passa molta gente da queste parti."

Lo so bene, nascosto com'è!, mi viene in mente di dirgli che al posto di questo negozio c'era il garage di un mio amico, servirà a stabilire un filo comune che ci leghi, sarà più facile intendersi dopo

Cerco sempre di vedere se esiste un punto d'incontro , un minimo comune denominatore tra me e i miei interlocutori, mi serve per riuscire a sintonizzarmi sulla stessa frequenza di emozioni, per stabilire un legame più stretto e profondo.
colo ma interessantissimo laboratorio chimico, vasetti, ampolle, spirali, beccucci bunsen, distillatori occupano una intera parete, ordinati per dimensione e tipo.

Il vecchietto si è disinteressato momentaneamente a me e sta trafficando vicino a quello che pare un bancone di lavoro, non riesco a vedere cosa stia facendo perchè lo spazio è estremamente esiguo e la sua sagoma mi copre la visuale, alcuni lampi rossi illuminano a tratti la parete davanti a lui.
Mi guardo ancora in giro, ci sono due sedie e un tavolino in un angolo addossati alla tenda. Sul tavolo in un vassoietto di legno dorato con arabeschi che si rincorrono per l'intera cornice ci sono due bicchierini da liquore colorati.
E poi altre bottiglie strane.
Ne prendo delicatamente una in mano, parrebbe spezzarsi ad ogni alito, base piatta a tronco di cono , anche questa si stringe in un collo che punta verso l'altro, poi piega di 180 gradi decisamente verso il basso, ad un paio di centimetri dal fondo altra curva di 90 gradi per cui il tappo rimane parallelo al tavolo. E' piena di un liquido bianco come il latte,
sull'etichetta leggo 'Ricordi d'infanzia'.
"Forse è meglio che quella la lasci stare, i tuoi occhi mi dicono che abusi leggermente di quel liquore", mi dice il vecchietto che intanto mi è arrivato alle spalle.
Prende invece un'altra bottiglia, più normale ( a parte il fatto che non ha un fondo d'appoggio ed infatti conduce la sua esistenza su di un trespolod'argento) , riempie i bicchierini, quindi mi invita a servirmi..
Prendo quello più vicino a me, e ne assaporo il profumo, nella mente mi esplodono colori, profumi di limoni selvatici, di tiglio, di spezie, il colore è un'ocra opaco, come fosse terra, terra rossa argillosa.
Il sapore ricorda vagamente il tè alla menta, ma più fresco e con una punta di gelsomino. Sforzo gli occhi nel tentativo di leggere l'etichetta, il vecchio si accorge della mia difficoltà, sorride prende nuovamente la bottiglia e mi permette di leggerla.
"Ho pensato che fosse appropriato " mi dice. Sull'etichetta c'è scritto "Nostalgia d'Africa".
Ho improvvisamente caldo e mi sento a disagio, cosa sta succedendo, che ci
faccio qui, chi è costui.

Sorridendo della mia evidente agitazione questo strano personaggio si appoggia allo schienale della sedia e mi dice "Così  stai cercando una bottiglia per un occasione particolare!"  E' passato al tu con naturalezza, ma questo lungi dal darmi sollievo accresce in me la sensazione che ci sia qualcosa di sbagliato in tutta la faccenda, ho la strana impressione  che questo tipo sappia di me e della mia ricerca molto più di ciò che lascia trasparire.

"Vedi ", sta continuando, "una bottiglia, per quanto bella , finchè rimane vuota  non realizza il suo scopo. Una bottiglia è fatta per contenere qualcosa, e questo qualcosa rende la bottiglia stessa credibile", una lezione di filosofia spicciola, "Ci sono bottiglie semplici che contengono vini pregiati, queste verranno continuamente riempite e si svuoteranno per dare soddisfazione agli intenditori, ci sono bottiglie bellissime che nessuno berrà mai, perchè il loro contenuto è insignificante e allora vengono tenute su un mobile, in bella vista...inutili."

Mi guarda "Non pensi che sia così anche per gli uomini?", annuisco pensando a quante bottiglie vuote conosco bottiglie importanti e sussiegose, piene di liquidi colorati, verdi gialli rossi, belli allo sguardo, inutili per chi ha sete.

Inizia ad essermi più simpatico.

"Ma adesso dimmi di te, non mi hai detto niente, dobbiamo pur scegliere bottiglia e contenuto no?". Tocca a me e non mi tirerò indietro.

Il tempo è scandito dallo sgocciolio dei distillatori mentre racconto ciò che provo dentro, mi viene facile, naturale, sento che il mio interlocutore capisce al volo ciò che dico.

E' come ... come ... se si rinfrescasse le idee, mi guarda fisso come ad essere sicuro che sto dicendo tutto, che sto vuotando il sacco. Annuisce su certi passaggi come se spuntasse mentalmente alcune situazioni.

 Ho finito, ho detto forse più di ciò che avrei voluto, di ciò che era necessario, mi sento più rilassato ma non tanto da appoggiarmi allo schienale.

Una mano fresca si appoggia sulla mia, poi mi indica il banco di lavoro
La luce nella mia mente diventa un faro
Sul bancone c'è lo spettacolo più bello che abbia mai visto.
Una bottiglia con la base sferica, sulla parte superiore otto cannucce si dipartono a raggiera, si diramano verso l'esterno poi con una curva dolce, si rituffano in una sfera più piccola che rimane all'interno del loro abbraccio

Da questa altre otto cannucce si riversano allo stesso modo in una nuova sfera, da cui finalmente parte il collo lungo e affusolato.
Un liquido vi sta scendendo lentamente , e capisco che  er arrivare alla boccia più in basso deve prima riempire le altre, percorrendo le cannucce.
La prima sfera è completamente piena, la seconda anche, ma il liquido è fermo, non riesce a scendere in quella più grande.
Sul bancone l'etichetta già pronta scritta con la stessa bella calligrafia dice "Gocce d'amor ritrovato"
Il vecchietto guarda la bottiglia e scuote la testa con aria pensierosa, "Dovrò filtrarlo ancora! Ci sono ancora troppe scaglie di solitudine", dice tra se, "e poi ... e poi...c'è qualcosa che non riesco a capire, qualcosa che blocca la discesa del liquido."
Guardo la bottiglia il liquido è come sospeso , ha un colore rosso talmente vivo che sembra risplendere di luce propria.
"Ci sto lavorando, ci sto lavorando, e ci riuscirò non dubitare! ", poi si rivolge a me " Ma la tua amica non deve abbandonare la speranza MAI!"
Mi guarda con quegli occhi azzurri luminosi... grandi
Mi accorgo che sto guardando i led della radiosveglia, senza occhiali non vedo i numeri anche se sono grandi come una casa. Cerco gli occhiali sul comodino, sono le 5.14 di lunedì 22 maggio.
E' stato tutto un sogno.
Mi alzo e mi vesto, preparo la caffettiera ed esco in cortile.
Sono un civettuolo, mi piace quest'aria pulita e questo silenzio. Mi piace pensare al mondo rannicchiato su se stesso nel tentativo di raccogliere le forze per prepararsi ad un nuovo giorno.
Ripenso al sogno
Sorrido!

 

 
 
 
 
 

INFO


Un blog di: hieronimusb
Data di creazione: 10/12/2008
 

UANDEO (E SE) MORIRÒ

Quando , (e se), un giorno morirò
non voglio un prete che mi parli di un dio in cui non credo
o di paradisi che non mi interessano,
di inferni che non ho meritato
e se un purgatoriò ci deve essere
non sarà diverso dal mondo in cui ho vissuto

quando , (e se), un giorno morirò,
non voglio tombe costruite come casa
nè che si estirpino  fiori
se il senso della vita deve essere
nel tornare da dove son venuto
sarà l'utero della terra la mia ultima casa

Quando, (e se) morirò
sarà perchè ho vissuto
in un lungo istante senza tempo
raccolto come seme che diventa albero e poi frutto
come il fiume che corre e corre per tornare al mare
senza pensare neppure un momento
che questa vita possa finire

Se e quando morirò,
sarà perchè ho cercato nell'ultimo viaggio
la chiave segreta del tutto

 Alex

 
 

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