Stultifera Navis

Non sono ubriaco, ma diversamente sobrio

 


Vado alla ricerca della felicità naturale e possibile
sapendo che la felicità non è una meta,
ma un modo di viaggiare

 

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Messaggi del 16/08/2016

16 Agosto 2016

Post n°415 pubblicato il 16 Agosto 2016 da hieronimusb

Più che un quartiere di case vecchie, il rione dove sono nato e cresciuto può essere definito un rione di vecchie case.
E' il più vecchio del paese, dopo ovviamente gli insediamenti nobiliari della parte alta e vanta ricordi del XVII secolo.
La mia stessa casa è vecchia, con la cantina a volte ha festeggiato i 350 anni, ma non si pensi ad una casa storica, uno di quei palazzi che si vedono nei centri storici con i soffitti a cassettone ed il portone di ferro battuto.
La mia casa è una povera casa di contadini, ma che per 350 anni ha dato rifugio e riparo a famiglie, ha sentito vociare bambini, ha salutato anziani che se terminavano serenamente la loro esistenza terrena

Letteralmente in questo rione, unico bambino tra tanti anziani, ho imparato il senso dellia vita  e della morte che non è quella cosa brutta di cui si parla, di cui parla una preghiera orribile che mi facevano leggere i salesiani, ma è piuttosto il riposo do una lunga giornata, la possibilità di chiudere gli occhi sapendo che ogni cosa è al suo posto e si può finalmente dormire e magari, addormentandosi, ritrovare i vecchi amici.

"Guarda , di là deve essere proprio un bel posto"
"Ma come fai a dire una cosa così?"
"Hai mai visto nessuno tornare indietro?"

Questo piccolo scambio di battute regalava ad un bambino di pochi anni che conosceva solo il piemontese, la sensazione che fosse tutto a posto, tutto bello e che anche quelli che partivano in fondo non se ne andavano, non scomparivano andavano in un posto ancora più bello.

Adesso quel bambino è cresciuto, il rione si è ancora trasformato, di quelli che conoscevo non c'è quasi più nessuno, eppure le lezioni di vita che ho imparato allora sono ancora alla base del mio sentire di oggi.

Tutti gli anni ritorno qui in questo giorno, festa di San Rocco, mi faccio 400 km per andare a messa, non perchè sia devoto, ma perchè in quest'occasione ci ritroviamo tra di noi tra quelli che sono passati ed hanno vissuto lungo questi dorsi di case che proteggono i cortili aperti sui campi.

Sempre noi e sempre meno, gli ultimi sopravvissuti di un'epoca. una razza in via d'estinzione dove la lingua ufficiale è il piemontese.

Per tanti anni, 32, 34, non ricordo con Liliana siamo stati organizzatori ed animatori della festa del rione, che era la seconda festa del paese dopo quella patronale.
E prima di noi c'erano stati mio padre e mia madre e prima ancora....

Non è guardare al passato, è sapere dove sono le nostre radici 

La festa (si può vedere a lato della cappella il banco di beneficenza)

Oggi


La via, questa a sinistra è la mia casa, dalla parte opposta la casa della mia nonna

 
 
 
 
 

INFO


Un blog di: hieronimusb
Data di creazione: 10/12/2008
 

UANDEO (E SE) MORIRÒ

Quando , (e se), un giorno morirò
non voglio un prete che mi parli di un dio in cui non credo
o di paradisi che non mi interessano,
di inferni che non ho meritato
e se un purgatoriò ci deve essere
non sarà diverso dal mondo in cui ho vissuto

quando , (e se), un giorno morirò,
non voglio tombe costruite come casa
nè che si estirpino  fiori
se il senso della vita deve essere
nel tornare da dove son venuto
sarà l'utero della terra la mia ultima casa

Quando, (e se) morirò
sarà perchè ho vissuto
in un lungo istante senza tempo
raccolto come seme che diventa albero e poi frutto
come il fiume che corre e corre per tornare al mare
senza pensare neppure un momento
che questa vita possa finire

Se e quando morirò,
sarà perchè ho cercato nell'ultimo viaggio
la chiave segreta del tutto

 Alex

 
 

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