Stultifera Navis

Non sono ubriaco, ma diversamente sobrio

 


Vado alla ricerca della felicità naturale e possibile
sapendo che la felicità non è una meta,
ma un modo di viaggiare

 

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Messaggi del 27/09/2016

Non tutte le donne sono adorabili

Post n°450 pubblicato il 27 Settembre 2016 da hieronimusb

Ieri sera, in un impeto sportivo-socializzante, ho mandato un uozzapp al mio amico Beppe per andare oggi in qualche bar a vedere insieme la partita di Champions della Juve.
Ci siamo accordati che sarei passato da casa sua alle 20.15 per andare al solito bar.

Per quella faccenda di diavoli, pentole e coperchi, la giornata di oggi che avrebbe dovuto essere tranquilla, non lo è stata per niente su vari fronti ed io mi sono ritrovato alle 17.15 che ero ancora a Correggio, a 300 Km di distanza.

300Km in tre ore si possono fare, se poi trovi una coda per lavori tra Parma e Piacenza la faccenda si complica tanto che , avessi ascoltato la mia volontà , sarei rimasto a casa, ma ogni impegno è debito per cui alle 20.15 in punto suonavo il campanello di casa di Beppe.

Ci conosciamo da quasi 30 anni, è proprio quel che si definisce un amico, sempre disponibile a dare una mano, socievole, allegro, insieme quel che ci vuole per affrontare questa vita.

Arriviamo al bar, ci scegliamo un tavolino ancora libero e poi vado a prendere la birra ed a farmi preparare un primo visto che non avevo ancora cenato.
Ho appena iniziato a gustarmi un piatto di ravioli al radicchio conversando tranquillamente quando improvvisamente sento un puzzo di portacenere , sulla sedia di fianco a me si siede una signora che avrà la mia età, forse poco più, che appoggia pacchietto di sigarette e accendino sul tavolo proprio a fianco al mio piatto.

Si sa, durante le partite di calcio i tavolini dei bar sono al servizio di tutti quindi non faccio storie, anche se un "posso?" sarebbe stato gradito.

"Sono buoni quegli agnolotti?", mi chiede rivelando l'alito di chi ha cercato di mascherare la bagna cauda con qualche mentina.

Se avessi voluto fare il saccente le avrei spiegato che gli agnolotti sono di carne, mentre con il ripieno di magro sono ravioli, ma abbozzo e attingendo alle ultime risorse di educazione le dico che si, sono buon.

"Sono panan e prosciutto?"
"No sono al radicchio"
"A me piacciono di più panna e prosciutto"
"....."
"Però quelli sembrano buoni"

Per un attimo ho pensato che mi avrebbe anche chiesto di farglieli assaggiare.
Cerco di continuare la mia conversazione con Beppe ignorandola quando
PAAAFFFF

una botta con il giornale sul tavolo..
"C'era una mosca"
"Si, grazie, ma io sto mangiando e vorrei evitare che brandelli di mosca mi volino nel piatto"

"Ma le mosche danno fastidio"
Mi sono trattenuto dal dirle che non sono solo le mosche che danno fastidio

Comunque per tutta la partita
"Quello ha proprio una faccia di merda", riferito a questo o quel giocatore
"Ma cosa fai, non sei capace"
"Ma di li devi tirare"
PAFFFF
"Anche quello ha una faccia di merda"
"E bravo quello lo sanno fare tutti"
PAFFFF
"Stronzo"
PAFFF

Ora a me il turpiloquio dà fastidio, in bocca ad una donna ancora di più.

Ho mentalmente pregato il signore del tempo che accelerasse e che quella tortura finisse in fretta, al fischio finale sono schizzato in piedi e mentre tentavo di conquistare mi ha ancora detto "bella partita, ci vediamo alla prossima"

No, Giuro che no! piuttosto vado a vedermi un film di Massimo Boldi!



"

 
 
 

Esercizi di stile

Post n°449 pubblicato il 27 Settembre 2016 da hieronimusb

Di mestiere faccio il tecnico, il mio compito è analizzare le situazioni legate ad alcune macchine per trovare il guasto o il malfunzionamento, perchè solamente in pochi casi si ha la fortuna di un errore fisso, ripetibile, riproducibile, più spesso la macchina non funziona come dovrebbe e non si capisce perchè, ma c'entra in qualche modo la teoria del caos e la farfalla che batte le ali a Pechino.

E' un mestiere che allena a guardare sempre le cose nel loro insieme, mentre mi accorgo che la caratteristica più comune dei miei interlocutori è quella di soffermarsi al particolare, di insistere a guardare solo un pezzetto, perdendo così di vista quello che sarebbe l'obiettivo della discussione.

Dopodichè vengo accusato di avere sempre ragione o di rigirare le frittate e questa è la mia maledizione.

Approcciandomi  alla vita con gli stessi strumenti che uso per il lavoro però mi accorgo che le situazioni che questa presenta sono sempre in numero finito, varie scenette con lo stesso canovaccio, ma interpreti differenti.

Soprattutto mi sembra di capire che l'Esistenza nella sua magnanimità vuole darmi modo di apprezzare le varie sfumature di questi mascheroni che mi costringe a recitare e così ho provato il ruolo del traditore e del tradito, di chi non ama più e di chi non è più riamato, fino alle specializzazioni più ardite.
Da uomo sposato con amante che deve , (e vuole), uscire di casa, all'amante della donna sposata che deve, (e vuole), uscire di casa.

Ho quindi modo di recitare la stessa scenetta da angolazioni diverse, come un esercizio di stile o un gioco di ruolo, riesco a vedere, a capire , a conoscere i pensieri che stanno nell'altra testa perchè vi trovo gli stessi pensieri che avevo io.

Nella fattispecie si scontrano due fattori importanti, il sogno e la realtà che si elidono a vicenda e se non c'è forza abbastanza nel sogno, la realtà prende il sopravvento semplicemente perchè agire è sempre più difficile che mantenere lo status quo.


E non è vero che ogni storia è differente, la trama è sempre pressochè identica e neppure forzandola si riesce a cambiarne il senso o lo svolgimento al massimo si anticipa la fine.

C'è un che di ineluttabile in tutto questo , ma la domanda che mi pongo a questo punto è se sono io che mi cerco situazioni da studiare o è proprio l'Esistenza o chi per essa che ha deciso che mi devo fare una particolare esperienza?

E perchè poi?

Cercasi urgentemente storia normale , (che poi darò il mio contributo a non farla diventare banale).




 
 
 
 
 

INFO


Un blog di: hieronimusb
Data di creazione: 10/12/2008
 

UANDEO (E SE) MORIRÒ

Quando , (e se), un giorno morirò
non voglio un prete che mi parli di un dio in cui non credo
o di paradisi che non mi interessano,
di inferni che non ho meritato
e se un purgatoriò ci deve essere
non sarà diverso dal mondo in cui ho vissuto

quando , (e se), un giorno morirò,
non voglio tombe costruite come casa
nè che si estirpino  fiori
se il senso della vita deve essere
nel tornare da dove son venuto
sarà l'utero della terra la mia ultima casa

Quando, (e se) morirò
sarà perchè ho vissuto
in un lungo istante senza tempo
raccolto come seme che diventa albero e poi frutto
come il fiume che corre e corre per tornare al mare
senza pensare neppure un momento
che questa vita possa finire

Se e quando morirò,
sarà perchè ho cercato nell'ultimo viaggio
la chiave segreta del tutto

 Alex

 
 

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