Stultifera Navis

Non sono ubriaco, ma diversamente sobrio

 


Vado alla ricerca della felicità naturale e possibile
sapendo che la felicità non è una meta,
ma un modo di viaggiare

 

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Messaggi del 15/10/2016

Sono un feticista?

Post n°464 pubblicato il 15 Ottobre 2016 da hieronimusb

Fermi tutti! So che siamo in fascia protetta, ma proprio il fatto che ne scriva all'ora di Cena è sintomo della mia intenzione di affrontare l'argomento senza pruderie ed in misura che non esiterei a definire scientifica.

La riflessione è nata poco fa quando cazzeggiando su internet, (il verbo è quanto mai adatto alla circostanza), mi sono imbattuto nel blog di una signora dove tra giochi di chiaroscuro una ragazza ammiccava vestita solamente di un paio di autoreggenti.
(ovviamente non citerò il blog, si dice il peccato, ma non il peccatore)

"Deliziosa cosina" direbbe il poeta!
Io che poeta non sono ho notato come quell'indumento portato così, con disinvolta sensualità, le stesse addosso molto bene, tanto che non avrei neppure pensato di levarglielo ed è stato in quel momento che in un angolino della mente dove abita , (in condizioni di estrema miseria ed abbandono, va detto), la mia coscienza puritana , una vocina mi ha detto "sei un feticista".

"Sono un feticista?" mi sono detto immediatamente colpito dalla vocina.
Porsi dei dubbi è sempre lecito, ciò che ho imparato è che di solito è meglio non porseli ad alta voce.
Quando , durante l'ultima cena Giuda disse a Gesù, "son forse io Signore?" si era semplicemente posto il dubbio di essere un traditore; la risposta di Gesù, "Ma vedi un po' te!"  gli ha tolto ogni dubbio, ma quel che è peggio lo ha tolto anche agli altri e per Giuda è stata la fine.
Forse se si fosse posto la domanda solo intimamente , avrebbe potuto scrivere anche lui un Vangelo e la sua carriera non sarebbe finita così miseramente.

Chiusa la parentesi, mi sono posto il dubbio di cosa fosse un feticista, ed allora sono andato su Wikipedia a leggere "Per feticismo si intende la parafilia consistente nello spostamento della meta sessuale dalla persona viva nella sua interezza ad un suo sostituto; ciò che la sostituisce può essere o una parte del corpo stesso, o una qualità, o un indumento, o qualsiasi altro oggetto."

Azz, già quando leggi "parafilia", pensi subito ad una brutta malattia .

"Il feticismo si differenzia dalla semplice preferenza dettata dai gusti personali, che tutti hanno, per il fatto che la presenza del feticcio diviene una condizione indispensabile per raggiungere l'orgasmo. In mancanza del feticcio, infatti, il feticista non riesce ad avere l'appagamento sessuale."

Ricordo tempo fa un amico che sosteneva che la prima posizione del Khamasutra è facilissima e la conoscono tutti, la seconda è già più complessa perchè bisogna almeno essere in due e per me è così, per raggiungere l'appagamento sessuale ho assoluta necessità che con me ci sia una donna, almeno una.
Oddio, in condizioni estreme posso anche farne a meno, ma se veramente vogliamo parlare di appagamento , non posso esulare da questo aspetto.

Sono dunque malato?

Scorrendo filologicamente le due affermazioni tratte da Wikipedia posso stare tranquillo, non considerando la donna un'oggetto, esco dal novero dei feticisti, mentre mi sa che ci entrano parecchie altre persone.

Il mondo dei fetish però è estremamente vario e divertente, ci sono ad esempio quelli che amano vestirsi di pelle.
Devo dire che anche a me piace la donna vestita di pelle, ... della sua pelle però, non di quella di qualcun altro, men che meno pelle o pelliccia di qualche animale, trovo che questa periferia del femminile che è la pelle di una donna sia l'appagamento dei sensi tutti.

Poi ci sono quelli che si vestono di gomma, si chiama latex e credo che come divinità abbiano l'omino Michelin, un rapporto di quel genere credo sia come fare un pit stop nella formula uno.

Mi piacerebbe però fare un giro, serio, rigoroso e scientifico nel mondo dell'abbigliamento femminile , lo ritengo utile al mio outing odierno per capire di più se sono malato oppure no.

Il feticismo più conosciuto è quello dei piedi. A parte i piedini di bambola con cui vengono torturate le donne orientali, (e qui non c'è nulla da ridere perchè ha la stessa brutalità delle mutilazioni genitali), qui da noi in occidente un simbolo del sex appeal sono i tacchi alti e la ragione è presto spiegata, un tacco alto innalza la statura della donna, (altezza mezza bellezza) e slancia il polpaccio.
So che le paperine sono molto più comode, ma fanno dei polpacci come quelli di Barzagli e si rischia di fare il paragone con quelli che vediamo sui campi di calcetto.

Un accenno particolare sui piedi va alle unghie, in un paio di sandalini, delle unghie smaltate fanno subito pensare ad una donna che ha cura di se anche nei particolari, i colori sono a scelta, ma pare contengano messaggi sessuali abbastanza espliciti.
A me piace il rosso o il rosa, il color avorio non mi dice nulla, il colore nero mi ricorda che ci può essere una passionalità, ma spesso problematica e conflittuale oppure una martellata.

Poi ci sono le calze e qui servirebbe un libro intero per parlarne.
Lasciamo perdere il gambaletto velato modello antistupro che ha lo stesso effetto di una secchiata d'acqua gelata e lasciamo anche perdere le morbosità da vero feticista come sono i calzettoni bianchi da educanda , la scelta va tra autoreggente, calza e reggicalza, collant.

Pare incredibile, ma ci sono anche amanti dei collant che sono oltremodo comodi, ma c'entrano con la sensualità come l'olio d'oliva con i profiteroles.

Non fa grande differenza tra autoreggente e calza con reggicalze, quello che conta è che non c'è da perdere tempo a sfilarle se proprio si ha fretta, sono un modello pret a tomber.
Ciò che è importante pare sia il colore, il contrasto con la pelle, quindi nero su pelle bianca, bianco su pelle nera e si capisce come, poverette, le orientali e le pellerossa siano discriminate.
Bianco su pelle bianca sa tanto da sposa e torniamo al concetto del feticismo.

musica di Quark a sfumare....

(E mo' che immagine ci metto qui?)

 
 
 
 
 

INFO


Un blog di: hieronimusb
Data di creazione: 10/12/2008
 

UANDEO (E SE) MORIRÒ

Quando , (e se), un giorno morirò
non voglio un prete che mi parli di un dio in cui non credo
o di paradisi che non mi interessano,
di inferni che non ho meritato
e se un purgatoriò ci deve essere
non sarà diverso dal mondo in cui ho vissuto

quando , (e se), un giorno morirò,
non voglio tombe costruite come casa
nè che si estirpino  fiori
se il senso della vita deve essere
nel tornare da dove son venuto
sarà l'utero della terra la mia ultima casa

Quando, (e se) morirò
sarà perchè ho vissuto
in un lungo istante senza tempo
raccolto come seme che diventa albero e poi frutto
come il fiume che corre e corre per tornare al mare
senza pensare neppure un momento
che questa vita possa finire

Se e quando morirò,
sarà perchè ho cercato nell'ultimo viaggio
la chiave segreta del tutto

 Alex

 
 

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