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« Il sogno nel RinascimentoSogna »

L'interpretazione dei sogni nell'antichità

Post n°9 pubblicato il 27 Maggio 2013 da margheritaotto
 

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Continuo a parlare della materia onirica proprio come in un sogno. Viaggio nel sogno. Lascio  andare la fantasia dove vuole, come in un gioco di libere associazioni. Spazio dalla pittura, ai desideri, ai bisogni e agli ideali dell'uomo, all'incubo del male, al timore della guerra. Intreccio con chi legge e lascia un commento un discorso senza limiti e condizionamenti sul sogno. Tesso un percorso analogico e logico nello stesso tempo.

Considero che il sogno è un'attività del pensiero umano, nata con l'uomo. Il sogno accompagna l'uomo fin dagli albori della civiltà. Mi domando che cosa significa la realtà nel sogno e il sogno nella realtà?

Ebbene, sin dai tempi più remoti l'esperienza onirica ha avuto un'importanza fondamentale nella vita umana. Nella preistoria l'uomo si serviva dei sogni per le attività di caccia e le decisioni più importanti. Le pitture rupestri nelle Grotte di Lascaux in Francia possono essere considerate la raffigurazione di un sogno: una battuta di caccia, che si conclude con l'uccisone di un bisonte. Il disegno a carboncino è come un sogno a occhi aperti: rappresenta un desiderio, un ricordo, un rito propiziatorio.

Nell'antichità classica, i sogni erano considerati messaggi degli dei e, pertanto, avevano carattere magico. Il primo sogno di cui si ha testimonianza storica fu  inciso su tavolette d'argilla essiccate al sole. Risale al 2000 a. C. e narra il sogno premonitore dell'eroe Gilgamesh.

 

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 Il sogno di Gilgamesh.

Gilgamesh svegliatosi rivelò il sogno a sua madre e disse:
"Madre, stanotte ho avuto un sogno.
Nel cielo sopra di me, luccicavano le stelle.

E qualcosa simile al firmamento di An mi cadde addosso!
Io tentai di sollevarlo ma era troppo pesante per me.
Io tentai di spostarlo ma non riuscii a maneggiarlo...

La saggia Rimat-Ninsun che conosce ogni cosa,
comprese, così parlò a Gilgamesh:
"Figlio mio... un compagno forte verrà da te,
 

uno che può salvare la vita di un amico,
egli è potente nella montagna, egli possiede la forza.

La sua forza è così grande come quella del firmamento di An.

Tu lo amerai come una moglie e lo terrai stretto a te
ed egli avrà sempre cura della tua salute.
Il tuo sogno è buono e favorevole".

(Epopea di Gilgamesh - 2000 a. C.)

 

Proseguo la mia libera associazione d'idee in maniera analogica e atemporale, proprio come conviene al sogno, e volo con il  pensiero alla mia infanzia. Ricordo il modo tenero e dolce in cui mia madre, dopo avermi messo a letto, mi augurava la buona notte.

"Sogni d'oro, Margherita!".

"Sogni d'oro anche a te, mamma!".

 

E tu ricordi un modo tenero e affettuoso con cui ti veniva augurata la buona notte?

Hai una maniera speciale di dare la buona notte?

 
 
 
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