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Versi da mare

Su un oceano di scampanellii repentina galleggia un'altra mattina

 

 

« Messaggio #41La mia mente sentii fendersi »

Arte poetica

Post n°42 pubblicato il 19 Marzo 2009 da Tammare
 
Tag: Borges




GUARDARE il fiume fatto di tempo e d'acqua
e ricordare che il tempo è un altro fiume.
Sapere che ci perdiamo come il fiume
e che passano i volti come l'acqua.

Sentire che la veglia è un altro sogno,
sogno di non sognare e la morte
che il nostro corpo teme è questa morte
di ogni notte, che chiamiamo sonno.

Vedere nel giorno o nell'anno un simbolo
dei giorni dell'uomo e dei suoi anni,
trasfigurare l'oltraggio degli anni
in una musica, un ruomore, un simbolo,

vedere nella morte il sonno, nel tramonto
un triste oro, questo è la poesia
che è povera e immortale. La poesia
si volge come l'aurora e il tramonto.

Talora nel crepuscolo un volto
ci guarda dal fondo di uno specchio;
l'arte deve esser come quello specchio
che ci rivela il nostro proprio volto.

Ulisse, dicono, stanco di prodigi,
pianse d'amore, scorgendo la sua Itaca
umile e verde. L'arte è quell'Itaca
di verde eternità, non di prodigi.

E' anche come il fiume senza fine
che passa e resta; è specchio di uno stesso
Eraclito incostante, uno e diverso
sempre, come il fiume senza fine.

(ARTE POETICA - Jorge Luis Borges)

 

 

 

Mirar el rìo hecho de tiempo y agua
Y recordar que el tiempo es otro rio,
Saber que nos perdemos como el rio
Y que los rostros pasan como el agua.

Sentir que la vigilia es otro sueño
Que sueña no soñar y que la muerte
Que teme nuestra carne es esa muerte
De cada noche, que se llama sueño.

Ver en el dia en el año un simbolo
De los dias del hombre y de sus años,
Convertir el ultraje de los años
En una musica, un rumor y un simbolo,

Ver en la muerte el sueño, en el ocaso
Un triste oro, tal es la poesia
Que es immortal y pobre. La poesia
Vuelve como la aurora y el ocaso.

A veces en las tardes una cara
Nos mira desde el fondo de un espejo;
El arte debe ser como ese espejo
Que nos revela nuestra propia cara.

(Arte poética - Jorge Luis Borges)

"Lantologia personale di BORGES"  Longanesi & C. ediz. del 1967 - traduzione di Maria Vasta Dazzi


 
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