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Dieci milioni di donne tra 14 e i 59 anni hanno subìto nel corso della vita violenze, molestie o ricatti sessuali. A rivelarlo è l'Istat, nel rapporto presentato questa mattina in occasione della giornata parlamentare contro la violenza alle donne a Montecitorio. Dallo studio (che ha preso in esame i dati dal 1997 al 2002) emerge un quadro inquietante. Per le donne il luogo più insicuro non è un vicolo buio o un parco di notte, ma il posto di lavoro. Secondo l'Istituto di statistica 900 mila donne hanno subito ricatti sessuali per essere assunte o per avanzare di carriera.
Per quanto riguarda invece gli stupri o i tentativi di violenza carnale sono 500 mila le donne che hanno denunciato di aver subito questa esperienza. Un dato in aumento, ma, come ha spiegato la direttrice dell'Istat Linda Laura Sabbadini, "la crescita delle denunce non è necessariamente indice di crescita di violenza: le denunce possono aumentare perché le donne scelgono di denunciare di più rispetto al passato". Dallo studio emerge anzi un segnale positivo: "Dal 1997 al 2002 - ha spiegato ancora la Sabbadini - c'è stata una diminuzione delle molestie fisiche sessuali e dei tentati stupri, soprattutto grazie ai profondi cambiamenti legislativi, alla rottura dell'omertà su questo tema e all'intensa attività dei centri antiviolenza".
Un importante deterrente nei cinque anni presi in esame dalla ricerca è stata la crescita dell'occupazione femminile che ha reso più problematico il tentativo di ricatti sessuali al momento dell'assunzione, facendoli diminuire. In soccorso delle donne negli ultimi anni è intervenuta anche la tecnologia. Nel caso delle telefonate oscene, ha sottolineato ancora Linda Laura Sabbadini, "la possibilità di indentificare il chiamante ha avuto un effetto deterrente".
Malgrado questi segnali positivi, nel complesso i dati rimangono però preoccupanti, soprattutto per quanto riguarda la violenza carnale vera e propria. "Per gli stupri - ha spiegato ancora la direttrice centrale dell'Istat - ci troviamo davanti ad uno zoccolo duro. Fatta eccezione per quello commesso da estranei (un'assoluta minoranza, solo il 3,5%), quello 'classico', perpetrato da amici, conoscenti o ex fidanzati, si ripete nel tempo e con una frequenza elevata, spesso più che settimanale, in luoghi familiari alla vittima".
Alla presentazione del rapporto era presente anche il presidente della Camera Fausto Bertinotti, che nella sala della Lupa di Montecitorio ha aperto i lavori della giornata parlamentare contro la violenza alle donne. "E' necessario intervenire fin dalla scuola, nelle famiglie, in tutti i luoghi della formazione civile e sociale dei ragazzi - ha osservato Bertinotti - per prevenire inciviltà e degrado e per costruire nei giovani il rispetto ed il riconoscimento della diversità, il rifiuto della intolleranza e della prevaricazione fisica, il controllo dell'emotività superando lo squilibrio relazionale tra uomini e donne e i pregiudizi che alimentano discriminazioni e prevaricazioni a danno di queste ultime". La Repubblica
Inviato da: josecarlostita
il 16/05/2010 alle 15:30
Inviato da: Francesco5599
il 15/05/2010 alle 16:12
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il 25/04/2010 alle 18:38
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