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Argentina: i Mapuche denunciano Benetton

Post n°866 pubblicato il 14 Giugno 2007 da Tatianna

“Benetton si arroga il diritto di proprietā su terre che ci appartengono, e lo fa sulla base di titoli illegittimi e illegali”. Mauro Millān, rappresentante della comunitā Mapuche di Santa Rosa-Leleke sintetizza cosė la denuncia penale depositata presso le autoritā argentine contro Luciano Benetton, proprietario di un immenso latifondo nella regione della Patagonia.

"Da anni lottiamo in difesa della nostra terra. La denuncia č un ulteriore passo per recuperare e ricostruire la veritā sugli espropri commessi". Una storia iniziata secoli fa ma continuata anche in anni recentissimi. A Santa Rosa le ultime espulsioni documentate sono state commesse nel 2002, proprio su terre formalmente appartenenti all'imprenditore italiano. Due anni dopo una delegazione di Mapuche č venuta in Italia per tentare di trovare un accordo direttamente con Benetton, che in quell'occasione aveva promesso la cessione al governo di 2500 ettari di terre al governo argentino.

Donazione che poco tempo dopo fu effettivamente garantita. Nel 2004 Benetton restituisce ai Mapuche, per intermediazione del governo locale, 7514 ettari di terre, da destinare alle popolazioni autoctone. Un regalo di carta straccia visto che i terreni in questione, come si sarebbe scoperto immediatamente dopo, erano in gran parte non coltivabili. Zone alluvionali, aree montuose, gole profonde, terreni rocciosi, aree esposte a condizioni climatiche molto avverse, con venti forti e temperature estreme. Secondo i normali parametri produttivi, si trattava di una terra al 95 per cento inutilizzabile per l'agricoltura e per l'allevamento e che al massimo avrebbe potuto sfamare due famiglie. Tanto che pochi mesi dopo fu lo stesso governo locale, destinatario del regalo, a restituirlo al mittente

 "Nella nostra storia" spiegō allora Millān "abbiamo vissuto tre invasioni: la prima da parte degli spagnoli, la seconda quando si formarono gli stati di Argentina e Cile con la creazione delle frontiere nelle quali non ci riconosciamo dato che il nostro popolo ha vissuto da sempre in un territorio che si estende tra Cile e Argentina, la terza, negli ultimi anni, con l'invasione delle multinazionali che si stanno spartendo il territorio. Consumando un saccheggio dove gli stati non sono neppure soci, solo strumenti che attraverso il varo di leggi permettono la spoliazione delle risorse.

Fonte: Amisnet 

 
 
 
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