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TEATRO MAGNO

DOVE TUTTO E' FINTO NIENTE E' FALSO

 

 

« Messaggio #247PAGATO PER UCCIDERE »

Post N° 248

Post n°248 pubblicato il 01 Marzo 2007 da teatromagno

ATTO III

SCENA II


(seafunk Il sipario si apre sullo studio di casa Weimer. Una grande stanza con quadri d’autore alle pareti, una scrivania ed una gigantesca poltrona di pelle. Sullo sfondo, in alto, un ballatoio con alcune porte. Entrano Don Juan e i suoi uomini.)

DON JUAN:

Bella casa. Weimer si tratta bene.

JOSE’:

Ho guardato in giardino non c’è la macchina di Weimer.

DON JUAN:

Aspettiamo, arriverà quel cazzo di avvocato.

(Don Juan va a sedersi sulla poltrona, e appoggia i suoi piedi sulla scrivania, tira fuori la pistola, il suo cannone 357 magnum, lo appoggia sul tavolo e si accende il sigaro).

DON JUAN:

Josè ?

JOSE’ :

Si capo ?

DON JUAN:

Josè, mentre aspettiamo, tu e gli altri provate a cercare la cassaforte. Prima di ucciderlo voglio la sua famosa lista.
O la troviamo noi o ce la faremo consegnare da Weimer in persona.
Non nego che mi piacerebbe aspettare e vederlo strisciare davanti ai miei piedi mentre me la porge.
(risata generale).
Ma non voglio perdere troppo tempo con quel bastardo, quindi cercatela!

(gli uomini si sparpagliano per il grande salone guardano sotto i quadri, sotto il tappeto,niente, aprono mobili cercano doppi fondi, niente. All'improvviso un rumore secco dal ballatoio e Don Juan e i suoi uomini si fermano all’improvviso volgendo lo sguardo verso le porte del ballatoio))

DON JUAN:

Cosa è stato?
Non avevate detto che non c’era nessuno in casa?

JOSE’:

Capo, pensavo …

DON JUAN:

Zitto!
C'è qualcuno su.
Josè vai su muoviti prendi due uomini e controlla.

(Don Juan si alza di scatto afferra la sua pistola e aspetta mentre gli uomini salgono le scale aprono una delle porte ed spariscono all’interno)

DON JUAN:

Wermer, vuoi vedere che già è qui quel bastardo?

(rumori di lotta, grida, ma sono grida femminili, non maschili. Si apre una delle porte e ne escono Lisa e Giulia seguite da Josè che gli punta contro la pistola. Scendono tutti insieme le scale)

JOSE’:

Capo, guardate cosa abbiamo trovato!

DON JUAN:

Ma che sorpresa,guarda chi c'è, la moglie e la figlia del mio migliore amico.

LISA:

Chi siete?
Perché siete in casa mia?
Perché quella pistola?

DON JUAN:

Zitta!
(e colpisce con uno schiaffo Lisa sul viso)
Niente domande qui le uniche domande le faccio io.

(Il boss si avvicina alla donna gli arriva a un centimetro dal volto e parla con voce rabbiosa.)

DON JUAN:

Dove cazzo è quel fottuto di tuo marito?
Parla!

LISA:

Io, io non lo so , sono rientrata in fretta per prendere delle cose, non lo so.

DON JUAN:

Ah non lo sai ?
Va bene

(con un gesto fulmineo afferra Giulia per il collo e la trascina a se, ora gli punta la pistola alla tempia e senza mai togliere gli occhi da Lisa gli urla)

Mi vuoi dire dove cazzo è tuo marito?
Puttana vuoi che faccia saltare la testa a tua figlia?

GIULIA:

Mamma!

LISA:

Giulia sta tranquilla andrà tutto bene non ti preoccupare.
(rivolgendosi a Don Juan)
Le giuro che non lo so.
Ma voi non siete gli unici a cercarlo.

DON JUAN:

Ma che cazzo stai dicendo?

(Don Juan lascia Giulia che corre disperata da Lisa e l’abbraccia forte. Lisa gli bacia la fronte, le carezza i capelli)

LISA:

Io ero qui per prendere il testamento.

(taj73in quell’istante si sentono rumori di porte e irrompe sulla scena Weimer seguito da alcuni suoi uomini con armi in pugno che fronteggiano gli uomini di Don Juan. Weimer si pone di fronte a Don Juan)

MARK WEIMER:

C’è qualcuno che mi cercava?
Ah è lei buonasera Don Juan.

(vede Lisa e Giulia)

Ci sei anche tu tesoro!
(rivolto a Giulia e le sfiora il viso. Giulia cerca di impedirglielo)
Ah dimenticavo di dirle Don Juan che deve trovarsi una nuova scorta, quella appostata qui fuori è andata in pensione.
Ma veniamo a noi.
A cosa debbo l’onore di questa riunione di famiglia?.

DON JUAN:

Volevi prenderti gioco di me bastardo.
Volevi tradirmi, ma ora e come sempre è stato e sempre sarà sono io che comando.
Dammi quel fottuto testamento o tua moglie e tua figlia creperanno.

(Weimer non si muove anzi sposta la mira da Don Juan a Lisa e inizia a ridere.)

MARK WEIMER:

Pensi davvero che me ne freghi qualcosa?
Se l’ammazzi mi risparmi l’onere di saldare il conto con il killer che la doveva uccidere.
Non mi serve più.
Era solo un bell’oggetto da mostrare in società. Poi quell’altra puttanella non è mia figlia, io non ne ho mai potuti avere, non so di chi sia, e non me ne frega un cazzo, vero tesoro?

(Lisa mossa da un senso di rabbia sempre crescente dà uno schiaffo al marito il quale resta calmo)

La gattina ha cacciato le unghie!
Ah a proposito che ci fai qui?
Non dovevi cercare di fuggire?

DON JUAN:

Basta stronzo dammi il testamento prima che venga a prenderselo qualcun altro, vero signora?

MARK WEIMER:

Che significa?
Parla puttana!

LISA:

Brutto bastardo, come vedi non sei il solo che ha i suoi segreti, poi se vuoi chiamarli segreti, io so dove nascondi i documenti che cerca il tuo amico, conosco la combinazione della cassaforte e…

MARK WEIMER:

Stai mentendo!
Tu non puoi sapere.

LISA:

Ne sei così sicuro, caro Mark?

(Lisa tira fuori dalla tasca del giaccone che aveva indosso una busta e la sventola sotto il naso del marito.)

Oh, e questa cos’è?
Leggiamo...guarda caro sono solo nomi. Il primo della lista è il tuo amico Don Juan, poi c’è il senatore Morton,il capitano Walter.
Devo continuare?
Penso che al Maggiore Ramirez possa bastare.
Eh si caro perché vedi l’FBI ti
(si rivolge a Don Juan) vi controlla da molto tempo e ha intercettato tutte le vostre conversazioni.
Prima che arrivassi a casa sono riusciti ad avvisarmi.
Penso che il Procuratore sarà molto felice di quanto gli farò ascoltare.

(Così Lisa si apre la camicetta e scopre un  microfono e, a voce alta)

LISA:

Maggiore?
Mi sente?
Potete entrare!

(Si odono rumori di vetri in frantumi e irrompe sulla scena la squadra della SWAT seguita da Ramirez)

RAMIREZ:

Buongiorno Signori!
Signor Weimer anche le sue guardie sono andate in pensione, ma dove andrete non ne avrete più bisogno, ve le regalerà lo Stato.
E ora per cortesia gettate le armi.

(Don Juan fa segno ai suoi di posare le armi e poi si rivolge a Ramirez)

DON JUAN:

Maggiore io andrei, tanto non potete farmi nulla.
Ricorda l’immunità diplomatica?

RAMIREZ:

Cazzate!
Qui è fuori dal suo territorio e la registrazione la inchioda davanti a qualunque Tribunale.
Si fermi dov’è.
Lei è un uomo finito.
Sono quindici anni che la inseguo e finalmente lei è mio.
Ah Weimer le voglio presentare una persona, vede quest’uomo?
 
(entra in scena il Killer)

Lei lo conosce.
E’ il killer che avrebbe dovuto uccidere sua moglie…ma le deve confessare una cosa.

KILLER:

Già vedi piccolo pezzo di merda la donna che tu volevi uccidere è la madre di mia figlia, quindi..

(Weimer sempre più sconvolto, a questo punto, prova la sua ultima disperata mossa e strappa Giulia dall’abbraccio di Lisa e puntandole la pistola alla testa)

MARK WEIMER:

Lasciami andare Ramirez o l’ammazzo.
(rivolto a Lisa)
Puttana hai rovinato tutto!

RAMIREZ:

Posi la pistola Weimer, se vuole, ancora, uscire vivo di qui.
Posa quel cazzo di pistola!

MARK WEIMER:

La mia vita non ha più senso, che mi frega vivere o morire.
Però anche quella della puttana di mia moglie e del suo compare saranno distrutte per sempre, non sarà facile vivere con il ricordo e il rimorso di una figlia che non c’è più.

LISA:

Noooo!

(Si vede una luce rossa illuminare la fronte di Weimer e il rumore di uno sparo di un cecchino appostato sul ballatoio. Weimer lascia cadere la pistola. Giulia si libera dalla presa dell’uomo e corre nelle braccia del suo vero padre.Gli uomini della SWAT conducono fuori dalla scena tutti e restano soltanto Ramirez, il killer Lisa e Giulia.Ramirez si avvicina al killer e inizia a parlargli)

RAMIREZ:

E’ finita, Vincent, il nostro debito è saldato.

IL KILLER:

Si, le nostre strade ora si divideranno per sempre.

RAMIREZ:

Lisa, Giulia, siete state molto coraggiose. Vi affido a Vincent, sono certo che saprà prendersi cura di voi.
Ah, dimenticavo, Lisa credo che Lei abbia qualcosa per me vero?

LISA:

Ecco il testamento, ne faccia buon uso.

(Ramirez esce di scena)

LISA:

Non capisco, ti ha chiamato Vincent.
Ma non è il tuo nome.
Tu ti chiami Alessandro non è vero?

(il killer si avvicina a Lisa e l’abbraccia)

IL KILLER:

Tesoro, io ho avuto molti nomi, Vincent, Igor, Alessandro e tanti altri ancora a seconda della missione che dovevo compiere.

LISA:

Non ti chiami neanche Alessandro?

IL KILLER:

No, amore mio.
Il mio vero nome è…

(il killer le si avvicina all’orecchio e le sussurra qualcosa che nessuno riesce ad udire)

LISA:

E’ un nome bellissimo!

(Lisa apre le braccia e anche Giulia si unisce in quell’abbraccio. Cala il sipario.)

FINE

 
 
 
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La solitudine?
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Tutti quelli che
abbiamo ucciso
sono sempre con noi.
E fossero solo loro,
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Ma ci sono anche
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e ci hanno amato,
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              il desiderio,
       il disincanto
            e la dolcezza,
le puttane
e la banda degli dei!
            Solo!
Ah, se soltanto
potessi godere
la vera solitudine,
non questa mia solitudine
infestata da fantasmi,
ma quella vera,
fatta di silenzio e
         tremore d'alberi
sentire tutta l'ebbrezza
    del flusso
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    La solitudine!


(Caligola A.Camus)
 
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