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Pagani:la sinistra al bivio... a proposito delle dimissioni di Grillo e Donato

Post n°423 pubblicato il 27 Giugno 2014 da ferraiolidomenico
 

Il Pd di Pagani chiede le dimissioni da consigliere per gli ex candidati sindaco eletti A:Grillo,A.Donato per fare spazio ai giovani. Detta così potrebbe sembrare cosa buona e giusta. Ma è veramente cosa buona e giusta? Nella politica che cosa è il vecchio che cosa è il nuovo.

Per vecchio si intende colui che pur non avendo più idee vuole restare attaccato alla poltrona. Per nuovo si intende politici nuove idee. Quindi una valutazione tra il vecchio e il nuovo è solo sulle idee e non sull’età anagrafica.

I dirigenti del Pd di Pagani avrebbero dovuto durante la campagna elettorale dire che se il loro e solo il loro candidato sindaco non avesse vinto si sarebbe dimesso. Ciò non è avvenuto e chiedendolo a posteriori l’unica cosa che riesco a comprendere è che gli equilibri all’interno del Pd di Pagani vacillano… tirano fuori stà storia che bisogna fare spazio ai giovani. Ma se proprio i giovani avevano chiesto a Grillo di candidarsi perché aveva esperienza. Ora cosa sia mai successo? Non c’è l’ha più questa esperienza per metterla al servizio dei giovani rampantini renziani? Già ha perso è la nuova logica che vige è quella chi perde a casa.

Diversa la posizione di A.Donato personalmente lui sa che io non ero d’accordo che lui guidasse una coalizione di sinistra avrei preferito che fosse un giovane anche se era certo che si perdeva almeno avrebbe iniziato a fare le ossa. Raccogliendo intorno a se altri giovani pronti a calarsi in una battaglia di idee sul futuro della città e preparare il terreno per una possibile alternativa. Ora a prescindere se diventerà Presidente del Consiglio comunale o meno (a Bottone gli converrà e non poco nello sceglierlo perché potrà tornargli utile nel suo ruolo e nella sua reale esperienza di ex sindaco per evitare che Pagani prenda più tranvate di quelle che deve prendere) Donato deve fare delle scelte che riguardano la Sinistra locale ma anche l’orizzonte regionale nazionale di riferimento. Potrà decidere di tornarsene nel Pd o dare vita ad un movimento che tiene insieme pezzi di sinistra locale. Nel primo caso sarà il suo suicidio politico nel secondo caso potrà emendarsi di tutti gli errori commessi nel passato e far si che i giovani non siano un orpello di cui fregiarsi  ma veri protagonisti della lotta politica locale. La collocazione in campo regionale nazionale potrà essere libera o potrà essere contrattata sulla base di idee che possano emergere dal dibattito politico interno con decisioni condivise. Questo farebbe da spartiacque tra il trasformismo piddino (ovvero essere un solo partito con il centro destra perché entrambi europeisti convinti ma dichiarandosi di centro sinistra falsamente) e quella che dovrebbe rappresentare valorialmente la Sinistra.

Lineamenti per una politica di sinistra.

Per prima cosa è doveroso fare chiarezza sulla questione dell’adesione dell’Italia alla UE e alla moneta Euro. I trattati europei sottoscritti dall’Italia e il rapporto con la Costituzione Italiana. Ovvero la Sovranità e la funzione dello Stato. La seconda il rapporto tra cittadino ed ente comune. Il ruolo dei quartieri per una politica amministrativa di bilancio partecipato. La terza Il metodo della democrazia partecipativa. Che tipo di organizzazione, le forme del sistema decisionale interno/esterno, il rapporto tra organizzazione e cittadini. la rappresentanza dell’organizzazione.

Ferraioli Domenico

 
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