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Messaggi del 19/09/2014

 

Cannabis: uno scontro tra poteri dal sito legalizziamolacanapa.org

Post n°438 pubblicato il 19 Settembre 2014 da ferraiolidomenico
 

Ormai, da mesi, negli USA si assiste ad un paradossale scontro tra Stato Federale, ancora fortemente “proibizionista”, ed i sistemi giurisdizionali di alcuni singoli Stati che hanno deciso di legalizzare la cannabis.

Osserviamo infatti che, nonostante la cannabis sia “vietata” dal governo federale USA, (I’insieme dei poteri pubblici che gestiscono il governo degli Stati Uniti d’America), ben 22 Stati hanno ignorato tali norme, legalizzando l’uso terapeutico di cannabis e, addirittura, 2 Stati (Washington e Colorado) ne hanno legalizzato anche l’uso “ricreativo”.

Se la cosa stupisce, non si è al corrente di ciò cha avviene oggi nel nostro Paese: in Italia, dove la coltivazione ed il possesso di cannabis è assolutamente illegale. Lo dice la nuova (si fa per dire) legge sugli stupefacenti che ha sostituito la vecchia “finigiovanardi” dichiarata, all’inizio del 2014, incostituzionale.

La nuova legge, che sposta la cannabis dalla tabella I alla tabella II delle sostanze stupefacenti (ossia diversifica la cannabis dalle droghe definite “pesanti”), in realtà non cambia molto se non alleggerire le pene stabilite per reati legati appunto alla cannabis. Discorso diverso per l’uso personale che, in teoria è tollerato, ma in pratica viene sanzionato con ritiro di patente, del passaporto e, a volte, addirittura l’obbligo di seguire un percorso al Ser.T.

Accanto a questa inconfutabile ed amara realtà, che non ha comunque impedito all’Italia di classificarsi al primo posto per il consumo di cannabis tra i paesi europei, un altro potere, forte quanto quello governativo, sembra pensarla diversamente.

Per rendere l’idea di cosa sta accadendo, riporto testualmente una sentenza molto rilevante:

Con la pronuncia num.33835, depositata il 30 luglio 2014 (ud. 8 aprile 2014), la VI Sez. penale della Corte di Cassazione (Presidente Milo, Relatore Di Stefano, P.G. D’Ambrosio) ha fatto il punto della situazione in tema di coltivazione di piante dalle quali si estraggono sostanze stupefacenti e principio di offensività in concreto.

Chiamati a pronunciarsi sulla sentenza della Corte di Appello di Sassari che aveva confermato la condanna nei confronti dell’imputato per aver coltivato piante di canapa indiana, i giudici di legittimità hanno accolto il ricorso presentato dal difensore (ricorso fondato sull’insussistenza in concreto di un fatto punibile, provata l’inoffensività della condotta, in presenza di quantità trascurabili di sostanza stupefacente destinata all’esclusivo uso personale) e hanno annullato la condanna senza rinvio.

La Corte di Cassazione ha preso le mosse ricordando il ruolo attribuito nel nostro ordinamento al principio di offensività dalla Corte Costituzionale: nella nota sentenza Corte Cost. 360/1995 i giudici della Consulta avevano distinto tra accezione astratta del principio in questione (rivolta al legislatore) ed accezione concreta (rivolta al giudice) affermando che «spetterà al giudice distinguere l’ipotesi in cui la condotta in concreto non abbia alcuna attitudine alla messa in pericolo del bene tutelato» con la conseguenza che «l’assenza di capacità drogante della sostanza coltivata rende di per sè inoffensivo il reato nel caso concreto»; ossia non è punibile la semplice detenzione o coltivazione di piante di canapa che non hanno ancora prodotto alcuna sostanza psicoattiva (che non sono in fioritura).

Ciò posto, i giudici hanno inoltre stabilito che vale la regola di necessaria sussistenza della “offensività in concreto”: ovvero, pur realizzata l’azione tipica, dovrà escludersi la punibilità di quelle condotte che siano in concreto inoffensive.

In conclusione, si legge nelle motivazioni: “L’assoluta inconsistenza della coltivazione in questione fa escludere che in concreto sia stata realizzata la lesione del bene tutelato dalla norma”. Quindi è definitivamente stabilito che, chi coltiva una o due piante di cannabis, anche senza regolare permesso, e le suddette piante non sono in fioritura, non commette alcun illecito.

Che la situazione sia palesemente cambiata, è evidente.
Occorre adesso capire quali saranno le azioni da portare avanti per cancellare definitivamente questo insensato e lesivo residuo di proibizionismo.


Giuseppe Nicosia – ASCIA

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legalizziamolacanapa.org Team
 
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