Creato da occhi_digatta il 06/02/2010

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« Angelo ed il delfinoBuon pomeriggio »

Il ritorno dagli abissi Angelo

Post n°426 pubblicato il 09 Maggio 2016 da occhi_digatta
 

Miei cari amici, eccomi qui a dare la sveglia alla nostra dormiente Serenella.

Certo dopo tanto tempo sfiderei chiunque a ricordare cosa sia accaduto nella puntata precedente, ovviamente parliamo del nostro amato Angelo.Ritengo opportuno ricordare alcuni punti fondamentali del racconto. Siete pronti a fare un passo indietro?

Desidero che questa storia abbia il suo seguito, è una storia che parte da molto lontano fino ad arrivare ai giorni nostri.

Nell’ultima puntata Serenella sceglie come tema l’“amicizia” !meravigliosa parola vero? Infatti, decide di farla sbocciare fra il nostro protagonista e un delfino: tuttavia bisogna credere più di ogni altra cosa che, questo sentimento possa esistere nella sua purezza cristallina.

Sapete, a volte questa gentilezza d’animo è sminuita, anzi direi che spesso è usata in modo improprio: ricordatevi miei cari, ha vita solo se è basata su profondi valori reali, generandola magnificamente diventa un legame indissolubile.

Ora rivediamo velocemente alcuni frammenti della puntata precedente:

Vi ricordate che il delfino gettò in mare Angelo trascinandolo giù negli abissi?

Bene, questo gesto fu compiuto proprio per dare ad Angelo uno scossone di vita, per fargli comprendere che un amore può aver la sua fine! Quindi separarsi da Stefania era probabilmente la cosa più giusta da fare, anche se dolorosa.

Nella scena successiva invece vediamo che:

Mentre un peschereccio navigava per mare in cerca di prede, tutto a un tratto scorse in lontananza questo delfino, ovviamente fu colpito da una lancia e ahimè il ferimento fu inevitabile.

Il giovane oramai esamine giaceva sul fondale, indubbiamente la mancanza d’ossigeno ne limitava ogni capacità. Nonostante ciò Angelo ebbe un momento di lucidità, tanto da indurlo a non scoraggiarsi dinanzi alla gravità della situazione, anzi al contrario riuscì a sfilarlo dal dorso e spingere il delfino a riva.

Sapete a volte gli eventi sono intrecciati: fra azioni e pensieri per un motivo ben preciso, eppure prive di spiegazione logica. Come possiamo non meravigliarci al cospetto di tali avvenimenti? Paragonare la grandezza del mare all’immenso universo, spesso ci conduce in viaggi colmi di misteri che inconsapevolmente ci avvolgono trascinandoci al loro volere.

Arrivati a questo punto, la nostra autrice crea la figura di un nuovo personaggio: un uomo che casualmente sostava in una roulotte nel completo isolamento! Adesso  provate immaginate Angelo sulla battigia che a malapena si risolleva, e vicino a lui il delfino sanguinante.

Naturalmente qualunque persona sarebbe colta dal panico, tutto ciò, però non impedì al giovane di reagire e guardarsi intorno, tanto da scorgere in lontananza del fumo.

Che dire miei cari, il grido fu talmente potente e la corsa fulminea che lasciò da parte ogni sorta di sofferenza. Una volta raggiunto il posto, egli farfuglio qualcosa d’incomprensibile più che parole apparvero suoni strozzati e sbracci. Ovviamente l’uomo pur brontolando non poté esimersi dal prestare aiuto al giovane, così prese con sé un borsone e si avviarono verso la riva.

La preziosità del suo intervento salvò la vita al delfino, chiaramente l’esultanza fu straordinariamente gioiosa e insieme con la forza delle loro braccia lo spinse in mare. Che magnifica sensazione donare la libertà è indubbiamente il regalo più bello.

Considerando gli eventi accaduti, l’uomo chiese al giovane di presentarsi, Angelo tese prontamente la mano sorridendogli ma nel momento in cui stava per pronunciare il suo nome, fu colto da un grande vuoto di memoria: un fermo temporale, un’identità svanita negli abissi.

Ora oserei dire che Serenella può riprendere a scrivere e insieme scopriremo la nuova identità di Angelo, qualcuno disse che “Il tempo fa l’uomo”.

(Dialogo fra il narratore e Serenella)

-Buon pomeriggio Serenella vuoi anticiparci qualcosa prima che tu cada nuovamente in letargo? Permettimi questa battuta mia cara ma i tuoi amici si aspettano da te nuove emozioni.

-Buon pomeriggio Signor simpaticone, è proprio vero che il tempo vola, intanto chiedo scusa per la lunga assenza, ovviamente cercherò di porvi rimedio quanto prima. In verità non è facile spiegare perché un delfino parla a un umano, come non lo è spiegare la presenza di questo nuovo personaggio.

Facciamo un passo per volta.

Signore e Signore è con grande gioia che riprendo a scrivere la nuova avventura di Angelo. Vi aspetto in settimana per la pubblicazione. Vi auguro una serena serata colma di splendide stelle.

-Serenella aspetta un attimo non puoi andar via così. Dai un piccolo cenno grande quanto una nocciolina senza guscio.

- Va bene solo un piccolo cenno, ricordati che tu sei il narratore cerchiamo di non invertire i ruoli. Ti leggo i miei appunti.

 

Angelo senza identità. I parte.

Quella sera il giovane fu pervaso da uno strano senso inquietudine, si allontanò dalla roulotte e decise di avviarsi verso il mare in cerca del delfino. Le ore trascorsero inutilmente e nulla apparve al suo orizzonte. Fino a quando una timida alba fece dono della propria luce e come per magia dalle acque, spuntò il delfino, il suo canto ruppe il silenzio.

Angelo gli andò incontro nuotando energicamente, raggiunto lo scoglio fatidico, si rivolse al suo amico dicendo:

-Non ricordo il mio nome, non so chi sia aiutami.

Il delfino fece cenno con il muso esprimendo il suo tacito pensiero.

-Già come faccio a capire ciò che vuoi dirmi, che stupido! Ribadì a stesso.

Sconsolato si sedette sullo scoglio mentre il sole lentamente si levava per raggiungere l’apice del ciel.

Tutto a un tratto il giovane udì dei suoni provenire dal muso e nello sporgersi cadde in acqua ma questa volta il delfino lo spinse verso riva con fare molto deciso. Angelo infastidito dal suo modo di comportarsi si rivolse a quel pesciolone ringraziandolo ironicamente.

Ecco che quel suono divenne parola:

-Angelo il tuo nome è Angelo, sappi tu dispiegherai le ali per volare in alto, solo in questo modo potrai ritrovare ciò che hai perso. Il tuo animo è inchiostro farai dono a chi non ha parola, da qui in poi ovunque andrai scriverai storie che diventeranno un patrimonio. Le poserai su occhi increduli, farai un viaggio nel passato che ben presto si farà presente. Tu stesso ti meraviglierai vivendo la storia, ma si prudente nulla è realmente ciò che appare.

Il delfino s’inabissò in mare e sparì. Il giovane rimase fermo e immobile quelle parole riecheggiavano in lui come un tarlo, un vortice di pensieri ne confuse la mente. A quel punto non poté che tornare indietro ma nel momento in cui stava per voltarsi, fu colpito in testa e cadde sulla sabbia.

 

E sulla scia di questo avvio vi aspetto per la nuova avventura.

Grazie di cuore

Serenella

 
 
 
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