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Perfidie di Stefano Torossi

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Masochisti o scemi

Post n°289 pubblicato il 03 Agosto 2014 da torossis

 

  IL CAVALIER SERPENTE

  Perfidie di Stefano Torossi

 4 agosto

   MASOCHISTI O SCEMI

 

Masochisti o scemi

Domenica 27, al Parco regionale dell'Appia Antica. Qualche centinaio di ettari di verde con due ingressi opposti, a chilometri di distanza. Dentro ci sono un tempio, una tomba monumentale, varie fattorie, greggi di pecore e mandrie di asinelli, boschi, acquedotti e ruderi, un fiume, una marana, rigagnoli e sentieri che si intrecciano in tutte le direzioni, e soprattutto gruppi di musicofili smarriti, di cui parleremo dopo.

Tutto comincia con un ghiotto invito a una archeoscampagnata musicale: un concerto di quello che secondo noi è il meglio che ci sia per  questo genere a Roma: il Parco della Musica Contemporary Ensemble. Suoneranno roba nuova, forte e sperimentale nel luogo più remoto e arcaico di tutta la città, il sepolcro di Annia Regilla. A separare il vecchio e il nuovo, venti secoli di storia.

Eccoli in riassunto.


Il passato:

Secondo secolo dopo Cristo, Erode Attico, un signore di smisurata ricchezza, figlio di un omonimo ancora più ricco, ma più oculato. Si dice di Erode padre che, preoccupato per i suoi troppi quattrini, scrivesse all'imperatore Nerva per avere istruzioni su cosa farne; l'imperatore rispose: "Usali". Non convinto, a una sua ulteriore richiesta Nerva rispose ancora, paziente: "Allora abusane".

Erode figlio è invece uno spendaccione che riempie il mondo antico di opere d'arte. Alla sua ricchezza si è aggiunta la dote sterminata della moglie, Annia Regilla: precisamente, fra le tante altre, la tenuta agricola dove abbiamo intenzione di recarci.

A un certo punto la ricchissima moglie muore. Ci sono forti sospetti che il colpevole sia proprio Erode, per avidità di ereditare, oppure semplice capriccio. Processato, se la cava grazie ad alte protezioni. Forse per gettare fumo negli occhi, finge un lutto esagerato: fa dipingere la sua villa tutta di nero, ristruttura la tenuta in memoria di Annia, e le fa costruire una magnifica tomba. Quella che sta per essere profanata dalla nostra Musica Contemporanea.


Il presente:

Il Parco Regionale dell'Appia Antica e il PMCE presentano: Sound Park, Contemporary Soundscape Collective al Sepolcro di Annia Regilla, dalle 18 al tramonto.

Nel programma questa interessante postilla: "Sound Park al Sepolcro di Annia Regilla è il primo irriverente atto di questa serie di eventi in cui la musica e l'arte contemporanea prendono vita in spazi che contemporanei non sono, ma che lo sono stati per molto tempo, o lo saranno per sempre".

Ottimo. Solo a Roma si può immaginare una combinazione così straordinaria.

E, sempre solo a Roma c'è da aspettarsi anche una disorganizzazione altrettanto fenomenale: neanche un foglietto inchiodato su un tronco, una scritta, una freccetta, magari una persona agli ingressi o lungo la ragnatela di sentieri a indicare al visitatore (e potenziale spettatore) come arrivarci.

I chilometri sono tanti, e mentre vaghiamo sconsolati, incontriamo gruppi di nostri simili, come noi in cerca di un segno: magari una pennellata di colore su un sasso, da itinerario alpino, o lontane sonorità trasgressive da seguire a orecchio, come moderni Pollicini.

Niente. Va bene che la musica contemporanea è una faccenda da intellettuali, anche snob, ma addirittura organizzare un concerto, e poi fare in modo di tenere lontani gli spettatori, ci pare troppo. Come abbiamo già detto, qui si tratta o di masochismo o di pura stupidità.

Dopo un'oretta, bene o male arriviamo e troviamo sul posto quei quattro gatti che ci aspettavamo. Ascoltiamo subito un bellissimo pezzo di Francesco Filidei per quattro batterie: "Silence=death", che è talmente moderno da essere perfino arcaico e sta perfettamente in stile con il magnifico sepolcro classico davanti al quale sono piazzati i musicisti.

Subito dopo (e stavolta non è colpa dell'organizzazione) comincia a piovere. Fuggi fuggi generale; così, oltre alla musica, perdiamo l'occasione di assaggiare l'appetitoso formaggio offerto insieme al vino in un simpatico stand lì vicino.

 

     

Le invasioni barbariche.

Qui siamo appena fuori le Mura Aureliane. Il riferimento è, come prima, il passato, l'antica Roma; e il presente è oggi, mercoledì 30 luglio: riunione degli Stati Generali del Jazz, un nome molto rivoluzionario, che deve ancora essere confermato dall'azione. Vedremo.

L'incontro avviene alla Casa del Jazz, o meglio sarebbe chiamarla La Tomba del Jazz, un po' per come ultimamente è trascurata dalle nostre parti questa musica, un po' per come è ridotta la magnifica villa, i magnifici prati, perfino il magnifico selciato disegnato a cubetti, dopo la barbarica invasione della Festa dell'Unità.

Arriviamo fra spazzini e insegne abbattute che promettono cocktail e sabor latino. All'incontro ci sono come sempre le schegge deviate che vanno fuori tema: c'è quello (già apparso alla prima riunione all'ex Mattatoio in mutandoni e chitarra) che chiede la tutela del flamenco insieme al jazz; l'altro che fa un inopportuno quanto ovvio necrologio del CD; e poi il tribuno che si esalta da solo e scivola nel turpiloquio.

C'è però anche qualcuno rivoluzionario, sì, ma anche saggio che approva la tanto invocata occupazione della Casa del Jazz, ma, aggiunge, purché sia fatta con le idee chiare e si riesca a far diventare il luogo un centro di eccellenza e non di concorrenza.

Alla fine esce parecchio di costruttivo e di sensato e soprattutto vede la luce un certo numero di progetti per tutelare quello che sta a cuore a tutti: il jazz, e la sua Casa che rischia di essergli scippata.

Sperando che questo non sia già irrimediabilmente successo mentre noi non stavamo attenti.



                                          

 
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Commenti al Post:
Utente non iscritto alla Community di Libero
Babula il 07/08/14 alle 16:09 via WEB
Questa è la nostra città, disorganizzata, burina, bella....... Le cose si fanno ma non si dicono. Ma c'è il Cavalier Serpente che nessuno ferma scova le più segrete manifestazioni. Meno male. Sappiamo che neanche agosto ti fermerà, noi siamo qui ad aspettare le prossime curiosità della nostra Roma.
(Rispondi)
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