tracceeterne

Ogni giorno nasco,
ogni giorno rinasco.
Ogni giorno spezzo il guscio della mia vita,
ogni giorno conto quanto manca ...
Ogni giorno supero barriere,
ogni giorno scavalco qualche parte di me.
Lascio la vecchia pelle,
ma non lascio la giovane anima
sempre sconvolta
da quella Vita che nonostante tutto,
ancora non possiede.

Mi sento come infinite note ingarbugliate
che non sanno ancora comporsi
per una infinita melodia.
La mia melodia
non sa ancora comporsi.
Musica prigioniera di una mente
che non ha trovato i suoi spazi
poichè i limiti respingono
lo spartito
di cui essa avrebbe bisogno.
Quei limiti imposti
che nulla sanno
delle mie infinite armonie.
E mi sento muto
e la rabbia cresce
perchè sento
che per essere la mia musica...
devo dare un nome
un nome personale
a ciò che sono
ma che ancora...
non so bene.
E muto,
taccio me stesso
e afasico
dico un nome
che ancora
non ho pronunciato.

Come una lama la disciplina del vivere
si fa strada nella mia carne.
Chiede il mio sangue per nutrire
la volontà della mia mente
che non vuole fermarsi
sul letto di chiodi
del bisogno quotidiano
di fare e disfare
lavori con le mani.

Ho ali per volare
un cuore per sognare
ma si vuole
sudore
per poco più del pane.

La bellezza mi provoca sgomento e capogiri.
Forse è troppa per essere contenibile
o forse siamo noi che non ci apriamo abbastanza
alla possibilità infinita della bellezza.
Forse è per questo che non riusciamo a sostenerla,
forse è per questo che non siamo abbastanza liberi,
non riusciumo a seguirla, neanche attraverso le sue tracce.
Sospiriamo, ma ci è più facile il nostro limite buio.