Tramonti di Biassa

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La Nostra cantina della Fossola

Post n°1 pubblicato il 27 Marzo 2011 da cidalone
 
Foto di cidalone

La nostra cantina alla Fossola ha la terrazza in mezzo ai tetti. Una specie di trincea, tra la vita della campagna e quella della città, con tutto il mondo attorno. Sotto, lontano, il blu del mare, che sembra stare da tutt'altra parte, sganciato dalla  realtà che circonda. Tutt'attorno, altre cantine, campi lavorati e, purtroppo, altri abbanodnati a sè stessi. E poi i muretti a secco, mosaici di pietre che disegnano immagini: a volte facce, o mappe: basta saperli  decifrare.

Le scalee: alla Fossola che è rimasta, quella colonizzata, non vi sono gradinate verticali. La scalinata che dal piazzale conduce fino alla Chiesetta dell'Angelo Custode, pare una mulattiera, con gradini bassi a mosaico di sasso, la cui prima pietra, il capostipite, è un'opera d'arte stretta e lunga, che protegge ogni singolo pezzo del proprio mosaico.

Per riconciliarsi con la verticalità e la vertigine, è necessario spostarsi nella zona che non c'è più, sulla frana. Però ci resta dentro solo il senso della vertigine, mescolato con il dolore della sconfitta. La macchia mediterranea, non più guidata dalla mano buona dell'uomo, ha riprogettato il significato delle porzioni di scalinata che qua è la si intravedono ancora.L'elicottero dal terrazzino

Allora si deve cercare conforto più su, salire sul monte verso la Chiesetta di Sant'Antonio, recentemente conosciuta come Chiesa degli alpini. Su per quelle scale, la natura è stata a buona con noi, concedendoci il lusso del cuore in gola per la fatica e  per l'emozione del bello.

Nient'altro, e ci pare che basti.

Che strano e delizioso punto di osservazione e partenza, un terrazzino protetto dai tetti rossi. Che sono belli, perché osservati dal di dentro, che è ben di più che essere guardati dall'alto, durante la discesa per campi e cantine.

Dal di dentro si prende atto del gesto reale che i tetti compiono: essere guardati, studiati, ammirati. Bellissimi, tutti opere d'arte.

Protetti, dunque,all'interno di un mondo che, sotto i fili della luce e sferzato dal vento artificiale dell'elicottero, sta paurosamente cambiando destinazione e licenza d'uso.

Nient'altro. E ci pare che basti.

           Mario Cidale e Ava Casavecchia

 

 
 
 
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Un blog di: cidalone
Data di creazione: 17/03/2011
 

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