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di Vittorio Casula

 
 

 

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Messaggi di Febbraio 2017

CORRIERE DELLA SERA

Post n°2709 pubblicato il 28 Febbraio 2017 da deosoe

Corriere della Sera 

 
 
 

LaVerità

Post n°2708 pubblicato il 28 Febbraio 2017 da deosoe

La Verità 

 
 
 

Libero

Post n°2707 pubblicato il 28 Febbraio 2017 da deosoe

Libero

 
 
 

Il Fatto

Post n°2706 pubblicato il 28 Febbraio 2017 da deosoe

Il Fatto Quotidiano

 
 
 

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Post n°2704 pubblicato il 08 Febbraio 2017 da deosoe

 

 

Permessi nel CCNL Metalmeccanici Industria per eventi e cause particolari

 0DI  IN7 FEBBRAIO 2017ABC LAVOROABC Lavoro, speciale CCNLABC Lavoro, speciale CCNL

 

 RICHIEDI UNA CONSULENZA SU QUESTO ARGOMENTO



I permessi nel Ccnl metalmeccanici industria per eventi e cause particolari regolati dall'art. 10, sezione IV, Titolo VI, del contratto collettivo

In tema di assenze, tutele e permessi il CCNL Metalmeccanici Industria prevede disposizioni specifiche per eventi e cause particolari.

All'art. 10, sezione IV, Titolo VI, del contratto collettivo sono infatti previsti appositi permessi ai sensi del Decreto Ministeriale 278 del 2000 (Regolamento in attuazione dell'art. 4 della Legge 53 del 2000 su congedi per eventi e cause particolari).

Vediamo dunque di cosa si tratta, per un esame più completo e approfondito si rimanda al testo integrale del CCNL.

Permessi nel CCNL Metalmeccanici Industria per eventi e cause particolari

Il CCNL Metalmeccanici Industria prevede che la lavoratrice e il lavoratore hanno diritto a 3 giorni complessivi all'anno di permesso retribuito in caso di decesso o documentata grave infermità per:

  • il coniuge, anche legalmente separato;
  • un parente entro il 2° grado, anche non convivente;
  • un soggetto componente la famiglia anagrafica;

Questi permessi vanno richiesti avvertendo il datore di lavoro dell'evento e in quali giorni verrà utilizzato. Nel calcolo di questi 3 giorni complessivi non verranno considerati i festivi e i giorni non lavorativi.

In caso di richiesta di permesso per grave infermità dei soggetti sopraindicati, entro 5 giorni dalla ripresa dell'attività lavorativa, andrà presentata idonea certificazione medica. In caso invece di permesso legato ad un decesso è possibile, dove consentito, presentare una certificazione sostituiva che documenti l'evento.

I giorni di permesso vanno utilizzati entro 7 giorni dal decesso o dall'accertamento dell'insorgenza della grave infermità o per eventuali necessità terapeutiche conseguenti.

Accordo di riduzione oraria

Per i casi di grave infermità è inoltre possibile concordare con il datore di lavoro una riduzione dell'orario di lavoro complessivamente non inferiore ai giorni di permesso che vengono sostituiti.

L'accordo, stipulato in forma scritta, deve indicare i giorni di permesso che sono sostituiti dalle diverse modalità concordate e le tempistiche di presentazione dei documenti che certificano la permanenza della grave infermità. La riduzione dell'orario di lavoro deve poi iniziare entro 7 giorni dall'accertamento dell'insorgenza della grave infermità o delle relative necessità terapeutiche.

In caso venga meno la grave infermità per cui è stato richiesto questo accordo l'attività lavorativa deve riprendere con le modalità ordinarie. Eventuali periodi di permesso restanti possono essere utilizzati per altri eventi rifacendosi comunque a quanto disposto dall'art. 10, sezione IV, Titolo VI, del CCNL Metalmeccanici Industria.

Cumulabilità con i permessi Legge 104 del 1992

I permessi per eventi e cause particolari di cui sopra sono cumulabili con quelli stabiliti dall'art. 33 della Legge 104 del 1992 e sue successive modificazioni.

Tra le integrazioni previste dal recente rinnovo del CCNL Metalmeccanici Industria viene inoltre precisato che, per consentire una migliore programmazione dell'attività aziendale, il lavoratore o la lavoratrice devono presentare, tranne in caso di necessità o urgenza, un piano mensile dei permessi richiesti con un anticipo di 10 giorni rispetto al mese di utilizzo.

Leggi anche: Assenze e permessi nel contratto Metalmeccanici Industria

 

 

 
 
 

San Biagio

Post n°2701 pubblicato il 03 Febbraio 2017 da deosoe


 
San Biagio

Nome: 
 San Biagio

Titolo: 
 Vescovo e martire

Ricorrenza: 
 03 febbraio

S. Biagio nacque a Sebaste nell’Armenia. Passò la giovinezza fra gli studi, dedicandosi in modo particolare alla medicina. Al letto dei sofferenti curava le infermità del corpo, e con la buona parola e l’esempio cristiano cercava pure di risanare le infermità spirituali.

Geloso della sua purezza ed amantissimo della vita religiosa, pensava di entrare in un monastero, quando, morto il vescovo di Sebaste, venne eletto a succedergli. Da quell’istante la sua vita fu tutta spesa pel bene dei suoi fedeli.

In quel tempo la persecuzione scatenata da Diocleziano e continuata da Licinio infuriava nell’Armenia per opera dei presidi Lisia ed Agricola°. Quest’ultimo, appena prese possesso della sua sede, Sebaste, si pose con febbrile attività in cerca di Biagio, il vescovo di cui sentiva continuamente magnificare lo zelo. Ma il sagace pastore, per non lasciare i fedeli senza guida. ai primordi della procella, si era eclissato in una caverna del monte Argeo.

Per moltissimo tempo rimase celato in quella solitudine, vivendo in continua preghiera e continuando sempre il governo della Chiesa con messaggi segreti. Un giorno però un drappello di soldati mandati alla caccia delle belve per i giochi dell’anfiteatro, seguendo le orme delle fiere, giunsero alla sua grotta. Saputo che egli era precisamente il vescovo Biagio, lo arrestarono subito e lo condussero al preside.

Il tragitto dal monte alla città fu un vero trionfo, perchè il popolo, nonostante il pericolo che correva, venne in folla a salutare colui che aveva in somma venerazione. Fra tanta gente corse anche una povera donna che, tenendo il suo povero bambino moribondo sulle sue braccia, scongiurava con molte lacrime il Santo a chiedere a Dio la guarigione del figlio. Una spina di pesce gli si era fermata in gola e pareva lo volesse soffocare da un momento all’altro. Biagio, mosso a compassione di quel bambino, sollevò gli occhi al cielo e fece sul sofferente il segno della croce.

— Mamma, sono guarito, 
— gridò tosto il bambino 
— sono guarito!…

Giunto a Sebaste, il prigioniero venne condotto dal giudice Agricola°, che voleva convincerlo a sacrificare agli idoli; ma il Santo con gran calma gli dimostrò che quello era un atto indegno di una creatura ragionevole, perché la ragione dice all’uomo che vi è un Dio solo, eterno, e creatore di ogni cosa, e non molti &i. Per tutta risposta il giudice lo fece battere con verghe e poi gettare in carcere.

Dopo qualche tempo lo volle di nuovo al tribunale, per interrogarlo nuovamente, ma trovò sempre in lui la più grande fermezza. Gli furono allora lacerate le carni con pettini di ferro e così lacero com’era fu sospeso ad un tronco d’albero. Sperimentati ancora contro l’invitto martire tutti i supplizi più inumani, fu condannato ad essere sommerso in un lago. I carnefici condottolo sulla sponda lo lanciarono nell’acqua, e mentre tutti si aspettavano di vederlo annegare. Biagio tranquillamente si pose a camminare sull’acqua finché raggiunse la sponda opposta. Il giudice. fuori di sè, vedendo di non poter spegnere altrimenti quella vita prodigiosa, lo fece decapitare.

PRATICA. S. Biagio è invocato per il male di gola: un bellissimo ossequio in suo onore sarebbe il non contaminare mai la nostra bocca con bestemmie o con parole disoneste.

PREGHIERA. Dio, che ci allieti con l’annua solennità del tuo beato martire e vescovo Biagio, concedi propizio, che come ne celebriamo la festa, così ci rallegriamo ancora della sua protezione.

MARTIROLOGIO ROMANO. A Sebàste, in Arménia, la passione di san Biàgio, Vescovo e Martire, il quale, operatore di molti miracoli, sotto il Preside Agricolào, dopo essere stato lungamente battuto e sospeso ad un legno, ove con pettini di ferro gli furono lacerate le carni, dopo aver sofferto un’orrida prigione ed essere stato sommerso in un lago, dal quale uscì salvo, finalmente, per ordine del medesimo giudice, insieme con due fanciulli, fu decapitato. Prima di lui sette donne, le quali raccoglievano le gocce di sangue che scorrevano dal corpo dello stesso Martire, mentre era tormentato, furono arrestate come Cristiane, e tutte dopo atroci tormenti percosse con la spada.

 
 
 

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Post n°2700 pubblicato il 02 Febbraio 2017 da deosoe








Coordinatore scientifico: Prof. Avv. Rocchina Staiano

 
 
 
 
 

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