Bari, poveri sfamati con i cibi scartati, sono tanti, tantissimi. Invisibili proprio come il popolo dei nullatenenti, piegati improvvisamente dalla crisi, ai quali garantiscono almeno il pranzo e la cena.
Gli eroi del vivere quotidiano sono i volontari che prestano servizio nelle parrocchie, nelle mense, nei luoghi dove si distribuiscono cibo e vestiti. Un esercito silenzioso che lavora nell’ombra, sempre pronto a tendere la mano a chi è in difficoltà.
«E oggi a chiedere aiuto sono gli operai, i metalmeccanici, le maestranze delle imprese edili finiti in cassa integrazione oppure licenziati. E sono i precari dei call center, le mogli dei dipendenti rispediti a casa. Qualcuno siede alle nostre tavole, qualcun altro ritira i pacchi di generi alimentari donati ogni venerdì pomeriggio».
A raccontare le nuove povertà è Anna Chimienti, anima e braccia della mensa San Pio allestita dalla comunità della parrocchia San Nicola in Santissimo rosario di Carbonara.
«I nuovi poveri non sono gli accattoni, ma le persone che non arrivano alla fine del mese », chiarisce Anna. Racconta: «Le donne che da un giorno all’altro si sono ritrovate a fare i conti con la disoccupazione dei mariti hanno vergogna di sedere alla tavola dei bisognosi. Bussano alla porta secondaria e tornano a casa con un po’ di provviste o con i piatti già pronti».
Un popolo di bisognosi in drammatica crescita.
A Bari città, secondo uno studio del Centro interdipartimentale di ricerca sull’etica economica e aziendale, i poveri sarebbero oltre 23mila. Questi dichiarano un reddito lordo annuo di 10mila 390 euro. In base alle stime fornite dall’assessorato al Welfare, nel 2007 sono state 7mila le domande per ottenere un contributo per l’affitto, 6mila le richieste di sostegni economici.
FONTE:http://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/GdM_dallapuglia_NOTIZIA_01.php?IDNotizia=219480&IDCategoria=11
Inviato da: triggianoeuropei
il 17/01/2008 alle 00:14
Inviato da: triggianoeuropei
il 13/12/2007 alle 23:49