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SE VUOI MANDA ME!

Blog delle MISSIONARIE ROGAZIONISTE

S. ANNIBALE MARIA DI FRANCIA

Gettiamoci nelle braccia della Divina Misericordia.

 

IN RICORDO DI DORA

DORA ALEFFI
missionaria rogazionista
29.4.1929  -  20.8.2014

Signore, mio maestro e mio tutto, mi hai guardata ed io,
innamorata di Te, ti ho seguito sempre. La tua volontà è stata il faro luminoso che mi ha indicato la via da seguire. Mi hai donato il Rogate che è diventato vita della mia vita
e al quale ho improntato la mia esistenza.
Gesù, mi affido alla tua misericordia.

La tua piccolissima Dora

(dal testamento spirituale)

 

 

BLOG DELLE MISSIONARIE IN BRASILE

MADRE MARIA NAZARENA MAIONE

Madre Nazarena Majone, confondatrice delle Figlie del Divino Zelo, informando la propria esistenza al carisma del Rogate, vive la compassione per “la messe stanca e dispersa”. Ella guarda i poveri, gli orfani e gli emarginati con lo sguardo compassionevole di Cristo che di fronte alla folla stanca disse: «Pregate dunque il padrone della messe, perché mandi operai nella sua messe» (Mt 9, 36-38)».

Madre Nazarena Majone, seguendo fedelmente le orme di Sant’Annibale Maria di Francia, ha vissuto integralmente il Rogate nella preghiera incessante, nella compassione operosa e nella serena accettazione della croce.
Il carisma del Rogate impegna le Figlie del Divino Zelo a: 1) propagare dovunque questo spirito di preghiera e promuovere le vocazioni nella Chiesa; 2) essere “buone operaie” del Regno con il dono di tutta la vita per la promozione umana e l’evangelizzazione dei “piccoli e dei poveri”.

Madre Maria Nazarena Majone ha prolungato nel corso della sua vita questa missione d’amore di Cristo, donandosi come fece Lui alle folle stanche ed abbandonate. Ella ha risposto a questa vocazione con una presenza materna, sobria, rivolta a coloro i quali vengono ignorati dalla società: i poveri, i non amati, i giovani diseredati. Madre Nazarena, fidando nel messaggio evangelico del Rogate, è consapevole che il fermento neotestamentario va posto nella messe, sempre e comunque, per ottenere i grandi frutti della Carità, vale a dire la salvezza delle anime.

La bontà della Madre fu rivolta, soprattutto, al servizio degli orfani che ella ha amato con finezza e generosità. La fiducia nella Divina Provvidenza la rese testimone della continua assistenza divina. La preghiera per ottenere i buoni operai è sorgente di vita per le nuove vocazioni nella Chiesa, attraverso la preghiera e l’esercizio incondizionato del proprio apostolato sul piano caritativo ed educativo, con una spiccata predilezione per i piccoli, i poveri, la gioventù diseredata e senza opportunità alcuna.

Madre Nazarena è stata una generosa testimone del suo tempo ed un prezioso strumento del Signore e, con materna dolcezza, ha saputo pronunziare quel generoso “sì” al cosiddetto “quarto voto” del Rogate.

 
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Che cosa volete chiedere al Signore?
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presenteranno al Signore nella preghiera.  
 
 

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MESSAGGIO DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI PER LA QUARESIMA 2011

Post n°211 pubblicato il 09 Marzo 2011 da missionarierog

Con Cristo siete sepolti nel Battesimo, con lui siete anche risorti(cfr Col 2,12)

 Cari fratelli e sorelle,

la Quaresima, che ci conduce alla celebrazione della Santa Pasqua, è per la Chiesa un tempo liturgico assai prezioso e importante, in vista del quale sono lieto di rivolgere una parola specifica perché sia vissuto con il dovuto impegno. Mentre guarda all’incontro definitivo con il suo Sposo nella Pasqua eterna, la Comunità ecclesiale, assidua nella preghiera e nella carità operosa, intensifica il suo cammino di purificazione nello spirito, per attingere con maggiore abbondanza al Mistero della redenzione la vita nuova in Cristo Signore (cfr Prefazio I di Quaresima).

1. Questa stessa vita ci è già stata trasmessa nel giorno del nostro Battesimo, quando, “divenuti partecipi della morte e risurrezione del Cristo”, è iniziata per noi “l’avventura gioiosa ed esaltante del discepolo” (Omelia nella Festa del Battesimo del Signore, 10 gennaio 2010). San Paolo, nelle sue Lettere, insiste ripetutamente sulla singolare comunione con il Figlio di Dio realizzata in questo lavacro. Il fatto che nella maggioranza dei casi il Battesimo si riceva da bambini mette in evidenza che si tratta di un dono di Dio: nessuno merita la vita eterna con le proprie forze. La misericordia di Dio, che cancella il peccato e permette di vivere nella propria esistenza “gli stessi sentimenti di Cristo Gesù” (Fil 2,5), viene comunicata all’uomo gratuitamente.

L’Apostolo delle genti, nella Lettera ai Filippesi, esprime il senso della trasformazione che si attua con la partecipazione alla morte e risurrezione di Cristo, indicandone la meta: che “io possa conoscere lui, la potenza della sua risurrezione, la comunione alle sue sofferenze, facendomi conforme alla sua morte, nella speranza di giungere alla risurrezione dai morti” (Fil 3,10-11). Il Battesimo, quindi, non è un rito del passato, ma l’incontro con Cristo che informa tutta l’esistenza del battezzato, gli dona la vita divina e lo chiama ad una conversione sincera, avviata e sostenuta dalla Grazia, che lo porti a raggiungere la statura adulta del Cristo.

Un nesso particolare lega il Battesimo alla Quaresima come momento favorevole per sperimentare la Grazia che salva. I Padri del Concilio Vaticano II hanno richiamato tutti i Pastori della Chiesa ad utilizzare “più abbondantemente gli elementi battesimali propri della liturgia quaresimale” (Cost. Sacrosanctum Concilium, 109). Da sempre, infatti, la Chiesa associa la Veglia Pasquale alla celebrazione del Battesimo: in questo Sacramento si realizza quel grande mistero per cui l’uomo muore al peccato, è fatto partecipe della vita nuova in Cristo Risorto e riceve lo stesso Spirito di Dio che ha risuscitato Gesù dai morti (cfr Rm 8,11). Questo dono gratuito deve essere sempre ravvivato in ciascuno di noi e la Quaresima ci offre un percorso analogo al catecumenato, che per i cristiani della Chiesa antica, come pure per i catecumeni d’oggi, è una scuola insostituibile di fede e di vita cristiana: davvero essi vivono il Battesimo come un atto decisivo per tutta la loro esistenza.

2. Per intraprendere seriamente il cammino verso la Pasqua e prepararci a celebrare la Risurrezione del Signore - la festa più gioiosa e solenne di tutto l’Anno liturgico - che cosa può esserci di più adatto che lasciarci condurre dalla Parola di Dio? Per questo la Chiesa, nei testi evangelici delle domeniche di Quaresima, ci guida ad un incontro particolarmente intenso con il Signore, facendoci ripercorrere le tappe del cammino dell’iniziazione cristiana: per i catecumeni, nella prospettiva di ricevere il Sacramento della rinascita, per chi è battezzato, in vista di nuovi e decisivi passi nella sequela di Cristo e nel dono più pieno a Lui.

La prima domenica dell’itinerario quaresimale evidenzia la nostra condizione dell’uomo su questa terra. Il combattimento vittorioso contro le tentazioni, che dà inizio alla missione di Gesù, è un invito a prendere consapevolezza della propria fragilità per accogliere la Grazia che libera dal peccato e infonde nuova forza in Cristo, via, verità e vita (cfr Ordo Initiationis Christianae Adultorum, n. 25). E’ un deciso richiamo a ricordare come la fede cristiana implichi, sull’esempio di Gesù e in unione con Lui, una lotta “contro i dominatori di questo mondo tenebroso” (Ef 6,12), nel quale il diavolo è all’opera e non si stanca, neppure oggi, di tentare l’uomo che vuole avvicinarsi al Signore: Cristo ne esce vittorioso, per aprire anche il nostro cuore alla speranza e guidarci a vincere le seduzioni del male.

Il Vangelo della Trasfigurazione del Signore pone davanti ai nostri occhi la gloria di Cristo, che anticipa la risurrezione e che annuncia la divinizzazione dell’uomo. La comunità cristiana prende coscienza di essere condotta, come gli apostoli Pietro, Giacomo e Giovanni, “in disparte, su un alto monte” (Mt 17,1), per accogliere nuovamente in Cristo, quali figli nel Figlio, il dono della Grazia di Dio: “Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo” (v. 5). E’ l’invito a prendere le distanze dal rumore del quotidiano per immergersi nella presenza di Dio: Egli vuole trasmetterci, ogni giorno, una Parola che penetra nelle profondità del nostro spirito, dove discerne il bene e il male (cfr Eb 4,12) e rafforza la volontà di seguire il Signore.

La domanda di Gesù alla Samaritana: “Dammi da bere” (Gv 4,7), che viene proposta nella liturgia della terza domenica, esprime la passione di Dio per ogni uomo e vuole suscitare nel nostro cuore il desiderio del dono dell’ “acqua che zampilla per la vita eterna” (v. 14): è il dono dello Spirito Santo, che fa dei cristiani “veri adoratori” in grado di pregare il Padre “in spirito e verità” (v. 23). Solo quest’acqua può estinguere la nostra sete di bene, di verità e di bellezza! Solo quest’acqua, donataci dal Figlio, irriga i deserti dell’anima inquieta e insoddisfatta, “finché non riposa in Dio”, secondo le celebri parole di sant’Agostino.

La “domenica del cieco nato” presenta Cristo come luce del mondo. Il Vangelo interpella ciascuno di noi: “Tu, credi nel Figlio dell’uomo?”. “Credo, Signore!” (Gv 9,35.38), afferma con gioia il cieco nato, facendosi voce di ogni credente. Il miracolo della guarigione è il segno che Cristo, insieme alla vista, vuole aprire il nostro sguardo interiore, perché la nostra fede diventi sempre più profonda e possiamo riconoscere in Lui l’unico nostro Salvatore. Egli illumina tutte le oscurità della vita e porta l’uomo a vivere da “figlio della luce”.

Quando, nella quinta domenica, ci viene proclamata la risurrezione di Lazzaro, siamo messi di fronte al mistero ultimo della nostra esistenza: “Io sono la risurrezione e la vita… Credi questo?” (Gv 11,25-26). Per la comunità cristiana è il momento di riporre con sincerità, insieme a Marta, tutta la speranza in Gesù di Nazareth: “Sì, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio, colui che viene nel mondo” (v. 27). La comunione con Cristo in questa vita ci prepara a superare il confine della morte, per vivere senza fine in Lui. La fede nella risurrezione dei morti e la speranza della vita eterna aprono il nostro sguardo al senso ultimo della nostra esistenza: Dio ha creato l’uomo per la risurrezione e per la vita, e questa verità dona la dimensione autentica e definitiva alla storia degli uomini, alla loro esistenza personale e al loro vivere sociale, alla cultura, alla politica, all’economia. Privo della luce della fede l’universo intero finisce rinchiuso dentro un sepolcro senza futuro, senza speranza.

Il percorso quaresimale trova il suo compimento nel Triduo Pasquale, particolarmente nella Grande Veglia nella Notte Santa: rinnovando le promesse battesimali, riaffermiamo che Cristo è il Signore della nostra vita, quella vita che Dio ci ha comunicato quando siamo rinati “dall’acqua e dallo Spirito Santo”, e riconfermiamo il nostro fermo impegno di corrispondere all’azione della Grazia per essere suoi discepoli.

3. Il nostro immergerci nella morte e risurrezione di Cristo attraverso il Sacramento del Battesimo, ci spinge ogni giorno a liberare il nostro cuore dal peso delle cose materiali, da un legame egoistico con la “terra”, che ci impoverisce e ci impedisce di essere disponibili e aperti a Dio e al prossimo. In Cristo, Dio si è rivelato come Amore (cfr 1Gv 4,7-10). La Croce di Cristo, la “parola della Croce” manifesta la potenza salvifica di Dio (cfr 1Cor 1,18), che si dona per rialzare l’uomo e portargli la salvezza: amore nella sua forma più radicale (cfr Enc. Deus caritas est, 12). Attraverso le pratiche tradizionali del digiuno, dell’elemosina e della preghiera, espressioni dell’impegno di conversione, la Quaresima educa a vivere in modo sempre più radicale l’amore di Cristo. Il digiuno, che può avere diverse motivazioni, acquista per il cristiano un significato profondamente religioso: rendendo più povera la nostra mensa impariamo a superare l’egoismo per vivere nella logica del dono e dell’amore; sopportando la privazione di qualche cosa - e non solo di superfluo - impariamo a distogliere lo sguardo dal nostro “io”, per scoprire Qualcuno accanto a noi e riconoscere Dio nei volti di tanti nostri fratelli. Per il cristiano il digiuno non ha nulla di intimistico, ma apre maggiormente a Dio e alle necessità degli uomini, e fa sì che l’amore per Dio sia anche amore per il prossimo (cfr Mc 12,31).

Nel nostro cammino ci troviamo di fronte anche alla tentazione dell’avere, dell’avidità di denaro, che insidia il primato di Dio nella nostra vita. La bramosia del possesso provoca violenza, prevaricazione e morte; per questo la Chiesa, specialmente nel tempo quaresimale, richiama alla pratica dell’elemosina, alla capacità, cioè, di condivisione. L’idolatria dei beni, invece, non solo allontana dall’altro, ma spoglia l’uomo, lo rende infelice, lo inganna, lo illude senza realizzare ciò che promette, perché colloca le cose materiali al posto di Dio, unica fonte della vita. Come comprendere la bontà paterna di Dio se il cuore è pieno di sé e dei propri progetti, con i quali ci si illude di potersi assicurare il futuro? La tentazione è quella di pensare, come il ricco della parabola: “Anima mia, hai a disposizione molti beni per molti anni…”. Conosciamo il giudizio del Signore: “Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita…” (Lc 12,19-20). La pratica dell’elemosina è un richiamo al primato di Dio e all’attenzione verso l’altro, per riscoprire il nostro Padre buono e ricevere la sua misericordia.

In tutto il periodo quaresimale, la Chiesa ci offre con particolare abbondanza la Parola di Dio. Meditandola ed interiorizzandola per viverla quotidianamente, impariamo una forma preziosa e insostituibile di preghiera, perché l’ascolto attento di Dio, che continua a parlare al nostro cuore, alimenta il cammino di fede che abbiamo iniziato nel giorno del Battesimo. La preghiera ci permette anche di acquisire una nuova concezione del tempo: senza la prospettiva dell’eternità e della trascendenza, infatti, esso scandisce semplicemente i nostri passi verso un orizzonte che non ha futuro. Nella preghiera troviamo, invece, tempo per Dio, per conoscere che “le sue parole non passeranno” (cfr Mc 13,31), per entrare in quell’intima comunione con Lui “che nessuno potrà toglierci” (cfr Gv 16,22) e che ci apre alla speranza che non delude, alla vita eterna.

In sintesi, l’itinerario quaresimale, nel quale siamo invitati a contemplare il Mistero della Croce, è “farsi conformi alla morte di Cristo” (Fil 3,10), per attuare una conversione profonda della nostra vita: lasciarci trasformare dall’azione dello Spirito Santo, come san Paolo sulla via di Damasco; orientare con decisione la nostra esistenza secondo la volontà di Dio; liberarci dal nostro egoismo, superando l’istinto di dominio sugli altri e aprendoci alla carità di Cristo. Il periodo quaresimale è momento favorevole per riconoscere la nostra debolezza, accogliere, con una sincera revisione di vita, la Grazia rinnovatrice del Sacramento della Penitenza e camminare con decisione verso Cristo.

Cari fratelli e sorelle, mediante l’incontro personale col nostro Redentore e attraverso il digiuno, l’elemosina e la preghiera, il cammino di conversione verso la Pasqua ci conduce a riscoprire il nostro Battesimo. Rinnoviamo in questa Quaresima l’accoglienza della Grazia che Dio ci ha donato in quel momento, perché illumini e guidi tutte le nostre azioni. Quanto il Sacramento significa e realizza, siamo chiamati a viverlo ogni giorno in una sequela di Cristo sempre più generosa e autentica. In questo nostro itinerario, ci affidiamo alla Vergine Maria, che ha generato il Verbo di Dio nella fede e nella carne, per immergerci come Lei nella morte e risurrezione del suo Figlio Gesù ed avere la vita eterna.

 
 
 
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2015 ANNO DELLA VITA CONSACRATA

Il giorno 29 novembre 2013, Papa Francesco, alla fine dell’incontro con 120 superiori generali di Istituti maschili nell’aula del Sinodo, in Vaticano, svoltosi in un clima di gioia e di grande spontaneità, ha annunciato che l’anno 2015 sarà dedicato alla Vita Consacrata.

Il giorno 31 gennaio 2014, il Cardinale Prefetto della Congregazione per la Vita Consacrata e il Segretario Generale, hanno spiegato in conferenza stampa che questa celebrazione speciale è stata pensata nel contesto dei 50 anni dalla pubblicazione del Decreto Perfectae Caritatis, del Concilio Vaticano II, e anche hanno individuato alcuni obiettivi dell’Anno della vita consacrata:

1. Ringraziare Dio per il dono della vita consacrata, particularmente per questi 50 anni del suo rinovamento secondo l’insegnamento del Concilio.

2. Abbracciare il futuro con speranza, fiduciosi nel Signore, al quale i consacrati offrono tutta la loro vita.

3. Vivere il presente con passione, evangelizando la propria vocazione e testimoniando nel mondo la belleza della séquela Christi, nelle molteplici forme in cui si esprime la vita consacrata.

Il giorno 26 febbraio 2014, nell’incontro per la presentazione della lettera “Rallegratevi”, primo documento della CIVCSVA in preparazione dell’Anno della Vita Consacrata, il Cardinale Prefetto, Mons. Braz de Aviz, ha segnato alcune date fisse:

30 novembre 2014, prima domenica d’Avvento: Apertura dell’Anno della Vita Consacrata.

2 febbraio 2016, festa della Presentazione del Signore: Chiusura dell’Anno.

22 – 24 gennaio 2015: Incontro ecumenico con la partecipazione di alcune comunità di vita consacrata in altre confessioni cristiane, nel contesto della settimana di preghiera per l’unità dei cristiani.

8 – 11 aprile 2015: Convegno per i formatori.

23 – 26 settembre 2015: Convegno per i giovani consacrati.

18 – 21 novembre 2015: Vari convegni su ciascuna delle forme di vita consacrata (vita nel monastero, istituti secolari, ecc.)

28 gennaio – 1 febbraio 2016: Simposio sulla vita consacrata.

 

CONFERENZA MONDIALE ISTITUTI SECOLARI

MADELEINE DELBREL

Noialtri, gente della strada, crediamo con tutte le nostre forze che questa strada, che questo mondo dove Dio ci ha messi è per noi il luogo della nostra santità.

 

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Preghiera alla Madonna della Rogazione
di S. Annibale Maria Di Francia

O Madre Santa
affrettati a suscitare
nella Chiesa
i buoni operai.
Affrettati con quella stessa premura
con cui ti recasti
in casa di Elisabetta
per portarvi Gesù
e tutte le grazie.
Affrettati a visitare
la nostra comunità
ed arricchirla
di buoni evangelici Operai
che portino Gesù in tutti i cuori
e diffondano il suo Regno
in tutte le anime,
per tutti i secoli dei secoli.
Amen!

 

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PREGHIERA PER LE VOCAZIONI

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Gesù, Figlio di Dio, in cui dimora la pienezza della divinità, Tu chiami tutti battezzati "a prendere il largo", percorrendo la via della santità. Suscita nel cuore dei giovani il desiderio di essere nel mondo di oggi testimoni della potenza del tuo amore.  Riempili con il tuo Spirito di fortezza e di prudenza che li conduca nel profondo del mistero umano perché siano capaci di scoprire la piena verità di sé e della propria vocazione. Salvatore nostro, mandato dal Padre per rivelarne l'amore misericordioso, fa' alla tua Chiesa il dono di giovani pronti a prendere il largo, per essere tra i fratelli manifestazione della tua presenza che rinnova e salva. Vergine Santa, Madre dei Redentore, guida sicura nel cammino verso Dio e il prossimo, Tu che hai conservato le sue parole nell'intimo del cuore, sostieni con la tua materna intercessione le famiglie e le comunità ecclesiali, affinché aiutino gli adolescenti e i giovani a rispondere generosamente alla chiamata del Signore. Amen.

 

 
 

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