Creato da Tuespetrus il 22/09/2013

Tu es Petrus

Il Blog del vaticanista Gianluca Barile

 

 

A breve in libreria "Diario di un papista", la mia autobiografia. Prefazione del Cardinale Kurt Koch

Diario di un papista è il racconto autobiografico dell'incontro tra Gianluca Barile e il Papa. Non con un solo Papa, tuttavia, ma con la figura stessa del Vescovo di Roma, che presiede la Chiesa Cattolica nella Carità, a cui Barile ha dedicato parte della sua vita, con impegno e costanza, sapendo che ogni cattolico deve contraddistinguersi proprio per la fedeltà al Romano Pontefice. Il libro è, in primo luogo, la descrizione della devozione dell'autore per Pietro, di cui ogni Papa è il Successore: una devozione che in Barile ha origini antiche, come mostrano alcuni particolari di questo libro, ai quali non si può non attribuire una decisiva importanza per la nascita della sua devozione verso il Santo Padre. Diario di un papista è anche la storia della fondazione di Tu es Petrus, Associazione nata proprio dal desiderio di diffondere, promuovere, coltivare l'amore e la devozione per il Papa. Un'associazione di cui Barile è Presidente e che è nata con la Benedizione e il sostegno di numerosi Cardinali di Santa Romana Chiesa; io, tuttora, ne sono Presidente Onorario. Negli anni, Tu es Petrus ha premiato - per il servizio di fedeltà e obbedienza al Sommo Pontefice, alla Sede Apostolica e al Vangelo - numerose personalità della Chiesa, le quali diventano protagoniste, in queste pagine, di aneddoti che arricchiscono la narrazione di dettagli interessanti e inediti, che i lettori non mancheranno di apprezzare. Diario di un papista è, inoltre, il resoconto degli incontri con i Pontefici degli ultimi anni, Benedetto XVI e Francesco, entrambi amati in modo particolare dall'autore. Al primo, Barile ha letteralmente consacrato la propria vita, e ciò emerge chiaramente in ogni parte del libro; libro in cui l'autore racconta anche il percorso umano che lo ha condotto da un'iniziale diffidenza verso il nuovo Pontefice, ai suoi occhi così diverso nello stile da Benedetto XVI, ad una sua piena e convinta accettazione, favorita dalle qualità umane e spirituali di Papa Francesco, il Vescovo di Roma arrivato dalla fine del mondo. Lo stile del libro è scorrevole, capace di affascinare i lettori desiderosi di conoscere più da vicino gli ultimi Pontefici e tutto quello che gravita attorno a loro. Diario di un papista, infatti, si presenta come un'avvincente incursione, ben sorretta da aneddoti vissuti in prima persona, nel recinto di Pietro. Gianluca Barile ha deciso di dare alle stampe questo libro ad un anno dalla rinuncia al ministero petrino di Benedetto XVI e dall'elezione di Papa Francesco, e nei mesi in cui la Chiesa innalza all'onore degli altari Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II che, sia pure in modo diverso, hanno avuto un ruolo fondamentale, al pari del Venerabile Pio XII, nella formazione e maturazione spirituale e petrina dell'autore.

 
 
 

"La Madonna non è un capo-ufficio delle Poste": un messaggio in codice di Papa Francesco a Medjugorje?

Post n°18 pubblicato il 14 Novembre 2013 da Tuespetrus
 
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La Madonna è nostra madre e ama tutti, "ma non è un capoufficio della Posta, per inviare messaggi tutti i giorni". Papa Francesco commenta così lo "spirito di curiosità", il volersi "impadronire dei progetti di Dio" invece di "camminare" nella sapienza dello Spirito Santo e che ci spinge a voler sentire che il Signore è qua oppure è là; o ci fa dire: "Ma io conosco un veggente, una veggente, che riceve lettere della Madonna, messaggi dalla Madonna". Non pochi, tra gli osservatori vaticani, hanno interpretato queste parole del Papa come una presa di distanze, una sorta di bocciatura, delle presunte apparizioni di Medjugorje che, come è noto, si verificano da oltre trent'anni nella località della Bosnia-Erzegovina. Difficile sostenere con certezza che Papa Francesco si riferisse proprio a questo avvenimento in particolare, ma esso sembra rientrare a pieno titolo nello "spirito di curiosità" che ogni anno porta milioni di pellegrini a Medjugorje alla ricerca di un segno miracoloso. Per fare luce una volta su tutte su questa vicenda, che presenta molti lati oscuri, Benedetto XVI, a metà del suo pontificato, ha istituito una Commissione d'inchiesta, guidata dal Cardinale Camillo Ruini e composta da eminenti teologi e mariologi, che tuttavia non ha avuto la collaborazione sperata da parte dei sei 'veggenti', che si sono rifiutati di consegnare alla Santa Sede, e quindi al Papa, la pergamena con i famosi 'dieci segreti' che la Madonna avrebbe consegnato ad una di loro. Questa mancanza di obbedienza e sottomissione alla Chiesa, insieme ad un oscuro e florido giro di denaro legato al fenomeno delle 'apparizioni', ha fatto di Medjugorje un caso senza precedenti nella storia della Chiesa, con migliaia di sacerdoti che, malgrado i divieti imposti dalla Congregazione della Dottrina della Fede all'epoca del Prefetto Ratzinger, divieti confermati pochi giorni fa da Monsignor Muller, si recano puntualmente in pellegrinaggio in quel luogo dando per scontate, malgrado lo scetticismo e il mancato pronunciamento ufficiale della Chiesa, la veridicità delle apparizioni e dei messaggi che la 'Gospa' consegnerebbe a scadenze fisse, anche durante convention in ogni parte del mondo, ai presunti 'veggenti'. Dello spirito di curiosità che genera confusione e ci allontana dallo Spirito della sapienza, il Papa ha parlato questa mattina, commentando durante la Messa celebrata a Casa Santa Marta il passo del Libro della Sapienza, dove si descrive "lo stato d'animo dell'uomo e della donna spirituale", del vero cristiano e della vera cristiana che vivono "nella sapienza dello Spirito Santo. E questa sapienza li porta avanti con questo spirito intelligente, santo, unico, molteplice, sottile". Come riferisce la Radio Vaticana, Francesco ha detto che "questo è camminare nella vita con questo spirito: lo spirito di Dio, che ci aiuta a giudicare, a prendere decisioni secondo il cuore di Dio. E questo spirito ci dà pace, sempre! E' lo spirito di pace, lo spirito d'amore, lo spirito di fraternità. E la santità è proprio questo. Quello che Dio chiede ad Abramo - 'Cammina nella mia presenza e sii irreprensibile' - è questo: questa pace. Andare sotto la mozione dello Spirito di Dio e di questa saggezza. E quell'uomo e quella donna che camminano così, si può dire che sono un uomo e una donna saggia. Un uomo saggio e una donna saggia, perché si muovono sotto la mozione della pazienza di Dio". Ma nel Vangelo "ci troviamo davanti ad un altro spirito, contrario a questo della sapienza di Dio: lo spirito di curiosità". "E' quando noi vogliamo impadronirci dei progetti di Dio, del futuro, delle cose; conoscere tutto, prendere in mano tutto... I farisei domandarono a Gesù: 'Quando verrà il Regno di Dio?'. Curiosi! Volevano conoscere la data, il giorno... Lo spirito di curiosità ci allontana dallo Spirito della sapienza, perché soltanto interessano i dettagli, le notizie, le piccole notizie di ogni giorno. O come si farà questo? E' il come: è lo spirito del come! E lo spirito di curiosità non è un buono spirito: è lo spirito di dispersione, di allontanarsi da Dio, lo spirito di parlare troppo. E Gesù anche va a dirci una cosa interessante: questo spirito di curiosità, che è mondano, ci porta alla confusione". La curiosità ci spinge a voler sentire che il Signore è qua oppure è là; o ci fa dire: "Ma io conosco un veggente, una veggente, che riceve lettere della Madonna, messaggi dalla Madonna". E il Papa commenta: "Ma, guardi, la Madonna è Madre, eh! E ci ama a tutti noi. Ma non è un capoufficio della Posta, per inviare messaggi tutti i giorni". "Queste novità allontanano dal Vangelo, allontanano dallo Spirito Santo, allontanano dalla pace e dalla sapienza, dalla gloria di Dio, dalla bellezza di Dio". Perché "Gesù dice che il Regno di Dio non viene in modo da attirare l'attenzione: viene nella saggezza". "Il Regno di Dio è in mezzo a voi!", dice Gesù: è "questa azione dello Spirito Santo, che ci dà la saggezza, che ci dà la pace. Il Regno di Dio non viene nella confusione, come Dio non parlò al profeta Elia nel vento, nella tormenta" ma "parlò nella soave brezza, la brezza della sapienza": "Così Santa Teresina - Santa Teresa di Gesù Bambino - diceva che lei doveva fermarsi sempre davanti allo spirito di curiosità. Quando parlava con un'altra suora e questa suora raccontava una storia, qualcosa della famiglia, della gente, alcune volte passava ad un altro argomento e lei aveva voglia di conoscere la fine di questa storia. Ma sentiva che quello non era lo spirito di Dio, perché era uno spirito di dispersione, di curiosità. Il Regno di Dio è in mezzo a noi: non cercare cose strane, non cercare novità con questa curiosità mondana. Lasciamo che lo Spirito ci porti avanti, con quella saggezza che è una soave brezza. Questo è lo Spirito del Regno di Dio, di cui parla Gesù. Così sia".

 
 
 

Il Papa concede l'indulgenza plenaria in occasione della IX Edizione del Premio Internazionale "Tu es Petrus"

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Papa Francesco ha concesso l'indulgenza plenaria, ottenibile alle solite condizioni (Confessione Sacramentale, Comunione Eucaristica e Preghiera secondo le Intenzioni del Sommo Pontefice), ai fedeli che parteciperanno alla IX Edizione del Premio Internazionale "Tu es Petrus", che si terrà il 9 Novembre 2013, alle ore 17.30, presso l'Aula Consiliare del Comune di Battipaglia (Sa), e al successivo momento di preghiera che, al termine di un corteo proveniente da Palazzo di Città, si svolgerà presso il Santuario "Santa Maria della Speranza". A fare gli onori di casa, il Fondatore e Presidente dell'Associazione di ispirazione Cattolica di rilievo Internazionale "Tu es Petrus" che promuove l'assegnazione di tale riconoscimento, Gianluca Barile, ed i Presidenti Onorari, i Cardinali Kurt Koch e José Saraiva Martins. I vincitori del Premio, che lo stesso Barile ha personalmente consegnato a Papa Francesco lo scorso 25 Marzo in Vaticano, quest'anno sono: il Cardinale Francesco Coccopalmerio, Presidente del Pontificio Consiglio per i Testi Legislativi; Monsignor Luigi Negri, Arcivescovo di Ferrara-Comacchio ed Abate di Pomposa; Monsignor Giuseppe Rocco Favale, Vescovo emerito di Vallo della Lucania; il giornalista de "La Stampa", Domenico Quirico, rapito in Siria lo scorso aprile da un gruppo di terroristi islamici e liberato a settembre; il Generale Giovanni Napolitano, Luogotenente per l'Italia Meridionale Tirrenica dell'Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme; il Professor Armando Lamberti, Docente di Diritto Costituzionale presso l'Università degli Studi di Salerno; il Professor Luciano Tarantino, Direttore dell'Unità Operativa di Epatologia Chirurgica dell'Ospedale "Tortora" di Pagani; i vaticanista de "Il Messaggero" e dell'Agi, Franca Giansoldati e Salvatore Izzo; il Fondatore del "Museo dei Papi" di Padova, Ivan Marsura; il sacerdote siciliano Don Pasqualino Di Dio, Iniziatore della Fraternità Apostolica della Divina Misericordia; e l'Associazione dei Templari Cattolici Italiani. Durante la Cerimonia in Comune, verranno esposti abiti cardinalizi e pontificali di Papa Luciani, Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e Papa Francesco, che ha già fatto pervenire al Presidente Barile la Sua Benedizione ed un Messaggio augurale per la buona riuscita dell'evento. Il Premio, realizzato dallo scultore Michele Monaco, consiste in un basso-rilievo in bronzo raffigurante San Pietro Benedicente dall'alto della Basilica vaticana. Questo l'elenco nomi degli Em.mi e Rev.mi Signori Cardinali che, dal 2005 ad oggi, hanno ritirato il Premio Internazionale 'Tu es Petrus': Francis Arinze; Giuseppe Bertello; Raymond Leo Burke; Dario Castrillòn Hoyos; Angelo Comastri; Andrea Cordero Lanza di Montezemolo; Salvatore De Giorgi; Velasio De Paolis; Zenon Grocholewski; Juliàn Herranz Casado; Clàudio Hummes; Kurt Koch; Giovanni Lajolo; Francesco Marchisano; Renato Raffaele Martino; Paul Poupard; Gianfranco Ravasi; José Saraiva Martins e Crescenzio Sepe, oltre agli Arcivescovi Monsignor Georg Gänswein (Segretario Particolare di Sua Santità Benedetto XVI e Prefetto della Casa Pontificia) e Giuseppe Angelo Becciu (Sostituto agli Affari Generali della Segreteria di Stato della Santa Sede); ai Vescovi Domenico Sigalini (Assistente Ecclesiastico Generale dell'Azione Cattolica Italiana), Carlo Liberati e Andrea Gemma; ai Monsignori Guido Marini (Maestro dell'Ufficio Cerimonie Liturgiche del Sommo Pontefice) e Marco Frisina (Direttore del Coro Diocesano di Roma e Compositore di fama mondiale); al Dr. Domenico Giani (Direttore dei Servizi di Sicurezza e Protezione Civile della Città del Vaticano); al Dr. Salvatore Martinez (Presidente Nazionale del Rinnovamento nello Spirito Santo) ed a numerose altre personalità che si sono distinte per la testimonianza delle virtù evangeliche della Carità, della Pace e della Solidarietà, in piena comunione e filiale obbedienza al Papa. Più volte le iniziative dell'Associazione Internazionale "Tu es Petrus" sono state riprese da 'L'Osservatore Romano', 'Avvenire' e dai principali mezzi di informazione e agenzie di stampa del nostro Paese. 

 
 
 

Altro che malattie psichiche: le possessioni diaboliche esistono davvero! Il richiamo del Papa ai preti scettici

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Padre Gabriele Amorth e Monsignor Andrea Gemma, due vere autorità del "settore", vanno rimproverando da anni a sacerdoti e Vescovi la loro "ignoranza" e il loro "scetticismo" sul Diavolo, in particolare per quanto riguarda le cosiddette possessioni diaboliche. Basti pensare che in Italia e nel mondo, il numero degli esorcisti nominati dai Vescovi diocesani, è sempre più esiguo, a fronte di una richiesta invece sempre maggiore da parte di poveri fratelli e sorelle di cui si è letteralmente e fisicamente impadronito il Maligno. E' famoso l'aneddoto di quel Cardinale che disse al giovane Padre Amorth, appena nominato esorcista per la Diocesi di Roma accanto al Servo di Dio Padre Candido Amantini, di non credere assolutamente all'esistenza del Diavolo. Altrettanto famosa fu la replica di Padre Amorth: "Eminenza, Le consiglio di leggere un libro. Quale? Il Vangelo...". In questi anni, anch'io mi sono imbattuto in tanti sacerdoti, vescovi ed altri uomini di Chiesa, laici e religiosi, che mettono in dubbio i casi di possessione di diabolica. Per loro, i "posseduti", sono "semplicemente" dei "malati psichiatrici", in quanto "il Diavolo non esiste". Stamattina, durante la tradizionale Messa privata nella Cappella di "Santa Marta", è stato Papa Francesco, sulle orme del suo predecessore Benedetto XVI, a replicare a questi poveri scettici. Termino qui ogni mia riflessione o commento sull'argomento. Mi limito a riportare il richiamo di Papa Francesco al Clero. Si tratta di parole forti, che speriamo possano spingere i Vescovi a nominare più esorcisti (esistono Diocesi che ne sono totalmente sprovviste) e ad esercitare loro stessi questo ministero (ogni Vescovo è esorcista per diritto divino), e convincere finalmente i sacerdoti che il Vangelo non è un racconto di fantasia, che Gesù ha realmente liberato dal Diavolo e loro possono fare lo stesso nel Suo nome. Ma ecco le parole pronunciate da Papa Francesco: "Ci sono alcuni preti che quando leggono il Vangelo, dicono: 'Ma, Gesù ha guarito una persona da una malattia psichica'. E' vero che in quel tempo si poteva confondere un'epilessia con la possessione del demonio; ma è anche vero che c'era il demonio! E noi non abbiamo diritto di fare tanto semplice la cosa, come per dire: 'Tutti questi non erano indemoniati; erano malati psichici'. No! La presenza del demonio è nella prima pagina della Bibbia e la Bibbia finisce anche con la presenza del demonio, con la vittoria di Dio sul demonio".

 
 
 

Un vaticanista di nome Francesco ed i suoi nuovi alunni

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Si sa: l'Italia è un Paese di Santi, poeti, navigatori e tecnici di calcio. Tuttavia, la rinuncia al ministero petrino di Benedetto XVI, annunciata quell'ormai famoso e triste 11 Febbraio scorso e realizzatasi diciassette giorni dopo, ha fatto della nostra amata Nazione, anche un popolo di vaticanisti. Basta fare un rapido giro in Internet per verificare il fiorire di siti, blog e profili 'specializzati' sui social network, curati da persone che intendono occuparsi, quali osservatori e commentatori, di ciò che accade tra le Sacre Mura. Accolgo positivamente questo 'boom' di nuovi 'esperti' di fatti vaticani. E' sempre bello quando la famiglia si allarga. Certo, definirsi vaticanisti, per alcuni di loro, a dire il vero non molto competenti in materia, sembra alquanto azzardato, ma col tempo ci sarà il modo di crescere e di imparare. Un vaticanista non è necessariamente un giornalista. Wikipedia, sia pure limitatamente, scrive: Il vaticanista è quel giornalista, accademico o commentatore la cui area di competenza è lo studio e la comprensione del modo di operare della Santa Sede e della Chiesa cattolica romana, con particolare enfasi sui meccanismi di selezione e nomina attraverso i quali emerge l'élite della sua leadership. Si tratta di un neologismo nato con la grande diffusione della stampa e dei media, nella prima metà del XX secolo. È una figura professionale specialistica presente presso varie testate giornalistiche, sia laiche sia religiose.  Tale definizione, oltre ad essere troppo complessa, è anche incompleta. Dimentica, appunto, chi il 'vaticanista' lo fa per passione. E, grazie a Dio, sono tanti, talvolta più onesti (non solo intellettualmente) di chi lo fa per mestiere (ma di questo mi occuperò in un prossimo post, spiegandovi il ruolo ricoperto da qualche giornalista finora mai citato eppure molto attivo nel famoso scandalo 'Vatileaks'). Per me, essere vaticanista è qualcosa di più: è una missione. Ritengo che si possa diventare buoni cattolici, infatti, anche essendo buoni Comunicatori, annunciatori sinceri e fedeli del Vangelo e del Magistero del Papa. Il consiglio che mi permetto di dare ai colleghi più giovani, quindi, è di attenersi sempre, solo ed esclusivamente, alla verità; di raccontare ciò che accade sapendo che, in quel momento, si è evangelizzatori e non semplici cronisti; di non cercare mai il 'giallo' dove non c'è e di non utilizzare mai la propria posizione per attaccare od offendere; di non (s)cadere nel gossip; di non farsi trascinare dalle chiacchiere; di non farsi strumentalizzare; di non concentrarsi solo sui gesti del Papa, in questo caso Francesco, ma di andare di più alla sostanza, diffondendo principalmente il Suo Magistero, le Sue catechesi, le Sue omelie, che sono di gran lunga più ricchi ed importanti di qualsiasi telefonata faccia o di qualsiasi croce pettorale indossi. Non sono né il Suo portavoce né l'interprete del Suo pensiero, ma sono dell'idea che Papa Francesco gradirebbe più enfasi su CHI proclama - Cristo - e meno su chi chiama al telefono... A proposito. Se un nuovo 'vaticanista' è emerso su tutti in questi mesi, è proprio Papa Francesco: le Sue analisi ed osservazioni sulla Chiesa sono sempre quelle giuste, ed ha un modo di comunicare, schietto, spontaneo e diretto, che è un insegnamento a cui guardare per migliorare anche il mondo dell'informazione religiosa. E' vero che Bergoglio ha deciso di chiamarsi Francesco in ossequio al poverello d'Assisi, ma possiamo essere certi che sia fiero di Lui pure un altro Francesco, San Francesco di Sales, augusto Patrono dei giornalisti e dei comunicatori.

 
 
 
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