Creato da turbine_di_pensieri il 10/03/2007

Turbine Interno

un blog per farvi capire quanto è difficile riuscire ad inquadrare una persona (soprattutto se sono io)

 

 

IMPRESSIONI DI... NOVEMBRE

Venuto al mondo. Sto leggendo il libro della Mazzantini. Tempo fa ero andata al cinema a vedere il film che ne aveva fatto Castellitto. Ricordo che rimasi attratta dall'attore che faceva Gojko, dal suo modo di fare, tipico degli uomini dei balcani. Ricordo il buio della sala e le immagini che si susseguivano una dietro l'altra, portandoci poco a poco verso la verità. I titoli di coda, lo schermo nero e le luci accese all'improvviso. Quel getto freddo che ti riportava prepotentemente alla realtà. Quello che mi è rimasto più impresso di tutto però, era lo sguardo della gente. Degli amici che avevo accanto e degli estranei che occupavano la sala. Eravamo tutti impietriti. Imbambolati davanti allo schermo ormai spento. Ognuno con in testa un vortice di pensieri. I movimenti lenti e silenziosi delle mani che si infilano nei cappotti. Nell'aria c'era quella deferenza che si assume tipicamente quando ci si trova in Chiesa.  Il mio sguardo che vagava sui volti della gente. Pronto a cogliere le impressioni. La faccia sconvolta di una signora. I suoi occhi a punto interrogativo nei miei, come a cercare una sorta di complicità, di sostegno. Mi era venuto da ridere, allora. La mia reazione di scherno alle situazioni troppo solenni.

Si dice che vedere un film e poi leggere il libro da cui è stato tratto, sia deleterio. D'altra parte, è anche vero il contrario. Ogni qualvolta si legge un libro e poi si va a vedere il film, si rimane delusi. Questa è un'eccezione. Non so se dipenda dal fatto che sia passato un anno, ma non mi dispiace avere in mente le facce di Penelope Cruz e di Emile Hirsch. Ovviamente le pagine di carta sono nettamente superiori alle immagini. Comunicano sensazioni, pensieri, paure, disperazione che dal film arrivano, ma in modo ovattato. Ma solo perché con le parole si può indugiare di più su una sensazione, che non con le immagini. Il senso viene trasmesso ma è un riassunto di quello che veramente c'è dietro.

Questo libro è un mattone sullo stomaco. E' di un reale disarmante. La descrizione della guerra in ex Jugoslavia, di come la gente vive con la costante paura che da un secondo all'altro tutto possa finire. Alle immagini siamo assuefatti, ormai. Ma alle parole ancora no, per fortuna. Le parole hanno il potere di catapultarti lì, in mezzo ai proiettili. Possono descrivere così bene una situazione, da farti provare sgomento per quello che è stato. Per quello che è tutt'ora, da qualche parte del mondo. Lontano. Con le parole puoi sentirti svuotato, come se quella guerra l'avessi vista veramente con i tuoi occhi. E comprendi ogni reazione di chi ha la fortuna di tornare a vivere la sua vita normale, in qualche città privilegiata dalla sorte.

Immagino che il mio sguardo non sia quello di sempre. Quando leggo questo genere di libri, la testa si affolla. Il cuore diventa più triste. Ho il malessere dentro. Anche se in realtà - nella mia realtà - non ho alcun motivo di lamentarmi. Apparentemente soffro per delle parole. La verità è che soffro per qualcosa di reale che quelle parole, seppur romanzate, rievocano.

Mangio. In tv, un servizio del tg. Non so neanche di cosa stiano parlando. Il giornalista parla con la solita nenia. Si susseguono delle immagini che non rimangono nella mia testa. Sfuggono. Per afferrare la realtà, mi metto a leggere le frasi in sovrimpressione "Bari:  sguardi di sfida vietati dal Comune". Mi viene da ridere per l'assurdità della notizia. Penso alla guerra. Alle corse tra le strade per evitare i proiettili dei cecchini. Poi provo ad immagine gli "sguardi di sfida" dei baresi.

Questo mondo è un insieme di cose assurde che cozzano tra loro.

Ieri mi ha telefonato il prieten di Valcea. Oggi sarebbe partito per la Romania. Fino al 10 novembre.

"Come farò senza di te, amica mia?? Mi mancherai"

Claudiu è un po' come Giorgio. E' solo. L'unica differenza è che lui è ancora giovane, e si trova in un paese che non è il suo. Ci ho pensato su un bel po' a questa coincidenza. A questo modo che ho di avvicinarmi alla gente che ha bisogno di parlare, di fare una chiacchiera, di una risata. Sembra quasi una missione, la mia. Portare un po' di allegria nelle vite in cui ogni giorno si sussegue identico all'altro. Senza alcun entusiasmo.  

 - Dai prieten! Che neanche te ne accorgerai di questi giorni per quanto passeranno veloci...

Dice che in primavera ritornerà definitivamente nel suo paese. Forse riuscirà a prendere un posto decente. Pagando. E' una buona notizia, per lui. Finalmente dopo 10 anni può tornare a casa. Gli dico che sono contenta. Anche se un po' mi sento triste. L'ennesima persona che va via. Che spicca il volo. Che si farà la sua vita, che invecchierà. L'ennesima persona di cui non saprò più nulla. Ma non voglio che lui percepisca la mia tristezza egoistica. Devo fargli sentire che sta facendo la cosa giusta. Che è meglio ritornare a casa invece di stare ad invecchiare, da solo, in un paese straniero.

- Vuoi sapere come ti vedo tra qualche anno, prieten? Tu ritornerai in Romania, incontrerai una romena. Ti sposerai, e avrai tanti figli!!

- io non voglio ritornare in Romania! Qui ho la mia amica.

- ho capito, ma che c'entro io!! Quella è casa tua! Dovresti essere contento di ritornare nel tuo paese.

- ma i romeni sono tutti sottosviluppati. Non mi trovo bene lì.

- tu pensa a partire, a riposarti e a divertiti. Non pensare all'Italia.

- farò tutto che mi hai detto, però a non pensare a te non me lo chiede, non lo potrei mai fare. Tu sei l'Italia.

- prieten... sei proprio romantico... secondo me sei nato nel paese sbagliato. Ti comporti più da italiano che da romeno sottosviluppato!!!

Ormai sono abituata alle parole ad effetto. Non per niente Wiston mi ha riempita di paroloni. Mi chiedo se sia un modus operandi tipico dei popoli latini, o se questo olteanul sia veramente più sensibile rispetto al suo connazionale moldavo...

 
 
 

LA STUPIDITà PUò ESSER ANCHE DONNA

Post n°935 pubblicato il 21 Ottobre 2013 da turbine_di_pensieri
 

 

Ci sono! Cioè... ultimamente, a dir la verità ci sono sempre di meno... ma son qui! E' un periodo un po' del cavolo, se proprio devo dirla tutta. In questa fine 2013 comincio a rendermi conto più che mai che il tempo passa. Che le persone non stanno al mondo in eterno. Che, come finora se n'è andata la gente più lontana, a 28 anni devo cominciare a rendermi conto che anche le persone più vicino a me possono esser prese. Spero che dopo il secondo lutto nel giro di un mese, fino alla fine dell'anno si possa stare relativamente tranquilli da questo punto di vista.

Per il resto, si continua come sempre. L'atmosfera a lavoro, per fortuna si è alleggerita. Mi trovo molto bene con il mio collega. Non facciamo altro che ridere tutto il tempo. Con il capo ormai c'è una sorta di rapporto alla Sandra e Raimondo. Lui mi fa le battutine, io gli rispondo per le rime e viceversa. Mi ci diverto un sacco. Però a casa ritorno sempre stanca morta, e questo influisce sulla frequenza dei miei post.

Ciccio cresce bene. Ormai lo ho viziato. L'estate, visto che mangia poco, gli do ogni sera le scatolette di carne e così ora che è arrivato l'inverno, lui aspetta davanti al portone che io ritorni da lavoro e miagola disperato finché non gli do la sua razione giornaliera. Ma come si fa a non volervi bene??

A proposito di voler bene, ho deciso che dal momento che una certa persona è ritornata in patria e non si è più fatta sentire, se non di sfuggita, accennando ad un ritorno nella settimana successiva alla sua chiamata (è passato un mese da allora), dicevo, ho deciso che semmai quella persona ritornerà, dovrà rendersi conto di due cose: 1) io non posso stare qui ad aspettare in eterno; 2) chi semina vento raccoglie tempesta, per cui quando un giorno tornerà, pensando che tutto sia rimasto come prima, dovrà mangiarsi le mani nel realizzare che io non starò più lì al solito posto.

Per questo, al momento sto concentrando il mio bene verso me stessa. In studio ringraziano visto che ne risente il mio abbigliamento. Ho bisogno di tirare fuori il lato di me che tengo sempre nascosto. Non so perché, ma sento di dover dimostrare a me stessa qualcosa. Magari che non ne vale la pena di struggersi per uno così... solo che tanto lo so che fino a che sta lontano, fare di questi pensieri è la cosa più facile del mondo. Quando poi ritornerà, gli correrò incontro. Io non capisco proprio. E pensare che quando sentivo storie del genere, pensavo che le donne fossero delle emerite idiote a ricascarci. Da fuori è senz'altro più facile capire. Io invece mi sento spinta da questa attrazione fisica immotivata. Lui non c'entra. Voglio dire, si comporta in un modo che una qualsiasi persona con un minimo di cervello lo manderebbe a cagare all'istante. Io non riesco. E non è per lui. Credo sia qualche reazione chimica. Beh, prima o poi pure la chimica si arrenderà all'evidenza!!! Spero...


 

 
 
 

CACCIA AL TESORO!!!

Post n°934 pubblicato il 20 Settembre 2013 da turbine_di_pensieri
 

Qualche giorno fa, il Capo a lavoro mi aveva detto di riporre la memoria esterna usata per il back up, nella confezione e di nasconderla da qualche parte nello studio.

"Nasconderla, significa che la devi mettere in un posto che, anche se vengono i ladri, non la troveranno mai. Chiaro??"
"ok! Preparati a fare la Caccia al tesoro allora!" ho replicato di getto.

Ieri ho pensato veramente di organizzargliela. Ho stilato un bel regolamento fatto di 5 punti:

1) Il partecipante potrà effettuare la ricerca esclusivamente tra le ore 13.30 e le 15;

2) Non sono ammessi aiutini di alcun tipo;

3) Non sono ammesse lamentele inerenti la perdita di tempo. A tal proposito si fanno presenti le seguenti osservazioni:

3.a prima cominci, prima finisci;

3.b quando si tratta di perdere tempo con il pc di C.lo fai, quindi... si rimanda il partecipante al punto 3.a;

4) Non è ammesso utilizzare alcun ricatto psicologico sull'organizzatrice. Si ricorda che sono vari giorni che il premio è nascosto. E ci rimarrà ancora se il partecipante decide di non entrare nel ruolo di "partecipante";

5) Qualora il partecipante non dovesse rinvenire il premio in giornata, dovrà ammettere che l'organizzatrice è provvista di una superiorità intellettiva rispetto al livello che egli crede di possedere.

 

Ho preparato gli indizi e ho nascosto tutto. Quando poi è arrivato in studio, avevo un po' timore a proporgli questa cosa. E' sicuramente una persona alla mano (non per niente è napoletano. Eh Belf! Tu ne sai qualcosa di come son fatti i napoletani????). Solo che ero scettica sul fatto che avrebbe partecipato. Pensavo mi avrebbe liquidato in quattro e quattr'otto tirando in ballo qualche consulenza  in scadenza. Invece con mia grande sorpresa, non solo ha accettato, ma voleva anche sfidare qualcuno!! Mi ha confessato che non ha mai fatto una caccia al tesoro in vita sua. E di anni ne ha 47!

 

Oggi, eravamo rimasti in studio in tre: io, lui e il mio collega. Ho riaccennato alla caccia al tesoro e il Capo mi ha detto di preparare il tutto, che avrebbe sfidato il mio collega. Peccato che il mio collega già sapesse dove fosse nascosto il "premio"! Quindi ha dovuto fare tutto da solo. Prima di cominciare però ha chiarito una cosa:

 

"se riesco a trovare la memoria esterna, tu dovrà fare qualcosa per me... ad esempio, lavarmi i piatti per tutto il mese di ottobre!"

 

Ho accettato.

 

A parte l'esitazione del primo indizio, in cui non faceva altro che chiedere spiegazioni sulla logicità dell'indicazione:

 

- fammi capire... a che serve questo indizio? Io non so come si gioca. Non l'ho mai fatto: E' OGGETTO DI GRANDE CONTESA TRA CHI DEVE RICEVERE. Ma ricevere cosa? il Premio?
- no! Non c'entra nulla il premio ora. Allora... quella è una frase che richiede una risposta. La risposta indica il luogo in cui troverai il secondo indizio
- mmm...
- capirai! Questo sta 20 minuti solo sul primo indizio, Turbine!!
- ahahahaah
- è oggetto di grande contesa tra chi deve ric... LA SALA RIUNIONI!!!

 

Da lì in poi è stato super veloce. Un po' per la facilità dei miei indizi, un po' anche per il fatto che non li avevo nascosti poi così bene. L'idea di fargli aprire cassetti e cassettini mi sembrava esagerata. E così è arrivato dritto al bagno. E dopo qualche minuto di esitazione, è riuscito a capire anche che la sua memoria esterna si trovava dietro ai flaconi di detersivo riposti nell'armadietto.

 

- turbine, hai messo troppi pochi indizi! Lo dovevi far girare di più per l'ufficio!

- tu mi sottovaluti troppo se hai pensato che non avrei trovato la memoria esterna con quegli indizi lì. Da oggi in poi ti chiamerai FIRMINA.

- M. ma perché FIRMINA?

- perché è il classico nome da filippina!

- mah!

- senti...

- hai detto OTTOBRE!!! Non ci provare!!

- no è che avevo già da ora qualcosa da lavare... ma effettivamente, ho detto ottobre...

- dai, per me è uguale.. posso cominciare anche oggi, ma sempre un mese deve essere, eh! 20 settembre - 20 ottobre!!

- ahahaha... solo che oggi è venerdì, poi hai il week end per riposare.

- beh, di certo non vengo il sabato e la domenica per lavarti i piatti!

- ahahaha non saprei quando farti cominciare.

- dai, inizio ora.

- F. vieni a vedere anche tu! Turbine inizia a lavarmi i piatti. Peccato non avere a portata di mano una telecamera!!

 

Si sono messi davanti all'uscio della cucina tutti e due, fermi impalati a ridere e fare battute mentre la sottoscritta iniziava l'opera da brava massaia di casa.

 

-M., ma nel servizio possono rientrare anche le mie tazze e i miei bicchieri da lavare?

- No! L'accordo è tra me e lei. Tu le tue cose te le lavi da solo!

 

Non avesse replicato in questo modo, avrei detto la stessa cosa io. Quando si vede la serietà di una persona !!!

Solo che comincia ad approfittarsene ! Poco prima di andare via, mi ha detto di cercargli un articolo su un quotidiano.

- ecco, trovato!

- grazie.

- ma... ti facevano male le mani a sfogliare i fogli??

- io devo capire una cosa - tono super ironico -  Com'è che quando le cose ve le chiede la mia socia, abbassate tutti le orecchie, e quando le chiedo io, no? Questa cosa mi è sempre sfuggita. Comunque è divertente la caccia al tesoro. Non l'avevo davvero mai fatta. Chi lo avrebbe detto!

- non è mai troppo tardi...

- Bel nascondiglio. Quasi quasi la rimetto là la memoria esterna.

- Ma dici sul serio??

- Certo! Solo che non siamo coperti dal rischio incendio.

 

Magari a 28 anni sono ancora una ragazzina, ma a me piace essere così. E' quello che voglio essere! E mi piace un sacco quando riesco a far tornare un po' bambini anche quelli che hanno dimenticato di esserlo stati un tempo.

Sarà una stupidaggine, ma sentire un uomo di 47 anni, un consulente commerciale che gira perennemente in giacca e cravatta tra le mura del Tribunale di Roma, ripetere fino allo sfinimento che la Caccia al Tesoro non l'aveva mai fatta e vedere la sua faccia sorpresa quando si rende conto di essersi divertito... beh a me mette una gioia pazzesca!!

 
 
 

UNA NUOVA FILOSOFIA DI VITA

Post n°933 pubblicato il 31 Agosto 2013 da turbine_di_pensieri
 

Negli ultimi giorni, strano a dirsi, ho avuto problemi con la connessione.

Da una parte è stato meglio così.

Lo dico per voi!!

Il post che mi accingevo a scrivere non era molto divertente.

Avete presente quella sensazione in cui ti senti crollare un po' il mondo addosso dopo aver scoperto che una persona di cui ti fidavi, in realtà ti ha raccontato una cavolata? Se poi la cavolata in questione riguarda una cazzata, una oltre a chiedersi il motivo, comincia anche - e legittimamente - a domandarsi di quante altre cazzate sia stata riempita su argomenti ben più importanti. Ma non voglio proseguire oltre.

Sono stata un po' malino. Anche perché, se c'è una cosa che pretendo dalla gente è la sincerità. E come mio solito avevo iniziato a piangermi addosso. Poi ad un certo punto mi son detta che stavo sbagliando. Che non posso ridurmi ad uno straccio ogni volta che la mia fiducia viene delusa. Nessuno è perfetto. Siamo 7 miliardi di individui! Pretendere di non soffrire mai a causa dei comportamenti degli altri è impossibile, se non infantile.

L'altro giorno sono andata a fare un giretto al supermercato e mi è capitato tra le mani un libro. COME SMETTERE DI FARE LA VITTIME E NON DIVENTARE CARNEFICE.  A dire il vero, ad attirarmi era stato un altro libro dello stesso autore: COME DIVENTARE BELLA, RICCA E STRONZA. Il classico titolo che mi spinge ad allontanarmi il più in fretta possibile dallo scaffale, insomma.

 Questo però accade quando sono stabile a livello emotivo.

Quando non lo sono, è tutto un altro paio di maniche!

Ed infatti, spinta dalla voglia di scoprire più che altro come diventare STRONZA (che diventare bella e ricca credo sia più faticoso), ho cominciato a leggicchiare il vademecum. Sono scoppiata a ridere nel giro di 3 secondi. L'ho trovato molto esilarante ed arguto. Quando poi l'ho riposto sullo scaffale alla ricerca di qualche altro libro che potesse destare la mia curiosità, ho visto quello sulle vittime ed ho pensato che non poteva che essere il libro giusto al momento giusto. Ho optato per questo, anche perché - confesso - mi vergognavo troppo a presentarmi alla cassa con l'altro.

L'ho letto tutto d'un fiato.

Essendo un libro di 165 pagine si fa presto!

Lui, Giulio Cesare Giacobbe, sembra un pazzo. Nel senso buono. Cioè, divaga da un punto all'altro come un vero comico che si rispetti.

E tu lo segui.

Anche se, a volte, la sua ironia sconfina nell' idiozia più pura.

Ma tant'è... mica si può far sempre ridere!

Va detto però che la cosa bella dei suoi libri è che non mirano solo al semplice intrattenimento.

Comunicano qualcosa.

Non per niente il tipo ha un curriculum di tutto rispetto tra attestati presi in America e cattedre tenute in Italia. Ricorda molto quei professori universitari, rari, che hanno molto da trasmettere agli studenti e riescono a farlo utilizzando il loro (degli studenti) modo di comunicare.

D'altra parte è vero che le cose si imparano con maggior facilità se risultano meno pesanti e più divertenti.

Il mio istruttore di scuola guida metteva in pratica questa teoria già 10 anni fa.

(SIGH! 10 ANNI FAAAAA ?!?!?!)

Con lui, qualsiasi argomento teorico era uno spasso.

Infatti la teoria è passata liscia.

E' la pratica che purtroppo...

Comunque, cari miei: finalmente ho capito!!!

Ho capito che spesso e volentieri diamo sempre la colpa agli altri per il nostro stato d'animo, perché sono brutti e cattivi e ci fanno sempre stare male. Solo che in realtà, le cose che ci capitano ce le meritiamo tutte, perché in fondo ciò che vogliamo dagli altri è una proiezione che noi facciamo su di loro che non rispecchia assolutamente la realtà.

Infatti, a ben pensare, ci sono sempre segnali che, se colti in anticipo, potrebbero evitare tanti incontri ravvicinati con il muro verso il quale ci si schianta. Peccato che ci si ritrovi a voltare la testa dall'altra parte, pur di convincerci che le cose sono come vogliamo che siano.

E che il mondo giri come desideriamo.

Quindi, la mia nuova filosofia di vita sarà:

"MA DE CHE TE STAI A LAMENTà DICO IO??? TE LA SEI CERCATA. QUINDI O VOLTI PAGINA, O CONTINUI A STA' SU QUESTA, L'IMPORTANTE è CHE TE STAI ZITTA!!"

 
 
 

L'IRRIPETIBILITà DEGLI ATTIMI

Post n°932 pubblicato il 21 Agosto 2013 da turbine_di_pensieri
 

 

Prima pensavo all'irripetibilità degli attimi che viviamo. Ognuno è singolo e non può essere reiterato, perché dipende dalla combinazione di tante variabili esterne. Uno stesso libro assume un significato diverso se lo si legge in differenti periodi della propria vita. Quante volte vi sarà capitato di prendere in mano un volume e trovarvi frasi significative che, ad una prima lettura, erano sfuggite? Magari non gli avevate dato così tanta importanza perché nel momento in cui lo avevate letto, le vostre priorità erano diverse, i vostri problemi erano altri.

Questo è il principio che regola anche le relazioni umane. Magari conosci una persona nel periodo più sbagliato della tua vita e non le presti importanza. Dopo anni, ci si incontra di nuovo e nasce qualcosa. Due finali completamente differenti per le stesse persone. Lo sbaglio è questo. Pensare che si rimanga sempre gli stessi nel tempo. Ed è proprio perché siamo soggetti a mutamenti noi stessi in primis che nulla potrà mai essere uguale se si ripete una seconda volta.

Prima di tutto, nelle seconde volte c'è la consapevolezza. Già si sa cosa ci aspetta e questo non fa altro che caricarci di aspettative che inevitabilmente andranno per esser deluse.

Non si può mantenere lo stesso stupore, la stessa gioia per le nuove scoperte, la stessa felicità se già si pensa di sapere cosa ci aspetterà. Diamo per scontato che se introduciamo gli stessi ingredienti , i dolci usciranno buoni come al solito. Peccato che gli ingredienti, dal primo al secondo dosaggio, hanno subito delle manipolazioni e non si può pensare che reagiscano alla stessa maniera.

Le seconde volte son delle trappole. In esse si cerca una continuità, una sicurezza, una certezza che in realtà non possono darti. Sono altrettanti salti nel vuoto in cui parti più svantaggiato, perché pensi di sapere cosa ti aspetta, ma in realtà incontrerai situazioni completamente diverse, che non sempre ti piaceranno.

Quante volte, d'altra parte, si ritorna nello stesso posto, una seconda volta e poi si rimane delusi perché non è più lo stesso? Magari mancano le persone giuste, o forse ci sono ma erano giuste solo per la prima volta.

Non so. Ho come l'impressione che se fossi costretta a ritrovarmi una volta all'anno in una stanza con 20 persone sempre diverse, ogni incontro non sarebbe mai uguale, anche se dopo la prima volta potrei pensare di sapere cosa mi aspetta. Se poi le 20 persone rimangono sempre le stesse, son convinta che il discorso non cambi.

Niente rimane statico.

Le certezze hanno vita breve in questo mondo. 

 

 

 
 
 
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Una goccia, e d' improvviso l' acqua si increspa.
Non c' è più quiete.
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Un evento, e d' improvviso la calma interiore si spezza,
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"Molti mi daranno dell' avventuriero e lo sono; soltanto che lo sono di un tipo differente: di quelli che rischiano la pellaccia per dimostrare le loro verità."

 
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