Tyki's Fantasy

La Leggenda del Dragone

 

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CAPITOLO L

Post n°54 pubblicato il 24 Dicembre 2008 da Tyki_Mikk
 

Diana richiuse immediatamente la porta dietro di sé, quindi rimase assieme all'amica nel più totale silenzio. L'unica cosa che udivano era il loro respiro affannoso. Attesero in ascolto, fissandosi preoccupate negli occhi. A Sarah parve per un istante di udire il respiro di una terza persona lì dentro.
La stanza nella quale erano finite era piuttosto piccola e buia. Si guardarono attorno frettolosamente, senza notare nulla di rilevante, anche a causa dell'oscurità. Pensarono che fosse meglio così, non avrebbero dovuto fare altro che attendere di essere raggiunte dai compagni.
Poi si udì un forte chiasso e le grida e imprecazioni di un gran numero di uomini. Sembrava che stessero cercando di sfondare una porta, ma per fortuna non era la loro. Sarah pensò subito a Vash e Ander, e pregò affinché non accadesse loro nulla di male.
"Che sta succedendo?!" sussurrò Diana con il cuore in gola: "Speriamo solo che i ragazzi ritornino tutti interi!"
"Fa silenzio, non dobbiamo farci scoprire..." rispose l'altra: "Dobbiamo avere fiducia, loro sono in gamba. Ma se toccasse a noi..."
Era stata sufficientemente chiara e Diana le diede retta.
Poi, improvvisamente si udì una tremenda esplosione, seguita dalle urla agghiaccianti di gente ferita o forse moribonda. Un brivido corse lungo la schiena delle due amiche.
"Che succede?"
Sarah e Diana si fissarono con gli occhi sbarrati e con crescente preoccupazione realizzarono che nessuna delle due aveva fiatato. E infatti quella voce non somigliava ad alcuna che ritenessero famigliare.
"Chi è?" chiese qualcuno nel buio: "C'è qualcuno?"
Era una voce femminile, dolce e gentile, ma con una evidente nota di inquietudine. Spiazzate e alquanto spaesate, le due amiche si guardarono attorno sforzando la vista, ma senza scorgere nessuno. Sarebbe stato alquanto azzardato rispondere, se non persino folle. All'interno di quel palazzo erano considerate delle intruse ed era altamete improbabile che vi avessero incontrato degli alleati.
<<A meno che...>> pensò tra sé Sarah.
Improvvisamente nella stanza comparve una luce. Una giovane e aggraziata ragazza sedeva su un grande letto a baldacchino, vestita del solo abito da notte. Dovevano essere le primissime ore del mattino e naturalmente stava dormendo sino a un attimo prima. Svegliata di soprassalto dal fragore dell'esplosione, aveva acceso la lampada a olio poggiata sul tavolino che le stava di fianco e scrutava con curiosità e non poco timore le due giovani donne che le si presentavano di fronte.
"Per l'amor di Sol, chi siete?!" domandò trattenendo il fiato.
Era molto giovane e particolarmente aggraziata. Due ciocche dei suoi lunghi capelli lisci le ricadevano da entrambi i lati del viso sino all'altezza del seno. Erano bianche, candide come la neve.
"Principessa?" azzardò Sarah coraggiosamente.
Diana lanciò un'occhiata esitante alla compagna.
"Sono io." rispose la giovane con crescente sicurezza: "Potrei sapere con chi sto parlando? Non credo di conoscervi."
Le due amiche si guardarono con aria trionfante.
"Siete proprio voi, non riesco a crederci!" esclamò Diana.
"Siamo qui per portarvi via, principessa." spiegò Sarah: "Ci manda il capitano della guardia reale di Northland in persona."
Un barlume di speranza colse dal nulla la ragazza dai lunghi capelli bianchi.
"Dite sul serio?! Siete qui per ordine del capitano Hansson?"
Le altre due annuirono gravemente. Intanto giunse alle loro orecchie un nuovo frastuono, seguito ancora una volta da grida. Le tre giovani donne rimasero mute ad ascoltare, sentendosi pervadere dalla paura. Poco dopo tutto tacque all'improvviso.
"Cos'è stato?" chiese la principessa con profonda timidezza.
"Ci sono altre due persone oltre a noi, giunte qui per salvarvi." disse la ragazza di Greenville preoccupata: "Spero che stiano bene..."
"Dovrebbero raggiungerci a momenti." aggiunse l'amica: "Ma dovremmo sbrigarci, abbiamo poco tempo a disposizione per fuggire dal palazzo. Perciò vi chiedo gentilmente di vestirvi in fretta e di seguirci."
La principessa annuì e si alzò subito dal letto con l'intenzione di cambiarsi.
"Potreste gentilmente voltarvi?" chiese cortesemente.
Le altre due esaudirono la sua richiesta e le permisero così di togliersi la camicia da notte. Senza preavviso però la porta si aprì di colpo e Vash irruppe nella stanza con impazienza.
"Dove siete?! Presto, filiamo, prima che ne arrivino altri..."
Ritrovandosi di fronte la giovane donna quasi completamente svestita, il cacciatore si interrupppe altrettanto bruscamente a come aveva esordito. Spaesato, rimase a fissarla senza capire. Lei si era voltata nella sua direzione sussultando e trattenendosi a stento dal strillare. Per un lungo istante i loro occhi argentei si incrociarono provando curiosità e sorpresa, ma anche un'indescrivibile sensazione.
Dopo lo spavento iniziale, anche Sarah e Diana realizzarono esterrefatte cosa fosse accaduto.
"Oh, mi sono perso qualcosa?!" commentò maliziosamente Ander mentre sopraggiungeva.
"Uscite subito!!" gridò con decisione la ragazza di Tunsea.
Spingendo fuori i ragazzi senza troppi convenevoli e senza dare loro spiegazioni, Diana richiuse la porta, rimanendoci appiattita con tutto il peso per precauzione.
"Ci dispiace molto per ciò che è successo..." si scusò Sarah con enorme imbarazzo.
La principessa rimase in silenzio e le due amiche temettero che si fosse arrabbiata parecchio. Il suo volto era infatti diventato paonazzo, ma ne ignoravano ancora il vero motivo.

"Che cosa stava accadendo lì dentro?" domandò Ander ansioso: "Chi era quel bel pezzo di figliola?"
"..."
"Perché era ignuda?" insistette: "Ehi, Mi senti?"
"La principessa..."
"COSA?!" sbottò l'altro: "Ne sei sicuro?!"
"No." rispose: "E' una sensazione."
Il cavaliere di Eyrie fissò negli occhi l'amico cercando di indovinare i suoi pensieri. Era tempo sprecato e lo sapeva, ma di certo Vash sembrava improvvisamente rabbuiato in volto.
"Mi spiace dovertelo dire, ma questa volta l'hai combinata davvero grossa, collega." lo compatì trattenendosi a stento dall'esplodere in una fragorosa risata: "Dopo quello che hai visto, potrebbero cavarti gli occhi, lo sai?"
"Taci!" si innervosì il cacciatore: "Anche tu..."
"No, maledizione!" si disperò Ander interrompendolo: "Non ho avuto il tempo di vedere bene! E non è affatto giusto!"
"Ne ho abbastanza!" lo zittì Vash: "E' possibile che tu non riesca a pensare ad altro? Mi pare che il corpo di una donna non ti celi misteri, o credevi forse di scoprire qualcosa di nuovo?"
Il biondo compagno lo squadrò come se appartenesse a una specie differente.
"E' inutile perdere tempo a discuterne con te, che sei un dannato pezzo di ghiaccio..." sbuffò sconsolato.
Iniziarono a spazientirsi, quando finalmente la porta si aprì e le tre giovani donne riapparvero, pronte a seguirli. Ancora sconvolta e distratta per ciò che era accaduto poco prima, la principessa salutò i due guerrieri con un leggero inchino.
"Il mio nome è Victoria Evelynn Karlsson, principessa del regno di Northland." si presentò con lieve imbarazzo: "Vi sono immensamente grata per esser giunti sin qui allo scopo di condurmi in salvo..."
Ander si diresse senza indugi verso la ragazza dai lunghi capelli candidi, inginocchiandosi galantemente al suo cospetto. Le prese delicatamente la mano per poi baciarla.
"E' un onore e un privilegio per noi poter svolgere codesto compito." rispose solennemente: "Ander Steiner, cavaliere dell'Ordem, d'ora in avanti al Vostro servizio; sappiate che la mia vita Vi appartiene, sono pronto sacrificarla in ogni momento per difenderVi!"
Lei lo osservò sorpresa, con un sorriso di circostanza.
"E' molto onorevole e generoso da parte vostra, messer Steiner... ma mi auguro che non sia necessario alcun sacrificio."
Il cavaliere di Eyrie sollevò lo sguardo verso di lei.
"Per tutti gli angeli del paradiso, la Vostra bellezza risplende con intensità maggiore di quella della stella più luminosa del vespro!" proseguì lui: "Mia Signora, il Vostro sorriso addolcisce il mio cuore e lo riempie di gioia e serenità! Non potrei chiedere ricompensa più gratificante di stare al Vostro fianco!"
Diana lo stava fissando con espressione nauseata, mentre Sarah si portò una mano alla bocca per coprire la risatina divertita che non riusciva a trattenere.
"Se siete tutti pronti, direi che è il caso di andare..." irruppe nella conversazione Vash nascondendo come sempre ogni emozione nel tono di voce.
"Non hai proprio nulla da dire tu?!" reagì Ander scaldandosi: "Dovresti come minimo supplicare il perdono della principessa per ciò che hai fatto!"
"Ce ne occuperemo più tardi, adesso non abbiamo un minuto da perdere." liquidò Vash ogni sua resistenza: "Avanti, dobbiamo trovare un modo sicuro per scendere al piano inferiore."
Si accorse che la pricipessa lo osservava con curiosità, ma questa volta lui distolse prontamente lo sguardo e inizio a riattraversare il corridoio dal quale erano venuti.
"Ti avverto: non pensare nemmeno di scendere come prima!" gli intimò il cavaliere di Eyrie, quando gli fu vicino: "Non puoi mica obbligare la principessa a calarsi con una corda... come se non ne avessi combinate già abbastanza!"
"Ho capito, non sono stupido!" s'infastidì l'altro: "Perché non trovi tu una soluzione, invece di criticare?"
Dopo pochi passi raggiunsero una grande sala, spaziosa e ampia, ma completamente deserta. Si guardarono attorno con prudenza e attenzione, ma nonostante i cattivi presentimenti che avevano, non accadde nulla di sospetto. Senza sprecare altro tempo attraversarono quell'ambiente vuoto e silenzioso.
"Di scendere le scale non se ne parla..." rifletté Ander a voce alta: "Ma chissà, magari usando le maniere forti...? Come abbiamo fatto poco fa..."
"No, è troppo rischioso!" rispose il cacciatore: "Anche se riuscissimo a passare, sarebbe impensabile seminarli. E se ci inseguissero sino al passaggio segreto, saremmo nei guai."
"Già... Forse però potremmo..."
"Silenzio!!" esclamò improvvisamente Vash: "Avete sentito?!"
"Uh?" mormorò l'amico sorpreso: "Di che parli?"
Erano proprio al centro della sala, quando si arrestarono in silenziosa attessa. Un tonfo sordo giunse alle loro orecchie e Sarah ebbe la netta impressione che il pavimento sotto ai suoi piedi avesse tremato per un attimo. Dopo un breve istante però l'intero salone sembrò investito da una violenta scossa.
"Un terremoto?!" si chiese Diana preoccupata.
Ma subito dopo la situazione ritornò alla normalità.
"Direi che si trattava piuttosto di un crollo o di un'esplosione..." propose Ander con parecchie incertezze.
E ancora una volta ci fu un forte tremito, come se qualcosa di grosso stesse impattando violentemente su qualche parete nel tentativo di abbatterla. Presa dal panico, la principessa respirava affannosamente, guardandosi attorno come un animale impaurito. Il cavaliere di Eyrie le fu subito accanto al fine di rassicurarla, ma neanche lui poté nulla negli istanti strettamente successivi.
Il pavimento, assemblato con piastrelle di marmi preziosi e all'apparenza così solido e sicuro, cedette di colpo, proprio sotto ai loro piedi.

Diana cadde nel vuoto e solo i riflessi di Vash, che gli permisero di tuffarsi e afferrarle una mano, le impedirono di sparire nell'oscurità sottostante.
"AAAAAAAH!!"
Sarah perse l'equilibrio, mentre il buco nel pavimento si allargava nella sua direzione. La ragazza di Greenville sentì mancare il contatto con il suolo e il suo corpo iniziò a precipitare verso il basso. Con un ulteriore sforzo però il cacciatore allungò anche l'altro braccio e raggiunse prontamente anche la mano di lei. Le due ragazze stavano ora sospese nel vuoto, con il cuore in gola, aggrappate disperatamente al loro salvatore.
"Cosa sta succedendo?!" domandò Ander incredulo: "Come può accadere una cosa del genere?!"
"Non startene lì impalato!" sbottò l'amico: "Dammi una mano!!"
Lui fece per obbedire, ma appena si avvicinò, qualcosa si mosse nel buio del vuoto sottostante.
"Attenti!!" gridò il cavaliere senza intuire di cosa si trattasse realmente.
Qualcosa di enorme e metallico colpì il pavimento dal basso, proprio nel punto dove era già parzialmente crollato. Lo schianto fu tremendo e grossi blocchi di marmo cedettero nuovamente. Anche il punto in cui stava accucciato Vash con le mani impegnate a sorreggere le compagne, si staccò all'improvviso. Ander rimase a guardare impotente, mentre i tre piombarono giù. Gli si gelò il sangue udendo il fragore della pietra che si schiantava al suolo del piano inferiore.
"SARAAAAH!!" urlò fuori di sé: "DIANAAAA!!"
La principessa era pietrificata accanto a lui, gli occhi spalancati e fissi davanti a sé. Finalmente il rumore causato dal crollo si era attenuato e il cavaliere riprovò a chiamare i compagni.
"Sto bene!!" rispose finalmente la voce famigliare della ragazzza di Greenville: "Ho preso solo qualche botta..."
"Ahi..." mormorò invece Diana: "Credo di essermi slogata la caviglia!"
L'enorme ambiente vuoto amplificò il suono delle loro voci raggiungendo Ander che tirò un sospiro di sollievo.
"Non fa niente, non è grave!" la consolò lui: "Sarebbe potuta andare molto peggio..."
Vash però si rimise subito in piedi impugnando lo spadone.
"Mi spiace deludervi, ma non è ancora finita." affermò freddamente: "Qualunque cosa ci abbia fatto precipitare giù è ancora qui."
Le ragazze si rimisero in piedi allarmate, seguendo lo sguardo del cacciatore. I loro occhi si abituarono alla bassa illuminazione di quel luogo tetro e spazioso. Davanti a loro scorsero qualcosa, ma non si resero conto subito di cosa si trattasse. Solo quando iniziò a muoversi riconobbero con orrore una sensazione già provata. Il suolo tremava per la pesantezza dei passi di un gigantesco mostro meccanico.
"Maledizione!!" esclamò Ander seriamente preoccupato per i compagni: "State attenti, è uno dei Mech Ogre!!"
Da dov'era non poteva fare niente e cercò di riflettere sul da farsi. Doveva tentare di scendere in qualche modo, ma aveva anche la pricipessa da portarsi dietro.
"Ti sbagli, Steiner!" lo richiamò una voce famigliare, cogliendolo di sorpresa: "Si chiama SMA 004, abbreviazione di Steel Mech Armor. E' un modello dell'ultima generazione: più grosso, più potente e con più risorse."
"Kaejis?!" si meravigliò lui, ritrovandosela a pochi passi.
Il Capitano di Feor gli si stava avvicinando con passo lento e sicuro. Nel frattempo tutto attorno alla sala si disposero i soldati feoriani, chiudendo ogni via di fuga.
"E' un dono del L.I.R.S. che considero molto utile." proseguì lei: "Mentre ridurrà in cenere quel bizzarro mostro di Vash, io mi occuperò di te. Ho un conto in sospeso..."
"MetteteVi dietro di me, principessa!" disse il cavaliere, preparandosi al nuovo scontro.
"Come avete fatto a trovare la mocciosa?!" lo interrogò il Capitano di Feor: "E pensare che l'ho spostata in una stanzetta anonima, senza metterle neanche una guardia, proprio per non attirare l'attenzione! Beh, non importa: la vostra fortuna finirà qui!"

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Data di creazione: 15/04/2008
 

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