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Post n°152 pubblicato il 11 Marzo 2013 da ugualmenteabile
Sull’immigrazione l’Italia rischia, purtroppo, di perdere l’ennesimo treno. Per la semplice ragione che mentre Germania, Olanda, Austria e Gran Bretagna si apprestano a chiedere all’Europa, nel Vertice di Bruxelles dei Capi di Governo del prossimo fine settimana, di dire no alla sicurezza sociale automatica e garantita per gli immigrati comunitari prossimi venturi di Bulgaria e Romania, noi facciamo spallucce e pensiamo ad altro. Con le forze politiche, vecchie e nuove, impantanate nelle paralizzanti sabbie mobili post elettorali. Ed il Governo, che per quanto formalmente in carica, è come se non lo fosse. Un vuoto di attenzione non solo colpevole ma pericoloso. Visto che proprio il delicatissimo e scottante tema dell’immigrazione è alla base di quello che gli americani definiscono political disconnect tra un’opinione pubblica sempre più allarmata ed i partiti politici. Di destra, di sinistra e, in prospettiva, anche delle Cinque Stelle, se pensa di continuare, come ha fatto finora, a disinteressi del problema. In un paese in cui i cittadini, se fortunati, sono comunque costretti a cambiare, in peggio, livelli e stili di vita, mentre per molti altri va di gran lunga assai peggio,una parte di sacrifici spettano pure agli immigrati. Anche l’Italia, dunque, come hanno fatto i nostri quattro partner nord europei, deve convincersi che rivedere norme e diritti dell’immigrazione, scritti in tempi tanto diversi da quelli attuali, non è una bestemmia. Ma solo un dovere politico e morale. Per noi e per loro. Innanzitutto perché è non solo irrealistico ma sbagliato continuare a ripetere che agli immigrati vanno garantiti tutti gli stessi, identici benefici, senza fare distinzione alcuna tra ciò che spetta ai lungo permanenti o già in possesso della cittadinanza e quelli di passaggio o i soggiornanti di breve periodo. Stabilendo, ad esempio, che se le cure sanitarie, l’istruzione ed i servizi sociali sono benefit intangibili e innegabili per tutti, sempre e comunque, non lo sono, invece, la previdenza o il diritto alla casa. Fonte www.west-info.eu |
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