L'ultima poesia

Settembre

Il sole obliquo, nel cielo sereno

non mette tristezza,

risate e profumo di vino

non piange più la vite per ciò che le è tolto

Latente malinconia di un'estate finita

di progetti tanto attesi

ma mai partiti

Le ombre si allungano

il vento tra i rami

Arriva il riposo dopo tanto correre

dopo tanto sperare

dopo tanto affannarsi...

Tutto rallenta piano

dolcemente

si sentono solo gli ulmini scatti di forbice

veloci e nervosi....

dietro le lame

occhi trsti cercano tra le foglie

parlando coi tralci e piangendo in silenzio...

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Il Tempo

Guarda avanti!

È il grido della vita

lentamente, inesorabilmente

ma sempre avanti...

Vedo il buio davanti a me

ad ogni passo potrei cadere,

sono certa solo della strada già fatta,

degli errori commessi

che non posso cancellare.

Il prossimo passo...

lento come un minuto

sempre avanti e dritto, come il tempo,

se sarà giusto

domani per me ci sarà gioia,

se sbaglierò

il futuro avrà il volto del dolore.

Decido adesso il mio domani

così, al buio,

cieca muovo le mani

nel caos...

Potrai aiutarmi tu, dolci occhi?

Certo che non puoi...ma fallo nella fantasia

fammi sognare finchè è possibile

perchè forse oggi

sono già in quel domani disperato.

Io e me

Io e me

stiamo troppo insieme

ma non ci accettiamo.

Ci facciamo domande

troppo difficili per avere una risposta

ma che sconvolgono l'anima

come il vento agita il mare.

La mia testa rotola,

i pensieri si accavallano,

si sorpassano,

lottano,

uno, l'altro...

io non so quale seguire.

I colori si mescolano

le tinte più strane nascono

poi si tuffano con le altre.

Quale meravigliosa ricchezza

può nascere da tutto questo,

pensano gli altri,

credono che la solitudine apra la mente

che colori,

pensieri,

immagini si fondano

dando vita a esperienze straordinarie,

a gradazioni nuove

e non sanno

che sempre bianco è il risultato.

Oblio

Dentro un baratro

nella mia mente

scivola il passato,

un precipizio buio

divora i ricordi,

i volti.

Buchi neri

si aprono dietro me

cancellano le mie tracce,

pezzi mancanti di un'immagine

che non saprò più ritrovare

ma che mi rendono

ciò che sono.

L'acqua del dolore

Acqua dal cielo,

acqua dagli occhi.

Acqua davanti a me,

piccolo lago che avvolge la pioggia

ma chi accoglierà il mio dolore?

Non guardatemi,

questa stranezza è la vostra natura,

non badate a me

voi che nascondete le lacrime sotto false risate

o le affogate

la sera, seduti sotto le stelle

tra le luci di una strada.

Quel raggio di sole che buca il coperto

fa brillare tutta quest'acqua

di una luce più intensa

di quella di un giorno sereno.

Illumina le gocce

con la promessa

di asciugare quelle che scorrono sul mio viso.

Non voltatevi,

non badate a me

perchè anche io sono acqua

e come lei trasparente.

Non fermatevi

quello che vedete sul mio viso

è solo acqua,

l'acqua del dolore