Creato da patty1_mah1 il 12/06/2006

guardando le stelle

sognare....

 

Messaggi del 02/01/2017

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Post n°1246 pubblicato il 02 Gennaio 2017 da patty1_mah

Nella vita impara la regola più importante di tutte: ogni persona vale il tempo che ti dedica.

V. Cannova

L'immagine può contenere: persone in piedi, cielo, albero, spazio all'aperto, acqua e natura

 
 
 

Bisogna lasciar andare chi non ha mai fatto nulla per rimanere

Post n°1245 pubblicato il 02 Gennaio 2017 da patty1_mah

Bisogna lasciar andare chi non ha mai fatto niente per rimanere, quelle persone dai sentimenti temporanei che ci hanno fatto sprecare tempo e desideri. Lasciar andare richiede valore, ma invece di vederlo come la fine, dobbiamo accettarlo come l’inizio di qualcosa di nuovo.

Chi non si è visto obbligato almeno una volta a dover chiudere una tappa della sua vita? A volte si dice “Chiudere una porta”.

Tuttavia, questa visione della porta, più che darci l’idea di qualcosa che si chiude è qualcosa che ha inizio, ci fa riflettere su un’entità che non finisce mai, come una specie di uroboro. Dobbiamo vedere questa tappa della nostra vita come una linea che avanza, lungo la quale fluiamo man mano che cresciamo. 

E per crescere, dobbiamo liberarci di alcune cose, mentre ne guadagniamo di nuove. La vita è un percorso ininterrotto che ci sopraffa e ci toglie il respiro, e a niente serve rimanere attaccati a qualcosa o qualcuno che ci manda verso il basso, come pietre che cadono in un pozzo.

Chi non ci riconosce, chi ci ferisce e danneggia il nostro essere, la nostra essenza come persone, sta indebolendo la nostra crescita. 

Probabilmente può essere molto difficile rendersene conto, può essere che non vorremo vedere la realtà per molto tempo, ma l’infelicità è qualcosa che nessuno può nascondere. Fa male, appassisce e ci spegne. Quindi non permettetelo. Nella vita arriva sempre un momento nel quale è meglio lasciar andare… 

Bisogna lasciar andare chi ci ha abbandonati

Il lasciar andare, il chiudere una tappa della nostra vita, non si riferisce solo al dire addio a chi ha condiviso la vita con noi, in un atto di decisione o di valore.

E’ possibile che non siate voi ad abbandonare, ma che in realtà siate stati abbandonati. In questo caso, l’idea di lasciar andare, di accettare quella rottura e di andare di nuovo avanti, è fondamentale.

  • Dobbiamo lasciar andare chi ci ha abbandonati, perché se non lo facciamo, continueremo ad aggrapparci a un’infinità di emozioni negative che ci feriranno ogni giorno di più. E i responsabili, in questo caso, saremo noi stessi.
  • Chiudere quella tappa della nostra vita, nella quale il dolore per l’abbandono è ancora forte,  necessita tempo. Il dolore va vissuto, bisogna piangere, rendersi conto di quanto accaduto e, solo più tardi, accettare quanto accaduto fino ad ottenere il perdono. Una volta cicatrizzata la ferita e quando ci libereremo da ogni peso, ci sentiremo più leggeri e capaci di lasciar andare pienamente.
  • Un abbandono è la rottura di un vincolo e, come tale, dobbiamo ritornare a noi stessi.  
  • Fino a poco tempo fa quel legame era nutrito dall’amore per quella relazione. Adesso, tagliato ormai il cordone ombelicale, dobbiamo ritrovarci, prenderci cura di noi stessi, rinforzare quel vincolo con la nostra autostima, per poter guardare nuovamente al futuro. Più forti.
  • Non alimentate la nostalgia, non focalizzate il vostro sguardo sul passato, perché, come dice la parola stessa, è passato, non esiste più, se n’è andato, non c’è…E ricordate soprattutto che chi vive di nostalgia non fa altro che alimentare la sofferenza e aggrapparsi ad essa mentre idealizza il passato, perdendosi il presente. L’opportunità di essere felice è “qui e ora”.  
Bisogna lasciar andare senza risentimenti

Chi alimenta la rabbia, il disprezzo e il risentimento diventa prigioniero di chi gli ha fatto del male. E’così semplice e così doloroso. Chi vi provoca ira e chi si focalizza sul vostro disprezzo, vi fa essere eterni custodi di emozioni negative.

Perdonare non è facile. A volte crediamo che il perdono è una rinuncia a noi stessi, che corrisponde a vacillare e a vedersi come vittime. Ma non è così.

Per perdonare, dovete riuscire a fidarvi di nuovo di voi stessi. Nessuno è forte come la persona che è capace di concedere il perdono a chi gli ha fatto del male perché dimostra, a sua volta, che ha superato le sue paure, che non teme più il suo “nemico” e che si sente libera.

Il lasciar andare i risentimenti e la rabbia ci riporta al nostro stato iniziale, il nostro cuore guarisce e le emozioni negative ci abbandonano. Solo allora l’atto del “asciar andare” si trasforma in qualcosa di più facile da raggiungere, oltre che a un atto di liberazione.

Non investite tempo in persone che non lo meritano, per quelle che non hanno fatto niente per rimanere al vostro fianco o non hanno lottato per voi. Apriteli il cammino e offriteli la libertà, lasciateli andare. Perché non vale la pena lottare controcorrente, perché per ogni porta che si chiude, si apre un portone.
Risultati immagini per Bisogna lasciar andare chi non ha mai fatto nulla per rimanere

 
 
 

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Post n°1244 pubblicato il 02 Gennaio 2017 da patty1_mah

L'immagine può contenere: una o più persone, persone sedute, tabella e spazio al chiuso

È bellissimo ritrovarci qui dove ogni mattina ci

salutiamo.

Perché il tempo per salutare qualcuno, se ci tieni,

 si trova sempre.

 
 
 

Non è farina del mio sacco, ma la copio...è troppo bella

Post n°1243 pubblicato il 02 Gennaio 2017 da patty1_mah

...........Si è vero...
siamo chiusi e talvolta anche un po' snob.

Perché se nasci e cresci all'ombra della Cupola

del Brunelleschi ti vien da pensare che il centro

del mondo stia proprio nella strada che stai

calpestando.
Siamo altezzosi e un po' boriosi, perché in fondo

ancora convinti che la capitale d'Italia sia sempre

qui.
Ma siamo anche comici, brillanti e assai vivaci.
Con quella C che non esiste e che in fondo fa
impazzire ogni dialetto.
Perché a noi le cose non ci piacciono, a noi le ci

garbano.
Perché noi non ti chiediamo dove stai andando,

noi diciamo "indo' tu vai".
Per noi sei grullo e anche un po' bischero.

E se ti si dice è perché di bene te ne vogliam

di molto.
Camminiamo per Santa Maria del Fiore e ci

affacciamo dal Campanile di Giotto.
È nostra la Galleria degli Uffizi.

E tu ci arrivi passando da Piazza della Signoria

Con Palazzo Vecchio, la Loggia dei Lanzi e la fontana

del Biancone.
Il Ponte Vecchio e le sue botteghe.
Piazza Santa Croce e Santa Maria Novella.
Il Piazzale Michelangelo con la statua del David e

il Giardin di Boboli.
Per poi finire nell'Oltrarno coi suoi negozi e mercatini.

Il quartiere di San Frediano, la Chiesa di Santo Spirito e Palazzo Pitti.
La bistecca e il vino rosso.
La pappa al pomodoro e la ribollita.
La primavera alle Cascine e le serate chiusi

in casa a guardare la Viola.
La città del Giglio bello.
La patria di Petrarca e un po' anche del Boccaccio e soprattutto del Sommo Poeta.

Che ebbe a citarci tanto nell'Inferno, quanto

nel Paradiso, passando dal Purgatorio.
L'italiano che nasce da questo nostro volgare

trecentesco.
E poi ancora avanti per finire alle risate.
A quel genio di Monicelli, alla supercazzola

prematurata, per poi sostare nell'immortale

zingarata.
Ma in cima a tutto, sopra tutto, questo nostro

Lungarno. Con le luci e le immagini riflesse.
Con la pace e il rumore della brezza.
Perché ancora oggi, e te lo giuro, se tu mi baci qui,

è come far l'amore.
Che gioia, Firenze, essere tua.

L'immagine può contenere: cielo, notte e spazio all'aperto

 

 
 
 

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