TagSe Dio non fosse Amore... io non sarei qui
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Post n°51 pubblicato il 04 Novembre 2010 da semplicecanto
Tag: Santo del giorno Quale figura ricordare in questi giorni dei santi e dei morti? Quante persone con una personalità sorprendente conosciamo? Il mondo dei Santi è molto più vario di quanto una persona non esperta del settore possa immaginare, vi sono moltissime figure religiose con il titolo di "Santo" o "Beato" che ogni giorno vengono ricordati dai fedeli. Il loro numero è talmente elevato che per ogni giorno del calendario vi è la ricorrenza per diversi santi. La presente pagina ha l'obiettivo di far conoscere ai nostri lettori il Santo del giorno, o più precisamente i vari Santi di Oggi ed i Santi di Domani, per permettere a coloro che ne fossero interessati per varie ragioni di mantenersi aggiornati sia dal punto di vista religioso, sia per quanto riguarda gli onomastici, occasione per fare i propri migliori auguri ad amici, conoscenti e colleghi di lavoro. Per alcuni dei santi del giorno è presente un breve approfondimento o richiamo alla propria storia ed origini.
Il culto del Santo del giorno è molto diffuso specie nelle persone più anziane o di mezza età, molto più legate alla preghiera di santi e beati di quanto lo siano le generazioni attuali, per motivi prettamente culturali. Il nostro obiettivo è di fornire uno strumento chiaro e semplice per poter ogni giorno scoprire le ricorrenze dei santi. Questi i santi di oggi 4 Novembre
Questi i santi dei prossimi giorni:
Grazie Santi..
Post n°50 pubblicato il 28 Ottobre 2010 da semplicecanto
Tag: Giuseppina Bakhita Giuseppina Bakhita
è stata una religiosa sudanese appartenuta alla Congregazione delle Figlie della Carità; papa Giovanni Paolo II l'ha proclamata santa il 1º ottobre 2000. Nacque intorno al 1869 in un piccolo villaggio del Sudan occidentale. All'età di quattro-sei anni, fu rapita da mercanti arabi di schiavi. Per il trauma subito, dimenticò il proprio nome e quello dei propri familiari: i suoi rapitori la chiamarono Bakhita, che in arabo significa "fortunata". Venduta più volte dai mercanti di schiavi sui mercati di El Obeid e di Khartum, conobbe le umiliazioni, le sofferenze fisiche e morali della schiavitù. In particolare, subì un tatuaggio cruento mentre era a servizio di un generale turco: le furono disegnati più di un centinaio di segni sul petto, sul ventre e sul braccio destro, incisi poi con un rasoio e successivamente coperti di sale per creare delle cicatrici permanenti. Nella capitale sudanese venne infine comprata dal console italiano residente in quella città, Callisto Legnani, con il proposito di renderle la libertà: questo diplomatico già in precedenza aveva comprato bambini schiavi per restituirli alle loro famiglie. Nel caso di Bakhita ciò non fu possibile per la distanza del villaggio di origine dalla capitale e per il vuoto di memoria della bambina riguardo ai nomi del proprio villaggio e dei propri familiari. Nella casa del console Bakhita visse serenamente per due anni lavorando con gli altri domestici senza essere più considerata una schiava. Quando nel 1884 il diplomatico italiano dovette fuggire dalla capitale in seguito alla Guerra Mahdista, Bakhita lo implorò di non abbandonarla. Insieme ad un amico del signor Legnani, Augusto Michieli, raggiunsero prima il porto di Suakin sul Mar Rosso, dove appresero della caduta di Khartum, e dopo un mese si imbarcarono alla volta di Genova. In Italia Augusto Michieli con la moglie presero con loro Bakhita come bambinaia della figlia Mimmina e la portarono nella loro casa a Zianigo (frazione di Mirano). Dopo tre anni i coniugi Michieli si trasferirono in Africa a Suakin dove possedevano un albergo e lasciarono temporaneamente la figlia e Bakhita in affidamento presso l'Istituto dei Catecumeni in Venezia gestito dalle Figlie della Carità (Canossiane). Bakhita venne ospitata gratuitamente come catecumena e cominciò a ricevere così un'istruzione religiosa. Quando la signora Michieli ritornò dall'Africa per riprendersi la figlia e Bakhita, quest'ultima, con molto coraggio e decisione, manifestò la sua intenzione di rimanere in Italia con le suore Canossiane. La signora Michieli fece intervenire il Procuratore del Re, venne coinvolto anche il cardinale patriarca di Venezia Domenico Agostini, i quali insieme fecero presente alla signora che in Italia non erano riconosciute le leggi di schiavitù: il 29 novembre 1889 Bakhita fu dichiarata legalmente libera. Nel convento delle Canossiane dove rimase, il 9 gennaio 1890 Bakhita ricevette i sacramenti dell'iniziazione cristiana e con i nomi Giuseppina Margherita Fortunata. Il 7 dicembre 1893 entrò nel noviziato dello stesso istituto e l'8 dicembre 1896 pronunciò i primi voti religiosi. Nel 1902 fu trasferita in un convento dell'ordine a Schio dove trascorse il resto della propria vita. Qui lavorò come cuciniera, sagrestana, aiuto infermiera nel corso della Prima guerra mondiale quando parte del convento venne adibito ad ospedale militare. A partire dal 1922 le venne assegnato l'incarico di portinaia, servizio che la metteva in contatto con la popolazione locale che prese ad amare questa insolita suora di colore per i suoi modi gentili, la voce calma, il volto sempre sorridente: venne così ribattezzata dagli scledensi (cioè dagli abitanti di Schio) "Madre Moréta". * Il suo personale carisma e la sua fama di santità vennero notati dai suoi superiori, che a più riprese le chiesero di dettare le sue memorie. Il primo racconto venne dettato a suor Teresa Fabris nel 1910, che produsse un manoscritto di 31 pagine in italiano (si noti che Bakhita parlava esclusivamente in veneto). Nel 1929, su invito della famiglia dell'amministratore dei coniugi Michieli, Illuminato Chicchini, persona a cui lei era particolarmente legata e riconoscente, si racconta ad un'altra consorella, suor Mariannina Turco; questo secondo manoscritto è andato perduto, probabilmente distrutto dalla stessa Bakhita. Su richiesta della superiora generale dell'ordine, tra il 4 e il 6 novembre 1930 venne intervistata a Venezia da Ida Zanolini, laica canossiana e maestra elementare, la quale nel 1931 pubblicò il libro Storia Meravigliosa che venne ristampato 4 volte nel giro di sei anni.
Dal 1939 cominciò ad avere seri problemi di salute e non si allontanò più da Schio. Morì l'8 febbraio 1947 dopo una lunga e dolorosa malattia. La salma venne inizialmente sepolta nella tomba di una famiglia scledense, i Gasparella, probabilmente in vista di una successiva traslazione nel Tempio della Sacra Famiglia del convento delle Canossiane di Schio, traslazione poi avvenuta nel 1969.
Post n°49 pubblicato il 15 Luglio 2010 da semplicecanto
Tag: Maureen O' Hara
Maureen O'Hara (Ranelagh, Dublino, 17 agosto 1920) è un'attrice irlandese Nata con il nome di Maureen FitzSimons da Charles, di religione cattolica, e da Marguerita Lilburn, di religione protestante, è ricordata per la sua particolare avvenenza e per la fluente chioma di capelli rossi che le incorniciava il viso. Attrice di indubbie capacità, poté contare non poco sul fascino che emanava dallo schermo e che le garantì una carriera lunga e fortunata attraverso l'arco di oltre un cinquantennio. Dopo il debutto nel 1938 in due film minori - My Irish Molly e La danza dei vagabondi (Kicking the Moon Around) - trovò il successo l'anno successivo interpretando, sotto la direzione di Alfred Hitchcock, La taverna della Giamaica. Ma il ruolo più importante per il quale O'Hara è ricordata è senza dubbio quello di Esmeralda, nel film dello stesso anno 1939 Notre Dame (The Hunchback of Notre Dame) dove fu diretta da William Dieterle accanto a Sir Charles Laughton nella parte del campanaro gobbo Quasimodo. Lavorò spesso con John Wayne, di cui fu buona amica, e fu diretta da grandi registi, fra cui John Ford. La sua filmografia è assai vasta ed include titoli molti popolari - fra cui alcuni noti western - come: Il miracolo della 34a strada, Accadde un'estate, Un uomo tranquillo, Com'era verde la mia valle, Quella nostra estate, Il nostro agente all'Avana.
Post n°48 pubblicato il 13 Luglio 2010 da semplicecanto
Tag: CLELIA BARBIERI CLELIA BARBIERI nasce il 13 febbaio 1847 a Le Budrie di S.Giovanni in Persiceto (Bologna -Italia) e ivi muore il 13 luglio 1870 a 23 anni. vita di Santa Clelia Barbieri..una santa poco conosciuta, ma che ci indica quanto sia possibile poter diventare santi non perchè siamo bravi o per i nostri meriti, ma è possibile diventare santi solo se sappiamo ogni giorno dire sì al Signore nella nostra vita, se sappiamo vivere ogni giorno il suo Vangelo, se sappiamo aprire il cuore al Suo Amore, affinchè Lui viva in noi per gli altri...
Post n°47 pubblicato il 27 Giugno 2010 da semplicecanto
Rimetto parte di un post.. oggi è il 27 giugno 2010... In ricordo di Te.. Mariuccia Maria Sopegno è nata a Volvera (Torino)
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