La Rivoluzione d'ottobre e il dovere di "cercare ancora"

Post n°8 pubblicato il 18 Novembre 2007 da Lupo_Solitario0
 

Il 7 novembre 1917 scoppiò in Russia la "Rivoluzio-ne d'ottobre" (quando l'antico calendario russo venne adeguato a quello gregoriano la data slittò da un mese all'altro); nel febbraio-marzo dello stesso anno vi era stata una prima rivoluzione liberal-borghese, che mirava a sostituire lo Zar Nicola II. I movimenti di sinistra si attivarono, chiesero una Costituente, cominciarono a organizzarsi in soviet, che divennero poi il nerbo della rivoluzione bolscevica.

Il regime sovietico è crollato; quasi scomparsi dalla faccia della terra o in via di radicali trasformazioni

(e deformazioni; ad esempio, in Cina) sono sia il suo tipo di comunismo sia altri tipi. I cattolici, soprattutto italiani, ricordano la scomunica latae sententae (cioè automatica) comminata nel 1948 da Pio XII a chi avesse sostenuto il partito comunista.

I motivi di condanna dei "modelli" di comuni-smo realizzato sono gravi e noti: mancanza di libertà individuali; di rispetto dei diritti umani; repressione religiosa e ateismo di stato. L'impianto economico comunista, come tale (al di là delle deviazioni totalita-rie dei regimi), è criticato in quanto non "funziona", non produce benessere e ricchezza (purtroppo, a parte le comunità religiose, solo lo scopo del lucro e interesse privati pare riesca a motivare gli esseri uma-ni!). Il 90° anniversario della rivoluzione non sarà dun-que molto celebrato, tanto meno dai cattolici, Perché allora ce ne occupiamo?

Perché il comunismo può essere una risposta sbagliata, ma il drago che ha affrontato è vivo, i proble-mi che ha denunciato e cercato di risolvere sono veri e, nel quadro del capitalismo, si sono aggravati. Sono i problemi della ingiustizia, orrenda, gravissima che vige nei rapporti tra gli esseri umani; dello sfruttamento di molti a vantaggio di pochi, che vuoi dire miliardi di vite triturate nelle rotelle dell'ingranaggio che produce benessere sufficiente a tacitare le nostre coscienze, e opulenza nonché potere di dominio del mondo (an-che con l'uso della guerra) nelle mani di pochissimi, Prima del movimento socialista non si ricordano solle-vazioni cristiane contro la trasformazione in mercé dell'uomo, contro le condizioni disumane di lavoro, anche di donne e bambini.

Ci furono molte generose iniziative di assistenza (quante congregazioni religiose!), ma non azioni politiche a contrasto di quell’ "ordine" costituito. Diritti oggi

(o almeno sino ad ieri!) considerati ovvi furono conqui-stati a prezzo di dure e sofferte lotte: senza l'incitamen-to del movimento socialista, tutto ciò non sarebbe accaduto, II comunismo ebbe certo torto a indicare in

Dio e nella religione il nemico della promozione uma-na. Ma più grave torto lo ebbero i cristiani a non schie-rarsi con gli ultimi, a non opporsi ai potenti che li oppri-mevano, Che Dio ci perdoni per come il suo volto e il messaggio dell'Evangelo sono stati deformati dalla prassi delle Chiese!

C'è chi si è compiaciuto di redigere il "libro nero" delle vittime del comunismo: azione, come minimo, incauta. Altri potrebbe infatti redigere il libro nerissimo delle vittime del capitalismo, che non sono finite e comprendono non solo i miserabili del Sud del mondo sfruttati dalle multinazionali e in mille altri modi, ma anche i bambini cui negli Usa ogg/ viene negata assistenza sanitaria gratuita. Dall'alba del capitali-smo, quanti milioni sono morti di stenti, fame, fatica, guerre fatte per motivi economici, quante vite sono schiacciate dall'unico criterio del profitto? E qualcuno potrebbe addirittura scrivere un libro nero del cristia-nesimo "reale": un libro di persecuzioni e violenze; di repressioni; di inadempienze, ritardi, cecità nel cogliere i bisogni del mondo, Ci ribelleremmo, e con ragione; un ideale non si misura so/o dai modi devianti in cui viene realizzato, dai tradimenti dei suoi portatori: un criterio che abbiamo il dovere morale di applicare anche nel caso del comunismo.

Il comunismo, accusato di ridurre l'essere umano a solo fatto economico, in realtà fa da spec-chio al modo in cui va il mondo: non siamo oggi (in democrazia) assuefatti a vedere valutare tutto sul piano del mercato?!

La tragica contraddizione tra mezzo e fine del comunismo fu l'uso della violenza per ottenere la liberazione sociale. Ma la spinta dell'ottobre 1917 fu l'indignazione per l'ingiustizia; la ricerca della giustizia per tutti, della eliminazione dei rapporti di dominio (purtroppo perseguita eliminando fisicamente i domi-natori); fu la convinzione che, al di qua delle legittime differenze, gli esseri umani sono uguali e hanno uguali diritti: l'esatto contrario di ciò che ispirò i totalitarismi fascisti, ai quali a torto il comunismo viene assimilato. Il comunismo aprì un orizzonte di speranza e dignità a milioni di oppressi, che si riconobbero "compagni": uomini che condividono lo stesso pane (quali assonan-ze per i cristiani!). Non lo rimpiangiamo, ma abbiamo l'onere di rispondere ai problemi che affrontò, di trovare vie più umane di economia e società; il suo fallimento ci interpella: "cercate ancora!".

Di "Maria Cristina Bartolomei"

 
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GRAZIE A NOME DI TUTTI I BAMBOCCIONI

Post n°7 pubblicato il 05 Ottobre 2007 da Lupo_Solitario0
 
Foto di Lupo_Solitario0

Questo, credo sia il governo più arrogante della storia della nostra repubblica, non sto ad elencare tutti i motivi ma... mi limito ad una delle mie solite considerazioni, sull'ultima sparata del ministro padoa schioppa. Ricordo intanto che lo stipendio di un lavoratore mediamente si aggira intorno ai 1000 euro al mese. 

E per un giovane uscire di casa significa... avere una casa? Ma l'aquisto per quelli che vivono qui intorno a Milano, costa fra i 100.000 e i 200.000  minimo. Pagare una rata del mutuo... impossibile non lo fanno anche a chi ha un lavoro fisso per mancanza di reddito. Un affitto costa 500 - 600 Euro al mese con con il rimanente come si può vivere (rinunciando ovviamente a tutto)?

Se fra di noi c'è chi a vissuto in una famiglia poco abbiente, e non ha risparmi, dove volete che vada.

Grazie ministro.  Governo Prodi, per favore Vattene! E nel frattempo non pigliateci per il culo!

 
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IL TEMPO

Post n°6 pubblicato il 01 Ottobre 2007 da Lupo_Solitario0
 

"Pubblico queso post che avevo salvato in un file di testo, tratto da un blog, purtroppo non riesco a citare l'autore poichè ho perso i riferimenti"

 

Ad ognuno di noi almeno una volta nella vita sara' capitato di soffermarsi a riflettere sul tempo.Il tempo che scorre nelle vite di ogni singolo individuo,accompagnato dal ticchettio di un orologio,dal susseguirsi di cicli inesorabili che accompagnano la realta' oggettiva di ognuno di noi.Ma cose' il Tempo?Appartiene alla nostra realta' ogettiva o e' solo una dimensione fittizzia creata dalla mente dell'uomo?Per secoli schiere di astronomi ,religiosi e capi di Stato si sono arrovellati la mente per dare al tempo un'unita' di misura universale.Egizi,Maya,Romani in un susseguirsi di ipotesi,hanno cercato di rendere il tempo partecipe alla vita dell'uomo.Che cos’è dunque il tempo, si chiedeva S: Agostino nella Confessioni? La sua risposta era, più o meno, «se non me lo chiedi, lo so; se me lo chiedi, non lo so più». Un modo per superare l’empasse segnalata da Agostino consiste nel cercare di stabilire se il tempo sia parte dell’universo naturale, oppure sia uno schema necessariamente presupposto dalla mente umana con lo scopo di organizzare l’esperienza. Per Agostino,il passato e' futuro erano dimensioni fittizie,non applicabili nella misura del tempo;da questo punto di vista, la questione filosofica centrale intorno al tempo è appunto quella di appurare se esso sia una proprietà del mondo fisico del tutto indipendente dall’esistenza di esseri coscienti, o se invece sia solo un qualcosa di puramente psicologico e “interno”, che noi proiettiamo sul mondo “esterno”. Nonostante nel linguaggio comune si dice  che avvertiamo in modo più o meno rapido il passaggio del tempo, il tempo in sé, assai più dello spazio, appare al senso comune come una non-cosa o un non-ente; Infatti non osserviamo direttamente il tempo o le sue proprietà come osserviamo un albero o un tavolo: il tempo non può essere toccato, e ovviamente non emette né suoni né odori. Apparendo privo di proprietà percepibili, al senso comune esso appare anche privo di poteri causali: visto che il tempo ‘non fa nulla’, perché non considerarlo anch’esso come un nulla, al pari dello spazio vuoto degli atomisti antichi?Eppure nonostante tutto questa percezione fittizia, riveste un ruolo centrale in una pluralità di significati e di concetti associati alla realta' ogettiva , ciascuno inerente in maniera specifica ad un dato settore. Uno fra tutti, il campo musicale l’accezione di “tempo” è alla base del ritmo e della melodia e si definisce, appunto, come “tempo musicale”, così nella poesia,nella matematica,nell'agricoltura e perfino nella procreazione. Di fronte a questo inspiegabile ed impercepibile compagno di viaggio,l'uomo puo solo ammirare dei fotogrammi simili ad un sogno diurno,ma chiaramente ogni associazione alla natura materiale sarebbe incomprensibile in quanto il Tempo e' antitetico alla perpetuita' di Dio.

 
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IN DUBIO PRO REO

Post n°5 pubblicato il 30 Settembre 2007 da Lupo_Solitario0
 

Da più di un mese ad oggi, ad ogni apertura di telegiornale, la notizia principale riguarda sempre il giallo dell’estate. L’omicidio di una ragazza di 26 anni, Chiara Poggi, uccisa per ragioni ignote, in una villetta nel comune di Garlasco.

Francamente io non ho nessuna intenzione di entrare nel merito della questione cercando di capire se l’unico indiziato, il fidanzato sia il colpevole o cosa.

Nei suoi confronti sono già stati presi provvedimenti restrittivi come se il colpevole fosse sicuramente lui ma... se cosi non fosse, in mancanza di prove…

Il fatto che lui sia un ragazzo di buona famiglia, laureando alla Bocconi, che quasi certamente gode anche di una buona posizione finanziaria, che per la ragione medesima gode anche della possibilità di difendersi in modo efficiente, potendo contare su avvocati di primo piano in parte lo pone al riparo da una soluzione certa al caso.  Ma tale modo di agire è giusto? Non si considera un principio di grande civiltà giuridica la presunzione d’innocenza?

Il punto della mia riflessione è questo: Se il metodo di procedere dell’autorità giudiziaria, fosse normalmente questo? Beh… francamente non lo so, ma che ragione avrei di credere diversamente, a meno di dover considerare  una forzatura dovuta alla sovraesposizione mediatica, e per tale congiuntura sia pure manipolata la capacità di agire con serenità, inducendo le autorità inquirenti a trovare un colpevole ad ogni costo; sia pure! Ma se fosse capitato ad una persona che non possa godere delle stesse possibilità dell’unico indagato?

 
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L’APPARENZA E LA SOSTANZA

Post n°4 pubblicato il 25 Settembre 2007 da Lupo_Solitario0
 

Pensando a molti aspetti che caratterizzano la società attuale, mi è tornato alla mente il Ritratto Dorian Gray, La trama di questo romanzo è affascinante e al contempo conturbante, intrigante. Un giovane bellissimo e sensibile, Dorian Gray, vede realizzarsi, per misteriosi motivi, il suo desiderio di restare sempre giovane e bello, mentre al suo posto invecchia il suo ritratto.

Un'opera che non mostra i segni del tempo. Un icona del decadentismo; trovo ci siano molte affinità, allora tale corrente di pensiero esprimeva lo smarrimento della coscienza e la crisi dei valori di fine Ottocento che erano stati sconvolti dalla rivoluzione industriale, le lotte di classe, da un progressivo scatenarsi degli imperialismi. Oggi probabilmente succede qualche cosa di simile. Il ventesimo secolo caratterizzato  dalle gradi ideologie, è terminato con il loro fallimento. L’inizio del nuovo millennio è distinto dalla crisi dei valori, delle certezze che avevano caratterizzato l’epoca precedente. La reazione a simili cambiamenti probabilmente ha prodotto la nascita di una specie di nuovo decadentismo, dove l’apparire diventa prevalente sullo stato dell’essere.

Ma l’apparenza non è nulla senza sostanza.

 
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