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Mario 'o merecano

Post n°195 pubblicato il 01 Settembre 2007 da vi_di

Stamattina sono passata un attimino a salutare papà, al camposanto. Ogni tanto mi capita di aver voglia di stare un pochettino con lui, e questa mattina era una di quelle, sicché sono passata, sono stata un pochino lì con la solita nostalgia e il solito magone che mica passano con il tempo, e poi sono venuta via; camminando pensavo al più e al meno e intanto, per dirla con Totò, buttavo l'occhio a qualche sepoltura, quelle vecchio stile, a terra.
Quelle mi piacciono molto di più dei loculi, mi danno più l'idea del ritorno alla madre terra, e poi sono eloquenti, raccontano molte più storie delle anonime lastre di marmo tutte uguali.
Mi capita spesso di fermarmi a guardarle e di immaginare la vita che ha avuto quella persona, gli affetti che ha lasciato, o magari anche l'indifferenza che hanno per lei i suoi parenti.
Ci sono tombe lussuose, in marmo pregiato, con foto, vasi, portafiori, piante e chi più ne ha più ne metta e poi ce ne sono di quelle che ti fanno esclamare, sempre con Totò : 'Stu povero maronna s'o penzava ca puro all'atu munn'era pezzente!'.
Stamattina, mentre così elucubravo tornando verso la mia auto, l'occhio mi è caduto alla foto su una tomba media, di quelle tendenzialmente anonime: era Mario 'o merecano!
Come spiegare chi era Mario 'o merecano...forse cominciando a raccontare che era detto 'o merecano' perché era stato alcuni anni in America, e quando era tornato aveva deciso che lui era merecano comunque, pure in Italia; se qualcuno ha visto il film con Sordi 'Un americano a Roma ' può inquadrare il personaggio: un Nando Meniconi avellinese.
Io l'ho conosciuto poco, ma mio marito per un periodo, prima che ci conoscessimo, usciva c'a cricca ( il gruppo, la banda)  r'o merecano e quando mi racconta le cose mi fa morire dal ridere!
Credo che scrivendole perdano molto, ma qualche episodio mi va di raccontarlo.
Ad esempio, una volta erano andati a Napoli e Mario aveva detto:
-Guagliù, faciteme parlà a mme, ca io parlo strenger, e dint'i bar ci fanno pavà cchiù ppoco!'
Erano entrati in un bar e Mario con accento 'strenger' aveva pronunciato ripetutamente parole probabilmente senza senso che Bruno ricorda suonassero più o meno così:
-'America, lif gardòff, lif gardèn'.
Un altro del gruppo aveva detto quindi al barista:
-Scusos, noi essere merecani, non spiccare bene italiano, ma volere 3 coffy.
Il cameriere li aveva guardati senza profferire verbo, aveva fatto i caffè, e, al momento della fatidica domanda: 
-Au mach? 
aveva risposto:
 - 1500 lire!
Mario 'o merecano con gli occhi fuori dall' orbita e l'accento avellinese verace era  saltato su dicendo:
-Ma comm' 1500 lire? 'o ccafè sta a 100 lire 'a tazza!
E il barista:
-Sì, sta 100 lire pé ll'italiani. Ma i merecani lo pagano 500 lire a tazza, soprattutto quann me vonn  fà fesso!

Altro episodio simpatico è quello al cinema. Mario voleva chiamare la 'maschera'. Non so se tutti la ricordano. La maschera era un signore  che, quando si arrivava a film iniziato, ti conduceva verso i posti liberi facendoti luce con una pila.
Ecco, Mario lo voleva chiamare, ma non sapeva che si chiamava 'maschera', per cui, dopo una serie di 'Pssss, pssss' inconcludenti, urlò nel silenzio del cinema l'unico nome 'illuminante' che gli venne, la traduzione italiana approssimativa di 'lighter', ossia:
-Accendisigarooooooo!!!!

Come si può intuire, Mario era uno che sbarcava il lunario con lavori approssimativi e temporanei.  Una volta decise di fare il parcheggiatore abusivo. Solo che quel mestiere gli lasciava tanto tempo libero e solitario...e per riempirlo Mario si portava abbondanti fiaschi di vino.
Fu così che, nel fare la manovra di parcheggio al cliente, la cosa andò in questo modo:
-Vai... vai.... vai...
-Ma sicuro che posso andare ancora?
-Ti dico vai ... vai...v.. SBRRRAAAANGGGGG!!!
( breve pausa di meraviglia, poi con lo stesso tono pacato del 'vai') ...ferma, 'e chi t'è stramuort...

Il mitico Mario, che quando Bruno me lo presentò, mi scrutò con aria critica appuntando l'attenzione in parti 'strategiche'  e poi disse: 
- E' bbona, t'ha può piglià!

Mi ha fatto piacere lasciare un saluto anche a lui, stamane!

 
 
 
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