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Post N° 27

Post n°27 pubblicato il 21 Ottobre 2006 da tidicochisono

"Beni torna in settimana", esordì Arian tre giorni dopo. "Che fortuna!"-pensai, ma dissi "Davvero?". La notizia mi fece rabbrividire. Sapevo che prima o poi sarebbe tornato, ma non vedere quel suo sorriso cadaverico per qualche giorno, mi aveva indotto a pensare che "quel giorno" sarebbe stato molto lontano. Invece no! Invece lui sarebbe tornato in settimana! Ed io.....io sempre qui, come prima, la sua prostituta, la sua carne da banco e da consumo personale. Ero stata una stupida a non approfittare di qui giorni per scappare. Avevo avuto a disposizione tutto quel tempo e non avevo fatto nulla. Mi aveva confortato il fatto che Edi mi cercava, e avevo sognato tutti quei giorni e notti una romantica fuga con lui. Ma non aveo fatto altro!
"Stasera esco anch'io con le altre"-dissi. Arian mi guardò, poi si scambio uno sguardo con Bujar.
"Non vuoi restare a casa?" -mi chiese. No! Non volevo! Assolutamente no! Decisamente no! Volevo uscire per strada, cercare di fuggire.....magari con Edi. Ma non potevo dire questo. Dovevo sembrare convincente.
"No, no. Beni torna e non ha più soldi. Io voglio fare sorpresa a lui"-dissi sperando di aver mentito bene. E a quanto pare c'ero riuscita, perchè lui non mi domandò più nulla.
Quella sera cercai di rendermi carina. Dovevo! Edi molto probabilmente sarebbe venuto a cercarmi e io volevo farmi bella per lui. Indossai una camicetta bianca, legata sopra l'ombelico (non era proprio questo ciò che intendevo per carina, ma del resto, andavo in strada, a battere.....), un paio di attillatissimi jeans neri, elasticizzati,  e dei vrtiginosi tacchi a spillo. Prestai molta cura al trucco, cercando di non rendermi volgare, come al solito. Quella sera.....mi sentivo strana, come se qualcosa mi dovesse capitare, qualcosa di bello.
Uscimmo come al solito, in gruppi, con diverse macchine. Sara era seduta vicino a me. Erano giorni che parlava poco e piangeva molto. Due sere dopo l'aborto aveva già ripreso il "lavoro". Non so se aveva dolore, non so cosa gli facesse più male, il fisico o il cuore.
Appena scese si avvicinarono delle macchine......ma io quella sera non volevo salire su nessuna: dovevo restare li, farmi trovare se Edi passava per cercarmi. E lui non mi deluse. Verso le 21 una calibra rossa si fermò ai miei piedi. Lui scese (non l'aveva mai fatto prima), si avvicinò e mi baciò. "Amore mio"-disse. A me girava la testa. Sali subito in macchina senza riuscire a dire nulla. Ci siamo di nuovo baciati.....era cosi dolce baciarlo, era cosi bello. Mise in moto la macchina e andammo via, verso il nostro solito posto. Per tutto il tragitto, non avva mai smesso di tenere la mia mano nella sua.
Fermò la macchina.....mi prese sopra di lui, e cominciò a baciarmi.....le sue mani mi sfioravano con gentilezza....e il mio corpo stava rispondendo. I miei sensi si stavano svegliando....."Non fermarti" sussurrai.....con dolcezza mi prese, mi fece sua......era cosi bello fare l'amore con lui.......Più tardi, ancora abbracciati cominciai a raccontargli cos'era successo in quei giorni, perchè non ero uscito per strada. Poi gli raccontai dell'imminente ritorno di Beni e della mia paura.
"Stasera ti porto via"-disse lui. "Anzi, adesso, ce ne andiamo!"
La testa mi girava sempre più forte. Il mio sogno si stava avverando. Stavo scappando via da quell'inferno, stavo andando via con un uono che mi amava e che anch'io cominciavo ad amare.
"Si!"-dissi, "Andiamo via!". Ci rivestimmo in fretta e mise in moto l'auto. "Ma....voglio salutare Sara"-dissi. Sapevo che poteva essere pericoloso, che forse trovavo anche qualcuno dei ragazzi nelle vicinanze. Ma non avevo paura. Ero con Edi e nulla mi spaventava.
Sara stava li, ferma, con Marsela e una nuova ragazza, arrivata da poco dall'Albania, Rita. Scesi dalla macchina e mi avvicinai a loro. Abbracciai subito Sara. "Te ne vai, vero?"-disse lei. Io non risposi. "Fai bene!" -disse"Vattene da questo schifo, scappa con lui!" "Perchè non vieni con me?"-gli dissi. Sorrise.....
"Come t'invidio!"-disse, "Se solo riuscissi a vivere senza quel bastardo!"Lei amava Olti. Non so se era vero amore oppure semplice sudditanza, una specie di sindrome da schiavo, che una volta regalatogli la libertà, non avrebbe più saputo cosa farne. L'abbracciai forte, sapendo che quella sarebbe stata l'ultima volta che la vedeva. Abbracciai anche Marsela e Rita. Poi salì in macchina! Il mio futuro mi aspettava li, bello come il sole.
Partimmo alla volta di Torino. Alla radio trasmettevano "Gam gam gam", una canzone molto suonata quell'estate. Non mi era mai particolarmente piacciuta, ma quella sera la trovai magica. Alzai lo stereo e cominciai a cantarla, prima piano piano, poi a squarciagola.
Dopo circa una mezz'oretta di viaggio ci fermammo in un autogrill e mangiammo. Era tutto meraviglioso quella sera. Riprendemmo il viaggio, alternando i canti ai baci.
Ad un certo punto:
"Julia, devo dirti qualcosa".
"Dimmi". Cosa mai poteva essere? Qualunque cosa sarebbe stata bella, detta da lui.
"Sai....io.....ti ricordi quando ti dissi "Ti amo" nella tua lingua?". Certo che lo ricordavo. Come facevo a dimenticarlo? Ricordavo ogni cosa lui mi aveva detto.
"Ecco....in realtà....io non so solo quelle parole"
"Cosa vuoi dire?"-dissi
"Io...io....io sono un tuo paesano".....pensai fosse uno scherzo. Cominciai a ridere. Ma un brivido freddo sentivo percorrere la mia schiena.
"Tu? Tu sei della.....?"
"Si, proprio cosi!"continuava a dirmelo in italiano.
"Cuore mio!"......disse nella mia lingua.....Raggelai sorridendo. Non riuscivo più a capire......chi era lui? Continuai a sorridere....facendo del buon viso a cattivo gioco, e chiedendomi se non fossi finita dalla padella alla brace.

 
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