Creato da axel_74 il 29/11/2005

...e via discorrendo

Visioni ed illusioni

 

 

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Post n°213 pubblicato il 02 Settembre 2010 da axel_74

Cominciamo dall'inizio:

impostazione della famiglia carattere, Tahoma; grandezza carattere: medio.

I pixel bianchi sul monitor sono tanti, troppi, nettamente la maggioranza ed uno dei primi risultati è il pallore del mio volto, illuminato dal TFT a matrice attiva nel buio del mio soggiorno. Definirlo soggiorno è già un complimento, gratuito, come tanti, diciamo che si difende, nel suo minimalismo, arredato in chiave moderna e per il 98% utilizzando forniture del maggior distributore di arredi al mondo. Quello svedese, tanto per intenderci. Lo so che ai più non frega assolutamente la descrizione del mio soggiorno ma già che stiamo toccando l'argomento, approfondiamolo. Partiamo dalla porta d'ingresso. Non c'è, semplicemente. Il corridoio ed il soggiorno sono un tutt'uno, senza privacy. Facendo ingresso dal corridoio sulla sinistra c'è un mobile basso, color ciliegio, a quattro ante a giorno che si accosta ad una cabina armadio ad angolo con due porte sccorrevoli del medesimo colore. Di fronte troviamo un tavolo rettangolare sei posti di colore beige al cui centro sono posti due vetri di forma quadrata. Le sedie, stranamente sono cinque. Non ho chiesto ai proprietari se fosse una gentile concessione la quinta oppure una sfortunata assenza la sesta. Le sedie hanno la seduta comoda, alta, del medesimo colore del tavolo, di materiale misto cotone, cordone, e rivestite da una sorta di tunica di colore verdino. Un tantino bruttine. Volgendo lo sguardo verso destra si scorge un divano di colore beige, quattro posti, due cuscini grandi, e, all'occorrenza, convertibile in divano letto. Di fronte al divano un piccolo tavolino in legno su cui, sollevato grazie a quatro piedini in alluminio, è montato un vetro trasparente di sei millimetri di spessore. Un tempo vi era un vaso ricolmo di fiori secchi, oggi vi si trova un pò di tutto, dagli hard disk esterni, alle riviste, alle briciole della cena, alla forfora. A destra del divano c'è una poltrona in legno di abete con seduta di tela beige, manca il cuscino, e finalmente la grande vetrata che da sul balcone. Il panorama non è certo lo skyline di New York, ne tantomeno il panorama dalla panoramica di Ravello, eppure c'è tanto verde, due ciminiere in lontananza, altri palazzi e l'alba che ogni mattina mi solletica e mi bacia la pelle. 

 
 
 
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