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Post N° 270

Post n°270 pubblicato il 06 Ottobre 2006 da vittoriaflower
 
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   POLEMICHE  DI LINGUA immagine

Un mio collega mi ha fatto notare la mia ‘mania’ di mettere sempre il maschile e il femminile quando scrivo e mi rivolgo a uomini e donne.
Lo trova un po’ da femministe. L’italiano usa il genere maschile come genere non-marcato, come una sorta di ‘falso neutro’ .Un esempio l’ uso di termini di genere maschile per indicare la classe ‘esseri umani’ composta da uomini e donne.Nei libri di storia,per esempio, si legge ‘gli uomini primitivi abitavano nelle caverne’ ( mi sono sempre chiesta…e le donne?).
Usare ‘persona’ o ‘individuo’ invece di ‘uomo’, sostituendo quindi a ‘diritti dell’uomo’ l’espressione ‘diritti della persona’ o altrimenti specificare
Le pari opportunita’ riguardano anche come comunichiamo.
L’’uso del maschile come genere non marcato è stato, ed è ancora sentito, come discriminante nei confronti delle donne.
Lo sviluppo dell’ "identità di genere" e della cultura delle "pari opportunità" rappresenta oggi un obiettivo fondamentale .
La necessità di aggiornare i libri di testo e' stata  
riconosciuta dal Governo italiano con la Direttiva del Consiglio dei Ministri 27.3.1997 ‘In Italia le prime riflessioni sulla necessità di un uso cosciente della lingua risalgono al 1987
“Raccomandazioni per un uso non sessista della lingua italiana” (Sabatini ).
Per i titoli professionali la lingua italiana non dispone di termini femminili riferiti a donne per varie professioni . Come devo chiamare,per esempio, una donna che esercita la professione forense? Avvocato?Avvocata? Avvocatessa?
In alcuni casi  pero’ esiste solo il femminile è il caso di concubina, prostituta, etc. che non hanno il corrispondente maschile perché ‘gli uomini non (li) vogliono per sé’. E a proposito di linguaggio e sessualità, l’uso sia di termini al femminile per insultare donne sia di una costruzione (del tipo ‘figlio di...’), applicata ai maschi che rimanda alla figura femminile.Meditiamo……

 
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