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Uti - La questione non è chiusa

Post n°2019 pubblicato il 18 Agosto 2017 da vivapasian
Foto di vivapasian

Ora il Consiglio di Stato




Per la riforma degli Enti locali i grattacapi non mancano. Sub judice del Consiglio di Stato, il Tar a settembre si pronuncerà - probabilmente nella medesima maniera - sul ricorso gemello presentato anche dal Comune di Forgaria che critica la gestione dei fondi regionali. E un altro fronte aperto è quello che vede la Provincia di Udine contrapporsi alla Regione per il Piano dell'Edilizia scolastica. Ma le criticità sono anche interne. Il fronte dei sindaci dubbiosi si è già allargato a un gruppo di 34 primi cittadini capitanati da Markus Maurmair (Valvasone Arzene) che ha messo sul piatto una serie proposte per la rimodulazione della legge 26, a immagine e somiglianza delle deroghe recentemente concesse dalla presidente Debora Serracchiani all'Uti Giuliana. I firmatari propongono l'apertura di un tavolo istituzionale. (m.z.) di Michela ZanuttowUDINEIl Tar chiude il conto fra la Regione e i sindaci "ribelli". Non si toccano i 22 milioni destinati dalla Giunta alle Uti per cui i primi cittadini di Corno di Rosazzo, Martignacco, Pagnacco, Pasian di Prato, Pavia di Udine, Reana del Rojale, Torreano e Fogliano Redipuglia avevano portato la questione all'attenzione dei giudici amministrativi. Per il Tar i canali contributivi regionali sono due, uno destinato alle Unioni e l'altro ai Comuni, pertanto chi ha scelto di restare fuori dalla nuova entità amministrativa non può puntare agli stanziamenti a essa destinati. Ma i primi cittadini hanno già deciso di ricorrere al Consiglio di Stato: «Il Tar non è entrato nel merito della vicenda, si è limitato a trattare il profilo meramente burocratico - ha osservato il primo cittadino di Talmassons, Piero Mauro Zanin, uno dei coordinatori del "Movimento anti Uti" -. Per di più i fondi in parola erano destinati a interventi di area vasta, quindi sarebbero dovuti andare proprio ai Comuni». I primi cittadini degli otto Municipi "ribelli", difesi dagli avvocati Teresa Billiani ed Enrico Bulfone (soltanto Billiani per Pavia di Udine), avevano trascinato al Tar sia l'Unione del Friuli Centrale (Martignacco, Pagnacco, Pasian di Prato, Pavia di Udine e Reana del Rojale), sia quelle del Natisone (Corno di Rosazzo e Torreano) e Carso Isonzo Adriatico (Fogliano di Redipuglia). Motivo del contendere era la spartizione del tesoretto da 2,1 milioni per la sola Uti del Friuli Centrale, più 1,2 milioni per l'Uti del Natisone e 1,1 milioni per l'Uti Carso Isonzo Adriatico (complessivamente la Regione ha disposto 22 milioni per le Uti, 5,5 in un primo momento poi accresciuti con altri 16,5 milioni). Billiani e Bulfone hanno puntato il dito contro il fatto che la Regione avrebbe impegnato e liquidato alle Uti risorse finanziarie «determinate sulla base di criteri cui hanno concorso anche i dati dei Comuni che hanno scelto di restare fuori dalle Uti». Ecco perché ne sarebbero nate somme maggiori rispetto a quelle che dovevano essere effettivamente destinate sulla base dei parametri riferiti esclusivamente ai Comuni che avevano aderito. Dal canto proprio la Regione, difesa dagli avvocati Ettore Volpe, Beatrice Croppo e Daniela Iuri, ha puntato sul rigetto del ricorso poiché inammissibile per carenza di interesse dei Comuni ricorrenti che «non potrebbero trarre alcun vantaggio sostanziale dall'annullamento di provvedimenti che sono la mera applicazione delle vigenti disposizioni di legge». Tesi sposata anche dai giudici amministrativi Oria Settesoldi, Manuela Sinigoi e Alessandra Tagliasacchi che hanno infatti ritenuto i ricorsi inammissibili perché «nessun giovamento si prospetta in caso di accoglimento poiché i Comuni, per propria scelta, risultano non fare parte delle Uti beneficiarie della contestata assegnazione». Come accennato però la questione non è chiusa. Tutti gli incartamenti saranno inviati al Consiglio di Stato perché i sindaci ribelli sono persuasi della correttezza della propria tesi: «Quei fondi erano destinati a interventi di area vasta - ha ribadito Zanin - pertanto spettano di diritto a tutti i Comuni».

 
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