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Messaggi di Aprile 2017
E a Pasian di Prato?
Quattro giorni ancora e anche in Fvg si apriranno i seggi per le primarie del Pd che, a livello nazionale, dovranno eleggere il segretario dem destinato a guidare il partito nei prossimi quattro anni. Il favorito d’obbligo, specialmente dopo i risultati delle votazioni nei circoli, è Matteo Renzi, ma in regione la partita pare – sulla carta – più aperta che altrove.
Attenzione, è difficile pensare che l’ex presidente del Consiglio non conquisti la maggioranza delle preferenze anche all’interno dei confini friulani, ma in Fvg, alla fine, potrebbe staccare gli avversari con un margine inferiore al resto d’Italia.
Al primo turno – leggasi, appunto, i risultati di circolo – delle primarie, infatti, Renzi ha sì conquistato la prima piazza pure in Fvg, ma con circa 8 punti in meno di margine su Andrea Orlando rispetto alla media dell’intero stivale. Un segnale, evidente, di come il renzismo da queste parti incontri qualche difficoltà forse inaspettata negli ultimi tempi, ma d’altronde basta analizzare chi, in queste settimane, si è schierato con l’attuale Guardasigilli per tracciare due considerazioni di base.
La prima dice che alle primarie per l’elezione di segretario e assemblea nazionale – al netto del risultato finale un esempio di democrazia interna da cui in tanti dovrebbero trarre insegnamento –, il Pd del Fvg si presenta diviso in due blocchi, per quanto non perfettamente omogenei. La seconda che un possibile risultato dell’ala orlandiana migliore di quella che si dovesse registrare nel resto d’Italia potrebbe servire ai “non renziani” per incidere con maggiore efficacia, nel prossimo futuro, al tavolo delle trattative per Politiche, Regionali e Amministrative.
Uno scenario, quest’ultimo, non facile però da concretizzarsi considerato come a sostegno della mozione di Renzi ci siano i principali big locali del partito.
A partire dalla numero due nazionale uscente Debora Serracchiani, passando per il capogruppo alla Camera Ettore Rosato, al numero due a palazzo Madama Alessandro Maran, fino ai senatori Francesco Russo e Laura Fasiolo, agli onorevoli Paolo Coppola e Giorgio Zanin oltre all’europarlamentare Isabella De Monte.
Non soltanto, in ogni caso, perché in Regione troviamo pure il vicepresidente Sergio Bolzonello, gli assessori Gianni Torrenti, Sara Vito e Mariagrazia Santoro, il presidente del Consiglio regionale Franco Iacop, il capogruppo a piazza Oberdan Diego Moretti, i consiglieri Chiara Da Giau, Vittorino Boem, Enio Agnola e la segretaria regionale Antonella Grim.
Dall’altra parte della barricata, invece, Orlando schiera una batteria guidata da tre parlamentari – Giorgio Brandolin, Tamara Blazina e Gianna Malisani –, ma soprattutto un “pacchetto” di eletti in Regione non banale, soprattutto in ottica futura. Parliamo di Vincenzo Martines, Franco Codega, Silvana Cremaschi, Renata Bagatin, Renzo Liva, Franco Rotelli, Armando Zecchinon e Stefano Ukmar.
Interessante, poi, è notare come tre segretari provinciali su quattro – Giuliano Cescutti, Adele Pino e Marco Rossi – abbiano scelto il ministro della Giustizia, così come un “grande vecchio” dem che risponde al nome di Renzo Travanut.
Renzi e Orlando, dunque, ma al congresso partecipa anche Michele Emiliano il quale, tuttavia, in Fvg ha parecchie difficoltà. Dalla sua parte si sono ufficialmente schierati in pochi – tra i più conosciuti il consigliere regionale Enzo Marsilio e l’assessore di Staranzano Serena Francovig –, ma è soprattutto nella definizione delle liste che si nota come il governatore della Puglia (poco più dell’1% il suo risultato nei circoli) non scaldi gli animi friulani.
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Inviato da: lafinedelgioco
il 20/12/2013 alle 09:49