Creato da barracudaebambolina il 30/09/2009

IN MY SHOES

Date a una donna le scarpe giuste, e conquisterà il mondo. Marilyn Monroe

 

 

Un conto è la vita che imposta il suo gioco. Un conto è averlo capito

Post n°261 pubblicato il 03 Settembre 2013 da barracudaebambolina

 

Mi capita sempre così.

Vedo un ragazzino che corre sulla spiaggia e penso.
Penso chissà che uomo sarà, chissà che padre, chissà che dirigente d’azienda, che pasticcere, che medico, chissà che marito.
Chissà se dovrà affrontare delle difficoltà, o se la vita gli sorriderà come solo a pochi fortunati.
Chissà se studierà, o se i suoi genitori dovranno pregarlo per finire l’ultimo anno di liceo, perché il pezzo di carta serve sempre.
Chissà se andrà all’estero, se avrà paura dell’aereo, se conoscerà una persona dall’altra parte del mondo e se ne innamorerà perdutamente, tanto da salutare gli amici di una vita, le strade che ha amato, dove è stato portiere di un campetto davanti alla parrocchia, intanto che il sole di luglio va giù.
Chissà se sarà felice, se saprà essere affidabile, se vorrà di più.

Vedo un signore anziano sul treno e penso.
Penso chissà che ragazzino è stato, chissà che padre, chissà che fratello, chissà che figlio. Chissà quale musica amava ascoltare da giovane, chissà se ama ancora sciare, come quando, poco più che ventenne, passava sulle nevi la settimana più bella dell’anno, sempre nella stessa casa di amici, i migliori che abbia mai avuto.
Chissà se li vede ancora, quegli amici, o se la vita li ha portati lontano, a seguire lavori e amori, occasioni e opportunità.
Chissà se è stato felice, chissà se la vita gli ha dato quello che desiderava, o se ha dovuto imparare suo malgrado ad amare quel poco o tanto che ha avuto. Chissà se è orgoglioso dei suoi figli, chissà se passa le sue mattine nel bar davanti a casa, a chiacchierare di quello che poteva essere e non è stato, o semplicemente a dire che non ci sono più le mezze stagioni.

 Vedo una foto di agosto 1998, in vacanza con gli amici, cappellini ridicoli e zaini in spalla, orgogliosi di aver scalato la vetta.
Guardo i nostri visi sorridenti, il taglio di capelli così diverso, guardo le facce di quelli che non vedo più da anni, o di quelli che vedo ancora tutti i giorni.
Dopo poco, qualcuno di noi avrebbe incontrato l’amore della vita. Qualcun altro avrebbe perso una persona cara. E poi matrimoni, figli, separazioni, lavori diversi o sempre uguali, città, stati, traslochi, case nuove e nuovi mobili ikea da montare di sabato pomeriggio. E vecchie foto.
Solo che noi, allora, non lo sapevamo ancora. Avevamo tanti progetti e tante cassette da ascoltare nel walkman, il nastro da tirare su con una penna quando si incastrava.

Penso. A me, a loro, alle cose.
Penso a quanta vita è passata, a quanti sogni non si sono realizzati, a quante cose sono andate diversamente da come pensavamo, a quante opportunità, progetti, ambizioni. A quanti regali inaspettati, a quante stelle cadenti nel cielo di agosto, oggi come allora.

Mi fa tenerezza vederci là, così, ignari della direzione che ognuno di noi avrebbe preso, fermi in un presente che allora era già proiettato al futuro, ma che oggi è un passato lontano.
Penso a quanto è fragile e potente un uomo, la sua vita.
Alle aspettative, ai bisogni, agli affetti, alle certezze che crediamo di avere e che crollano come un castello di carte nel giro di un minuto.

A come eravamo, a come siamo diventati, a quello che volevamo essere, o che saremo, o che forse non saremo mai. 
E alla vita, che alla fine ti porta sempre dove vuole senza nemmeno chiedertelo. 

 

 
 
 

A parte che i sogni passano se uno li fa passare- lavori in corso

Post n°260 pubblicato il 27 Giugno 2013 da barracudaebambolina

Ho voglia di tornare qui.
Di cambiare tutti i colori di questo blog, e di ricominciare a scrivere.

Ne ho un gran bisogno.
C'è che una volta avevo sogni, progetti e idee, e li sapevo esprimere.

Chi è questa qui che si tiene tutto dentro, che non sa più quello che vuole e che ormai non se lo chiede neanche più?

Non io, spero. 

 
 
 

Chiudi gli occhi e tieni il tempo e sarà quasi fatta dai

Post n°259 pubblicato il 11 Gennaio 2013 da barracudaebambolina
Foto di barracudaebambolina

 

 

E' passato già un anno, dall'ultima volta. 

Non mi ricordo quasi più come si fa, ma oggi ho inspiegabilmente voglia di scrivere.
Un anno intero, è passato.
E’ stato un anno come tanti, un anno senza lode e senza infamia, uno di quelli che, a ripensarci, ti risulta insignificante, passato senza portare novità.
Eppure, se ci penso, non è stato proprio così. Anzi, è stato un anno molto ma molto importante.
L’anno del terremoto che ha portato via le mie certezze, l’anno del matrimonio di mia sorella, del lavoro stabile, dei viaggi, degli amici e dei tacchi alti.
L’anno dell’ennesima storia finita male, dei cambiamenti, delle risate e della nostalgia.
Ma più di tutti, l’anno in cui ho imparato finalmente a bastarmi.

Ho conquistato il tanto ambito equilibrio in movimento e sono riuscita a mantenerlo.
E' davvero una grande conquista. 

 

 
 
 

Un'altra volta qui

Post n°258 pubblicato il 09 Gennaio 2012 da barracudaebambolina


 

E poi all’improvviso, così, dal niente, sento una irrefrenabile voglia di scrivere.
Forse perché, in fondo, si torna sempre a casa, forse perché mantengo un debito di riconoscenza verso questo blog che ha custodito tante sensazioni, che mi ha aiutata ad asciugare tante lacrime, a crescere, a riflettere e a diventare quella che sono oggi. 
Riaprire queste pagine è un po’ come tirare fuori dall’armadio una scatola di vecchie foto.
Ti riguardi divertita, a volte con malinconia, a volte con un pizzico di imbarazzo a vedere com’eri, ma sempre con quella tenerezza di saperti fragile, di sapere che ce l’hai sempre messa tutta.
Sono quasi sei mesi che non scrivo una riga. E’ magari perché sto bene? O semplicemente perché ho imparato a gestire le emozioni, ad esprimerle e ad esprimermi in modo diverso?
Non so se questo nick mi rappresenta ancora, non so se le immagini, i colori sono ancora deguati alla mia anima. C'e' da togliere un po' di polvere, da rivedere qualcosa, ma sono contenta di poter tornare qui, di riaprire questa finestrella "nuovo post" che non so quasi più usare, e di essere già dentro a un mondo che rivivo velentieri. 
Intanto sono sempre qui, e sono sempre io, con i giorni buoni e con quelli da buttare, e con l’anno nuovo appena iniziato che ormai non porta nemmeno più buoni propositi o belle aspettative.
E allora, al di là di tutto, una cosa la posso dire, e la dico con grande orgoglio: non è cambiato molto in questi mesi, nella mia vita, tranne, forse, una cosa: ho imparato a prenderla com’è.

 

Forse sono cambiata io. 

 

 

 
 
 

L'effetto farfalla

Post n°257 pubblicato il 15 Luglio 2011 da barracudaebambolina

Dicono che una farfalla batte le ali in un punto. E da un’altra parte, nel mondo, provoca un uragano.

Ci ho pensato spesso, a questa cosa, ultimamente. Credo che lo stesso principio si possa applicare anche ai comportamenti umani, o almeno ai miei sicuramente.

Perché a volte, un avvenimento apparentemente insignificante, forse perché recepito in un certo modo dalla mente, o forse perché vissuto in un particolare momento, ha la enorme capacità di influenzare il mio modo di essere, di fare, di pensare.

All’inizio è una cosa che varia tra il casuale e l’inconsapevole, ma poi, se ci ragiono su, come del resto mi piace fare d’abitudine, mi rendo conto che di casuale ed inconsapevole non c’è proprio nulla. No no no, anzi, tutto avviene per un motivo. Sempre.

Se penso: oggi sono così, come ci sono diventata? Magari, di getto, faccio fatica a rispondermi.

Ma se poi mi rifaccio a ritroso i percorsi mentali e fisici che mi hanno portato in un punto, mi rendo perfettamente conto delle cose, non faccio fatica a capire quale sia stata quella scintilla, quasi come se riuscissi a vedere con chiarezza quel battito d’ali, quel qualcosa di insignificante all’apparenza, ma che invece è stato determinante nell’evolversi delle situazioni e delle idee.

In verità, basta proprio un niente per farsi un’idea sulle cose, sulle persone, per passare dalla fiducia cieca all’innalzamento delle barriere più alte possibile, oppure per sciogliere un dubbio o per avere chiare le cose.

Forse, in fondo, questo avviene perché le risposte che ci servono ci sono già, in fondo all’anima. Solo che abbiamo bisogno di un qualcosa che ci aiuti a portare quelle risposte ad un livello cosciente, a far emergere le nostre consapevolezze dal substrato cerebrale nebuloso e buio della confusione.

A volte, addirittura, penso che certi episodi della vita, un incontro con una persona, una frase ascoltata o detta, un istante vissuto, siano quasi come una lampadina che si accende all’improvviso e trasforma in oggetti quelle che fino a un attimo prima erano solo ombre.

Da quel momento, tutto cambia in un qualche modo, a volte all’istante, altre volte più lentamente, a volte anche in modo del tutto inatteso.

E’ esattamente così. La farfalla batte le ali, da  qualche parte arriva l’uragano.

Adesso, però, non sono più sicura di quella che è sempre stata per me una quasi certezza.

Ho sempre avuto un principio solido: il cambiamento è un percorso, non un evento.

E se invece non fosse proprio così??

 
 
 
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