Webbo's land

Il bigliettino

Questo post è particolare: serve per partecipare all'idea di Writer, che sul suo blog ha lanciato l'idea di raccontare una storia d'amore. Ci provo, ben volentieri. Non è una storia allegra, ma non sempre le storie d'amore finiscono bene....

"Da sempre amo mettere per iscritto quello che penso e provo, ma di fronte alle forti emozioni e alla serenità che tu mi trasmetti non trovo le parole. Sono così felice! Ti amo..."
Ricordi? L'hai scritto tu. Ho ritrovato il bigliettino che mi avevi dato quel giorno, insieme ad un anellino. Esattamente una settimana dopo che ti avevo chiesto di sposarmi. Una settimana dopo che tu avevi detto immediatamente di sì, rendendomi fin da subito l'uomo più felice del mondo.
Era un bigliettino ed un anellino che doveva rappresentare il culmine della nostra storia. Una storia cominciata casualmente alcuni anni prima, quando il caso ci aveva fatto incontrare di nuovo.
Perchè ci conoscevamo già, avevamo frequentato la stessa scuola, anche se in sezioni diverse. Poi ti eri trasferita, ed io non ti avevo più vista. Fin quando, distratta come sempre, mi venisti addosso mentre uscivi dalla libreria. Non ti riconobbi subito, nè tu ti accorgesti di avermi già visto. E cominciammo da lì a vederci, a sentirci, a stare insieme per un tempo sempre maggiore. Finchè il giorno del mio compleanno ci mettemmo insieme.
Anni trascorsi sentendoci tutti i giorni, mattina e sera. Vedendoci ogni volta che potevamo. Imparando ad amarci sempre di più, con gli alti e bassi di ogni storia di amore che si rispetti. Cominciando a vederci proiettati nel futuro, tu ed io, insieme, per tutta la vita.
Fino a quel giorno di luglio, quando buttai lì l'idea: sposiamoci. E tu dicesti subito di sì, quasi senza pensarci più di tanto.
Eri convintissima, tanto che cominciammo subito a cercare il periodo giusto dell'anno, compatibile con i tuoi impegni di lavoro e con i miei; a stilare una lista di invitati tra i nostri parenti ed amici. E proseguendo nei giorni successivi, fino, appunto, al momento in cui mi regalasti l'anellino con il biglietto. Che per me era la conferma che il nostro sogno, la nostra idea di vita insieme si stava realizzando.
Niente di più sbagliato.
Quell'anello segnò l'inizio della fine. Alcune settimane dopo cominciasti ad allontanarti da me. Poco alla volta, ma in modo inesorabile. Sempre più distante.
Ogni volta che ci vedevamo, tu rimanevi silenziosa, quasi assente. Era come se la mia presenza ti infastidisse. Ma ogni volta che ti chiedevo se c'era qualcosa che non andava, tu rispondevi sempre allo stesso modo: con il silenzio.
Non c'era quasi più contatto fisico. Mi respingevi, dicendo che eri sempre stanca. Nè c'era il dialogo: passavamo ore nel silenzio, nonostante i miei tentativi di cercare di parlare con te, di capire cosa ti stava succedendo. Vedendoci sempre di meno, perchè tu dicevi che avevi bisogno di spazio, quello spazio che io ti avevo sempre lasciato.
Finchè un giorno vidi la lista dei preparativi da fare per il matrimonio ridotta in mille pezzi, nel cestino della spazzatura. Non ti chiesi spiegazioni, pensando che tu l'avessi riscritta da un'altra parte. Ma non era così: avevi proprio depennato il nostro matrimonio dalla tua esistenza. Così, senza spiegazioni.
Ormai ero diventato un inutile presenza. Non avevi più bisogno di me. Quelle emozioni forti che ti davo, delle quali avevi parlato nel bigliettino, non ti servivano più. Non ero più necessario.
Il perchè lo scoprii casualmente, una sera che ero rimasto a dormire a casa tua. Vidi il motivo di tutto quello che stava succedendo: mi avevi sostituito con un altro. Che vedevi già da tempo.
E tu avesti anche il coraggio di negare l'evidenza, a mia domanda precisa. T'inventasti una spiegazione assurda, tirando in ballo una tua amica.
Poi, non contenta, addossasti a me la fine della nostra storia. Come se fossi stato io a tradirti, ad allontanarmi.
Ma il fondo lo toccasti dopo sei mesi che ci eravamo lasciati, quando mi ricercasti di nuovo, tentasti di ricostruire il rapporto, cercando di riprendere la storia dal punto dove eravamo rimasti. Contando sul fatto che io potessi essere ancora innamorato di te.
Illusa.
Per me eri come morta. Inesistente. Un periodo della mia vita finito, passato. Mi ero tirato su con molta fatica, ero ritornato a vivere tranquillo, come prima che ti conoscessi. Prima di tutto il male che mi avevi fatto.
E oggi ho ritrovato il bigliettino. L'unico ricordo ancora rimasto di quella nostra storia.
Adesso non c'è più neppure quello: l'ho bruciato.