WestSide

Venerdì, ore 15.30 mi chiama Paolo chiedendomi di andare in piazza perché c'è il gazebo di AN che offre la mortadella. Imperdibile. Un'ora più tardi parto da casa con il presentimento che incontrerò qualcuno. In particolare mi viene da pensare che incontrerò lei. Chissà come mai, ma mi sembra un buon giorno per rivederla, saranno due, o forse tre, anni che non la vedo. Mi farebbe proprio piacere.
Una volta arrivato in piazza, subito questa maliconia cade per il semplice fatto che ci sono un sacco di bellissime ragazze. Una concentrazione spaventosa. Dopo un po' di tiritere, trovo Paolo che, con la Lisa, è in procinto di assaporare la mortadella. In quel momento arriva una tipa, piuttosto carina a mio avviso, e anche a quello di Paolo, che inizia con lui una accesa discussione sulla politica. Io guardo altrove.
Dopo un po' decidiamo che, essendo le 18.30, siamo obbligati a prendere lo spritz da Mionetto. Trascorre così una piacevole mezzora quando arriva Giovanni. Passeggiamo un po', prendendoci gioco della Lisa che sta sempre a lamentarsi. Del resto, penso, è una donna. Alle 19.30 ricapitiamo in piazza: il Sole non c'è più e fa piuttosto freddo. Quindi pensiamo che sia doveroso imbucarci in qualche locale e aspettare le 20.30, ora nella quale la Carmen finisce di lavorare. Inevitabilmente le gambe ci guidano automaticamente in proseccheria Mionetto, quella di prima, per il secondo giro di spritz.
Sono le 20 e Giovanni dice che sarebbe meglio avviarsi per passare a prendere la Carmen. Penso che abbia ragione.

Usciamo dal locale, facciamo giusto una decina di metri e, al Bar Stendardo, noto che c'è un nostro ex-compagno del liceo e una ragazza che aveva fatto la prima superiore con noi e poi non ne abbiamo più saputo nulla. Ci vedono e ci salutno, invitandoci ad entrare. Alla destra di Marco, di spalle, c'è una ragazza bionda: regge uno spritz e, appena ci vede, saluta.
Shock improvviso: è proprio lei. Ed è terribilmente bella.
Marco, il nostro ex-compagno, ci vuole offrire lo spritz: Paolo sulle prime rifiuta, io accetto immediatamente, poi lo fa anche lui. Mi servono lo spritz e brindo con E., cosa che non succedeva dalla gita di Berlino fatta in quarta superiore: quella volta avevamo brindato con una birra e io non capivo niente, ebbro della sua bellezza. Adesso, stessa cosa: non sto capendo niente, ebbro della sua bellezza, ma anche degli spritz precedenti.
Stranamente riesco a parlare con lei e la sua voce e i suoi occhi e le sue labbra e i suoi capelli mi riportano indietro di almeno sei anni.
Purtroppo però sono già le 20.20 e lei deve scappare a casa. Paghiamo e usciamo dal bar. Saluto velocemente Marco e l'altra ragazza e mi volto verso E.. E' bellissima. La abbraccio e le auguro buona fortuna per tutto, è la sola cosa che posso fare. Lei ricambia l'abbraccio e l'augurio.
Sta per andare via quando si volta e:
«Ciao MykDee!»

Le finestre sulla piazza si stanno chiudendo e di gente ormai non ce n'è più. La guardo mentre si allontana svelta nel tramonto inoltrato. Chissà quanto tempo passerà ancora prima di poterla rivedere. E' lontana ormai, distinguo a malapena i capelli dorati che si muovono seguendo i suoi passi leggeri. Scompare dietro la Torre dell'Orologio. Ciao Elena.

Resto io, Paolo, Giovanni e la Lisa.
«Dai Marco muoviti, c'è la Carmen che ci aspetta.» dice Giovanni.
Dobbiamo andare a mangiare al messicano a Tessera.
«Sì, eccomi.»
Non ho fame.